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Viterbo – Roberto Mancini del comitato Ambiente e salute: “Una superficie pari a 80 Kmq, come un comune di 7 mila abitanti”

di Daniele Camilli

Viterbo – “Nella Tuscia gli impianti fotovoltaici rischiano di occupare più di 8 mila ettari di territorio, oltre 80 chilometri quadrati”. Roberto Mancini è del direttivo del comitato Ambiente e salute Tuscia. Un comitato che a sua volta fa parte del Coordinamento ambientale Tuscia (Cat) che al suo interno conta 20 realtà tra comitati e associazioni.

In un articolo precedente Mancini aveva fatto il quadro delle pale eoliche, circa 220, in fase di approvazione alla regione e al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, il Mase. Analisi che adesso si sposta sugli impianti fotovoltaici, altro pezzo da 90 nella produzione di energia da fonte rinnovabile.


Impianti fotovoltaici a Montalto di Castro visibili da Google Earth


“Dall’incrocio dei dati nazionali, regionali e dei progetti fotovoltaici esistenti e incombenti sulla provincia di Viterbo – dice Mancini – dati ripresi ed elaborati da Luigi Favale di Asso Tuscania che aderisce al Cat, si evince che questi impianti industriali a vasta estensione territoriale potrebbero occupare circa 8 mila ettari di suolo, 80 kmq di superficie. Come un comune di 7 mila abitanti”.

Secondo il rapporto 2022 del Sistema nazionale protezione ambiente (Snpa), gli ettari in Italia ricoperti da pannelli fotovoltaici sono in tutto 17.500. Rapporto che assegna al Lazio il terzo posto con 1483 ettari, l’8,5% del totale nazionale. “Di questi oltre mille ettari ricadono nella Tuscia. Tuttavia – precisa Mancini – se tutti i progetti riguardanti la nostra provincia dovessero essere approvati, la nostra regione potrebbe tranquillamente raggiungere il gradino più alto della classica”.

“A fine 2020 – continua Mancini, facendo riferimento all’allegato 1 della Dgr 595 del 2022 – nel Lazio, il 68% della potenza installata è costituita da pannelli in silicio policristallino, il 26% in silicio monocristallino e il restante 6% in film sottile, vale dire silicio amorfo o altri materiali. Il 56% degli impianti installati sono a terra, mentre il 44% è distribuito su superfici non a terra come edifici, tettoie e capannoni”.

“Nella Tuscia, Montalto di Castro – prosegue Mancini – è il comune che finora ha subito maggiormente l’installazione di impianti fotovoltaici. Si parla di 300 ettari già occupati e di altri progetti in autorizzazione e nuova presentazione. Impianti che si vedono anche da Google Earth. Anche Tarquinia, Tuscania e Viterbo non scherzano. Senza contare tutte le altre migliaia ettari sparsi sulla provincia di Viterbo”.

Nella Provincia di Viterbo, dal 2008 ad oggi sarebbero stati presentati più di 500 progetti di autorizzazione, di cui 120 negli ultimi 4 anni e mezzo.

“120 progetti di fotovoltaico – fa notare Mancini – svilupperebbero una potenza totale di 5,42 Gw. A questi andrebbero sommati 20 progetti eolici con 138 torri per una potenza totale di 1,17 Gw e i 60 Mw dell’eolico di Piansano, Arlena, Tessennano già in funzione. Se tutti i progetti previsti dovessero essere approvati si arriverebbe ad una potenza pari a 6,6 Gw. A fronte dei 5,37 Gw previsti dal Piano energetico regionale (Per) per tutto il Lazio entro il 2030”.


Tuscania - Il parco fotovoltaico Iren

Un impianto fotovoltaico


Gigawatt che porrebbero anche un problema di consumo di suolo. “Dati sul consumo di suolo – spiega Mancini – reperibili sul sito del Snpa, dell’Istituto superiore della protezione ambientale (Ispra), Enea e regione Lazio. In 15 anni, tra il 2006 e il 2021 – sottolinea Mancini – il consumo di suolo generale della provincia di Viterbo, certificato dall’Ispra, è stato di 1677 ettari, ossia 16,77 Kmq. Calcolando una media di consumo di suolo di 1,6 ettari per Mw installato, per i 5,42 Gw di fotovoltaico proposti avremmo una copertura di suolo pari a 8672 ettari, ossia 86 Kmq”.

“Due esempi emblematici – commenta Mancini – sono gli impianti di fotovoltaico in corso di realizzazione e che rientrano nella top ten degli impianti più grandi d’Europa. Impianti che saranno realizzati su terre agricole pressoché pianeggianti. Parliamo di Pian d’Arcione, 304 ettari, pari all’1,1% del territorio comunale di Tarquinia, e Pian di Vico, 250 ettari circa, pari all’1,2% del territorio comunale di Tuscania”.

Cifre notevoli. In un territorio come la Tuscia dove insistono inoltre 4 biodistretti: lago di Bolsena, via Amerina, Colli etruschi, Maremma etrusca e monti della Tolfa.

Ad intervenire sulla questione del fotovoltaico anche il governo che con l’articolo 5 del decreto legge 63/2024 “vieta – precisa Mancini – il fotovoltaico sui terreni agricoli. Un divieto che esclude però gli impianti agrivoltaici, i fotovoltaici in procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via), esonerando inoltre le Comunità energetiche rinnovabili. Le stesse organizzazione Coldiretti e Confagricoltura che hanno espresso forti perplessità per questo continuo venir meno di terreni agricoli”.

Infine il contributo che la regione Lazio e nello specifico la provincia di Viterbo danno in termini di produzione di energia rinnovabile.

La Dgr 171 del 2023 della regione non solo ha stabilito che la provincia di Viterbo contribuisce per circa l’80% al raggiungimento degli obiettivi di energia rinnovabile per il 2030 assegnati al Lazio, ma ha anche certificato che la produzione di energia rinnovabile tra le province laziali “risulta fortemente disomogenea con percentuali di producibilità autorizzata”.

“Ribadito – evidenzia infatti la Dgr – che gli obiettivi al 2030 declinati nel Per Lazio per gli impianti Fer ad estesa occupazione territoriale fotovoltaici a terra sono stati conseguiti, come sopra rappresentato, mediante una evidente sproporzione della distribuzione degli stessi sui territori delle province con percentuali che si attestano sui seguenti valori: Viterbo 78,08%, Latina 13,70%, Roma 6,58%, Frosinone 1,64%, Rieti 0″.

Daniele Camilli


– “Prepariamoci all’invasione delle pale eoliche, oltre 220 quelle in fase di approvazione”

 

30 settembre, 2024



 

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