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Produrre meno e aumentare i prezzi, ecco il cigno nero dell’auto – Torino Cronaca – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


Da Fiat a Stellantis abbiamo perso mezzo milione di auto, anzi anche di piĆ¹. Sono dati che forniscono i sindacati Film, Fiom e Uilm (e che potete vedere nell’infografica qui sotto), basandosi su stime dell’anno non ancora finito. E sono quei dati che usano per chiedere al Gruppo di John Elkann un piano industriale che riporti gli stabilimenti italiani a quei livelli.

Nel 2007, Fiat produceva 911mila autoĀ e una gran parte fuori da Torino o addirittura all’estero essendo stata presente in Polonia, Brasile, Jugoslavia e Russia fin dagli anni ’70.Ā Poi, nel 2014, dalla fusione con la moribonda Chrysler nasce Fca. Nel 2017 la produzione supera ancora il milione di veicoli, di cui 700mila circa sono autovetture. Nel 2021 con i francesi di Psa nasce Stellantis, un colosso globale da 8 milioni di veicoli l’anno, nel mondo. Ma a oggi, la produzione in Italia ĆØ stimata in 300mila veicoli per quest’anno.Ā 

I sindacati si aspettano ancora che Mirafiori debba produrre 200mila veicoli l’anno, almeno. Ma in Italia si vendono poco piĆ¹ di un milione e 200mila auto nuove ogni anno (e i produttori sono tanti…), mentre nel 2007 erano 2 milioni e mezzo. ƈ il mercato che si ĆØ dimezzato o sono i produttori che l’hanno ridotto? Pur avendo aumentato i loro incassi, puntando su incrementi dei prezzi significativi: in quattro anni gli aumenti sono compresi tra il 21 e il 38%. Renault, per esempio, ha chiuso il 2023 oltre i 50 miliardi, con incremento del 13%: Volkswagen nel 2022 ha superato i 270 miliardi, con aumento del 12% ma con mezzo milione di veicoli venduti in meno. Meno volumi (e costi industriali) e prezzi piĆ¹ alti: una strategia che ora si ĆØ ritorta contro, forse pensando che la svolta elettrica sarebbe stata la rivoluzione del parco auto. Invece, una tempesta perfetta, un cigno nero che (forse) non hanno visto arrivare.

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