“La sua dissociazione da Cosa nostra e la collaborazione con la giustizia sono state leali e sincere, ha dato un contributo importantissimo per condannare gli altri coimputati e delineare nuovi spunti investigativi”.
L’avvocato Giuseppe Scozzari ha chiesto ai giudici della Corte di appello di Palermo di concedere uno sconto di pena all’ex collega Angela Porcello, condannata in primo grado a 15 anni e 4 mesi di carcere con l’accusa di associazione mafiosa.
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La cinquantenne, dopo l’arresto, ha avviato un percorso di collaborazione ammettendo di avere gestito, insieme all’ex compagno, l’imprenditore mafioso Giancarlo Buggea, affari e dinamiche di Cosa nostra di Canicattì mantenendo pure rapporti con le cosche di altre province. L’indagine, peraltro, è stata l’ultima che ha visto il coinvolgimento del boss Matteo Messina Denaro: alcuni indagati, infatti, sarebbero stati in stretto contatto con alcuni parenti dell’ex superlatitante morto dopo la cattura.
I sostituti procuratori generali Giuseppe Fici e Carlo Lenzi chiedono una condanna inferiore, ovvero 12 anni rispetto ai 15 anni e 4 mesi decisi in primo grado per effetto di quello che, a loro avviso, è un errore nel calcolo della cosiddetta recidiva.
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L’avvocato Scozzari, adesso, rilancia e torna a chiedere che le venga riconosciuto lo status di collaboratrice di giustizia che le è stato negato in quanto le sue rivelazioni sono state ritenute poco concrete e significative. In particolare, dopo le due deposizioni nell’altro troncone del processo, ribadisce che “la collaborazione è stata genuina tanto da rilasciare ulteriori coraggiose dichiarazioni e aggiungere altri particolari di estrema importanza relative al racket delle mediazioni agricole e alle dinamiche di scalate ai vertici dei clan”.
Il difensore, in particolare, sollecita la concessione delle attenuanti generiche e di quelle speciali previste per i collaboratori di giustizia. “Merita una condanna giusta – ha detto – che tenga conto del percorso di dissociazione”. Scozzari, quindi, ha chiesto di produrre i verbali delle ultime deposizioni dell’ex avvocato Porcello.
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Insieme a lui ha illustrato il suo intervento conclusivo pure l’avvocato Giacinto Paci chiedendo l’assoluzione del boss Calogero Di Caro nei confronti del quale è stata chiesta, da parte della procura generale, la conferma della condanna a 20 anni di carcere.
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