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Disabilità e tagli nel settore socio-sanitario

In Ticino, il settore socio-sanitario continua a soffrire a causa delle scelte di risparmio del Governo, come evidenziato dal preventivo 2025. La disabilità è una delle aree più colpite, con richieste di sacrifici milionari che ricadono su chi opera in questo ambito. Dopo i quasi 11 milioni di franchi previsti per il 2024, per il prossimo anno si aggiungono ulteriori 7 milioni e mezzo di risparmi. Danilo Forini, direttore di Pro Infirmis Ticino e Moesano, sottolinea che “le misure sono esattamente quelle che erano state decise per il preventivo dell’anno scorso”. Ciò significa che non è stato intrapreso alcun passo per correggere gli errori del passato, decidendo di confermare i tagli esistenti nella disabilità.

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Ultimo aggiornamento il 29 Settembre 2024 15:10

 

In modo specifico, oltre ai 5 milioni di franchi che verranno sottratti ai fondi delle strutture, si evidenziano altre due voci di risparmio ereditarie da manovre precedenti, inclusa una riduzione lineare del contributo per 1,2 milioni e un rallentamento delle nuove iniziative per 1,7 milioni. Questo implica un significativo colpo alla progettualità del settore: “Pro Infirmis, da quando io sono responsabile (14 anni), per il secondo anno consecutivo non ha progetti innovativi”, segnala Forini. La mancanza di fondi limita infatti la possibilità di affrontare in modo adeguato i bisogni delle persone disabili.

Impatto dei tagli sulle strutture per la disabilità

Le conseguenze dei tagli previsti nel preventivo 2025 si fanno sentire in modo preoccupante sulle strutture che operano nel settore della disabilità. I numerosi risparmi sono destinati a colpire non solo i fondi disponibili, ma anche la qualità e la quantità dei servizi offerti. Come evidenziato da Danilo Forini, il direttore di Pro Infirmis Ticino e Moesano, la riduzione di circa 5 milioni di franchi ai fondi delle strutture rappresenta un duro colpo per gli enti, i quali si trovano a dover gestire sempre più sfide con risorse sempre più limitate.

Questa situazione non solo diminuisce le possibilità di innovazione, come sottolineato da Forini, ma fa anche temere per la sostenibilità futura delle iniziative già in atto. Le misure di risparmio, infatti, tolgono il respiro necessario a chi si occupa di facilitare una vita dignitosa alle persone con disabilità. La riduzione lineare del contributo di 1,2 milioni e il posticipo di nuove opportunità per 1,7 milioni compromettono ulteriormente la capacità delle strutture di rispondere ai bisogni emergenti e di implementare nuovi progetti che potrebbero migliorare significativamente la qualità della vita degli utenti.

Con la conseguente diminuzione in termini di personale, anche se per ora non previsto, vi è il rischio concreto che i livelli di assistenza e supporto possano deteriorarsi, ostacolando l’efficacia delle misure già in atto. Gli enti sono già arrivati al limite delle loro capacità, e questa continua pressione potrebbe portare a scelte difficili e impensabili, come la riduzione dei servizi esistenti. La mancanza di fondi non permette quindi solo di ridurre le nuove iniziative, ma mina le fondamenta stesse dell’assistenza ai disabili, mettendo a rischio i progressi finora ottenuti nel settore.

Misure di risparmio e conseguenze

Le misure di risparmio adottate nel preventivo 2025 continueranno a gravare pesantemente sui servizi per le persone con disabilità, suscitando preoccupazione tra gli operatori del settore. Danilo Forini, direttore di Pro Infirmis Ticino e Moesano, ha messo in evidenza come la riconferma dei tagli rappresenti un segnale negativo per un’intera categoria di lavoratori e per i beneficiari dei servizi. “Non abbiamo la possibilità di provare a rispondere in maniera differente ai bisogni delle persone” ha affermato, sottolineando la mancanza di investimenti in nuovi progetti che possano realmente fare la differenza nella vita quotidiana degli utenti.

Seppure il personale non verrà direttamente toccato dalle misure di risparmio, la situazione resta critica. Gli enti e i servizi confrontano un bilancio sempre più in rosso, con margini e riserve ridotti al lumicino. Le scelte fatte finora hanno costretto Pro Infirmis a limitare le percentuali di lavoro, il che si traduce in una diminuzione sia della qualità che della quantità dell’offerta. La preoccupazione di Forini è chiara: “Questa è la più grande preoccupazione”, un allerta che va oltre il semplice ambito economico e tocca l’essenza stessa dei servizi erogati.

Il prelievo di 1,2 milioni di franchi e il rinvio della possibilità di attivare nuove iniziative per 1,7 milioni stanno già influenzando il modo di lavorare delle organizzazioni. Le misure di risparmio stanno, di fatto, intrappolando le realtà del terzo settore in una spirale discendente che rende sempre più difficile garantire assistenza e supporto di qualità. Con la mancanza di nuove iniziative che possano rispondere alle esigenze emergenti delle persone disabili, il rischio è quello di minare progressi faticosamente conquistati negli ultimi anni, costringendo gli operatori a modelli sempre più rigidi e privi di innovazione.

In questo contesto, è fondamentale comprendere come le misure di risparmio non siano solo numeri su un bilancio, ma decisioni che colpiscono la vita quotidiana delle persone disabili, la loro dignità e il loro diritto a ricevere supporti adeguati e personalizzati.

Reazioni delle fondazioni e azioni legali

Le reazioni delle fondazioni operanti nel settore della disabilità sono state immediate e fortemente critiche nei confronti delle misure di risparmio imposte dal Governo. Molti enti, come Pro Infirmis e la Fondazione Diamante, hanno espresso un netto dissenso rispetto al prelievo del 40% dei fondi per il 2024, una misura che è stata riconfermata anche per il 2025. Michele Passardi, presidente del consiglio di fondazione della Fondazione Diamante, ha dichiarato: “Il contratto di prestazione che ci è stato sottoposto per il 2024 a primavera inoltrata noi l’abbiamo firmato con riserva, proprio perché non garantisce la copertura finanziaria di tutte le prestazioni che ci vengono richieste.”

Questa situazione ha portato le fondazioni a intraprendere azioni legali contro il governo, avviando una procedura di contestazione che si trova attualmente davanti al Tribunale amministrativo. La mancanza di un dialogo costruttivo tra il governo e le organizzazioni occupanti il settore della disabilità è stato un tema ricorrente nelle dichiarazioni delle fondazioni. Passardi ha affermato: “Nell’ambito della preparazione del preventivo 2025, l’associazione di categoria è stata coinvolta con un incontro a fine luglio, ma le decisioni sostanzialmente erano già state prese.” Quest’affermazione evidenzia una mancanza di comunicazione e collaborazione che potrebbe aggravare ulteriormente la situazione.

Le implicazioni delle azioni legali sono significative e potrebbero avere un impatto a lungo termine sulla sostenibilità finanziaria dei servizi per le persone con disabilità. La situazione attuale ha messo in evidenza l’urgenza di trovare un’intesa tra le fondazioni e il Governo per garantire che le necessità delle persone disabili non vengano compromesse da politiche di austerità. La speranza è che il processo legale possa portare a una riconsiderazione delle politiche di finanziamento e a una maggiore attenzione verso le esigenze delle organizzazioni e dei loro utenti.

Futuro incerto per il personale e i servizi

Nonostante il personale non venga toccato direttamente dalle misure di risparmio, il futuro di chi lavora nel settore è tutt’altro che garantito. Gli enti e i servizi, già in difficoltà a causa della continua erosione delle risorse, si trovano a fronteggiare una pressione insostenibile. Danilo Forini, direttore di Pro Infirmis Ticino e Moesano, avverte che “gli enti e i servizi sono arrivati al limite: i margini e le riserve non ci sono più.” Con un bilancio sempre più gravato dai tagli, la qualità dei servizi offerti alle persone con disabilità rischia di subire un deterioramento significativo.

Le misure di risparmio imposte dal Governo non colpiscono solo i fondi per le nuove iniziative e i progetti esistenti; si riflettono anche sulle modalità di lavoro e sull’organizzazione dei servizi. Pro Infirmis ha già dovuto diminuire le percentuali di lavoro del personale, con conseguenze dirette su qualità e quantità delle prestazioni fornite. Questo trend porta a una preoccupante spirale di riduzione della capacità operativa, mettendo a rischio le stesse fondamenta dell’assistenza a discapito delle persone disabili. La possibilità di garantire un supporto adeguato e personalizzato diventa sempre più difficile in un contesto di così stretto bilancio.

Parallelamente, le fondazioni e le organizzazioni che operano nel settore si confrontano con l’incombente minaccia di dover ridurre ulteriormente i loro servizi. Chiaramente, con la mancanza di nuove risorse, la sfida sarà quella di mantenere standard qualitativi dignitosi mentre si fronteggia una crescente domanda di assistenza. Alla luce di ciò, gli operatori temono che siano inevitabili scelte difficili, che possano includere il taglio di posti di lavoro o, peggio, la chiusura di alcune strutture.

In questo contesto, è cruciale che il Governo e gli enti coinvolti avviino un dialogo costruttivo per garantire la sostenibilità dei servizi e il sostegno necessario per il personale. L’incertezza che circonda il futuro del settore socio-sanitario e della disabilità richiede interventi tempestivi ed efficaci, affinché non si arretri nei diritti e nei servizi destinati alle persone più vulnerabili della società.

 

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