Concessi ancora una volta i domiciliari alla moglie dell’omicida dello Shake bar.
La 37enne di Frosinone sorpresa a spacciare a casa della madre in un comune della provincia mentre si trovava in detenzione domiciliare non andrà in carcere. Nel corso della convalida dell’arresto il giudice del tribunale di Frosinone considerando la situazione familiare della donna che è madre di una ragazzina di 14 anni e di una di due anni e mezzo, e soprattutto considerando la condizione economica in cui versa, ha deciso di collocarla ancora una volta in regime domiciliare a casa della madre. Per la cronaca va detto che nel corso dell’interrogatorio la 37enne forse su suggerimento dell’avvocato difensore Riccardo Masecchia, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Da alcune informazioni raccolte sembra che il magistrato abbia anche tenuto conto del fatto che la condotta criminosa assunta nei giorni scorsi, rispetto alla scorsa volta, quando venne sorpresa dagli agenti della polizia stradale con un chilo e duecento grammi di cocaina nascosti nell’airbag della macchina, sarebbe di gran lunga meno grave. Da qui la decisione di concederle ancora una volta la detenzione domiciliare. La 37enne come già accennato era già salita alla ribalta delle cronache per essere la moglie di Mikea Zaka, l’albanese di 23 anni che nel marzo scorso ha freddato a colpi di pistola il suo connazionale Kasmin Kasem di 27 anni per motivi legati alla spartizione del mercato della prostituzione e dello spaccio.
Mar. Ming.
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