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«Il governo è al lavoro per presentare la legge di bilancio, che non si allontanerà dai cardini che hanno ispirato la politica economica di bilancio del governo in questi due anni. La finanza pubblica è di nuovo sotto controllo e dopo avere ereditato la situazione disastrosa dovuta all’impatto dei bonus edilizi, le scelte fondate su responsabilità e realismo hanno portato risultati e già nel 2024, in anticipo sulle nostre previsioni, dovremmo riuscire a tornare in avanzo primario, ovvero lo Stato risparmierà più di soldi quanti ne spende al netto del costo del debito pubblico».

Parola del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti intervenuto da remoto all’assemblea generale di Federmeccanica in corso al museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, a Portici.

Il consolidamento

«Il percorso di consolidamento continuerà perché ridurre il debito è un dovere morale verso le nuove generazioni, oltre che la strada per poter liberare per la crescita risorse oggi destinate a pagare interessi» ha proseguito Giorgetti. «Restano ferme le priorità, prima di tutto il sostegno ai salari, e confermo quanto detto in questa sede un anno fa, in un contesto di ristrettezza delle risorse il primo impegno è la riduzione dell’imposizione sui redditi da lavoro. Siamo impegnati a confermare le misure in vigore e a renderle strutturali, ovviamente quello che può fare il governo per i salari sarà tanto più efficace quanto veloce sarà il rinnovo dei contratti per questo seguirò con attenzione il lavoro in corso tra Federmeccanica e sindacati per il rinnovo del contratto nazionale, e confido che anche in questo caso la meccanica possa avere un ruolo di ispirazione e di guida». 

Il tifo per la Germania

L’Italia – che è e deve restare un grande Paese industriale – come prima tifosa della Germania, da cui dipende la salute dell’area Euro. «Che l’Italia resti un grande Paese industriale è’ un imperativo – ha sottolineato Giorgetti – prima di tutto per la solidità del bilancio dello Stato. Rispetto alla vostra assemblea del 2023 dobbiamo registrare il peggioramento nella zona Euro e in Italia della produzione industriale che non lascia stare la metalmeccanica, soprattutto per la dinamica negativa di autoveicoli e autorimorchi. L’andamento del settore in Italia, pur migliore della media dell’Unione a 27, presenta da diversi trimestri il segno meno. La dinamica – ha spiegato il ministro – è influenzata sicuramente dalla forte interconnessione con la Germania la cui caduta solo ora sembra essersi parzialmente arrestata e questo ci ricorda che accontentarsi di andare un po’ meglio dei vicini di casa è un’illusione quando viviamo in un’economia integrale, vale oggi per l’Italia, dovrebbe valere per gli altri grandi Paesi europei quando vanno meglio di noi. Siamo i primi quindi ad auspicare una ripresa della Germania». «L’andamento della meccanica – ha proseguito Giorgetti – evidenzia che l’industria già opera in una dimensione europea, una constatazione che dovrebbe far riflettere sui limiti dell’ attuale modello in Europa». 

Il sostegno alla natalità 

Il «sostegno alla natalità” è una «priorità che resta salda dall’insediamento del governo: lo scenario zero, ovvero non fare nulla, significherebbe andare diritti verso il disastro. Con i dati attuali sulle nascite non c’è futuro per il sistema previdenziale ma neanche per quello produttivo e anche in questo caso mettere chi vuole far figli in condizione di farlo è un imperativo morale ed economico» ha continuato il ministro. «Continueremo – ha aggiunto il ministro – a dedicare attenzione alle imprese che investono con Transizione 5.0. Per tutto il 2025 sarà operativo uno stimolo trasversale e investimenti in bene avanzati, una misura che aiuterà ad equilibrare il peso della domanda interna a fronte della debolezza dei mercati stranieri. Continueremo a lavorare sulla sburocratizzazione a partire dal fisco, sull’investimento in capitale umano e soprattutto sulla riduzione del corso dell’energia sostenendo la ricerca delle nuove forme di nucleare. Sono tutti obiettivi che un governo stabile con un orizzonte può e deve porsi; inoltre il presidente Visentin ha posto attenzione al tema delle aggregazioni e non solo è un obiettivo condivisibile ma è anche l’unica strada per raggiungere la dimensione di scala adeguate ad affrontare le trasformazioni in corso, prime tra tutte quelle dovute all’impatto dell’intelligenza artificiale sui processi imprenditoriali». «I dati ci dicono – ha concluso Giorgetti – che anche nel segmento delle imprese medie la produttività italiana è più alta di quella dei nostri concorrenti, insomma i processi di fusione partono necessariamente dalla volontà degli imprenditori ma chi vuole intraprendere questo percorso sappia che avrà il governo al suo supporto» Da Giorgetti infine un pensiero alle imprese colpite dall’alluvione dell’Emilia Romagna: «Nei momenti più difficili – ha ricordato – le imprese italiane sono sempre state capaci di tirar fuori dai guai il Paese e loro stessi e sono sicuro che ciò avverrà anche questa volta». 

Le parole di Orsini

Il caro energia «che penalizza le imprese e le famiglie» tra i temi trattati dal presidente di Confindustria Emanuele Orsini a chiusura della due giorni di Federmeccanica a Pietrarsa. «Il ricorso al nucleare è fondamentale – ha sottolineato il numero uno degli industriali italiani – con un approccio graduale che premi l’eccellenza di imprese italiane che sono all’avanguardia nella sperimentazione. L’idea di realizzare microgeneratori di energia nucleare da installare nell’ambito delle aziende è fattibile e l’apertura del governo sul tema è importante». «C’è poi il grande tema della produttività: è cresciuta anche da noi ma ancora poco rispetto agli altri Paesi europei. Ma qui – spiega Orsini – dobbiamo fare tutti qualcosa perché non è pensabile che la logistica, ad esempio quella del nostro Paese – sia ancora al 18esimo posto in Europa mentre la Germania è al quarto». Infine il ruolo del risparmio privato: circa 330 miliardi finiscono dall’Europa agli Stati Uniti che li impiegano per acquistare spesso beni prodotti in Europa. «Andrebbero piuttosto utilizzati – l’idea di Orsini – per rendere concreta l’ipotesi avanzata da Draghi di creare debito comune per fronteggiare Usa e Cina negli investimenti strategici».



 

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