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Continua il lavoro della commissione d’accesso inviata dal ministero dell’Interno per valutare le possibili commistioni tra l’amministrazione comunale e la criminalità organizzata. Un lavoro che si sta rivelando approfondito e che vede il diretto coinvolgimento dei consiglieri comunali, convocati per affrontare i diversi temi affrontati dal collegio ispettivo composto da Maurizio Masciopinto, Laura Mattiucci e Gianfranco Mozzillo.

Proprio i colloqui richiesti dalla minoranza erano finiti nel mirino della maggioranza alimentando polemiche con il centrodestra ma i tre commissari hanno deciso di convocare direttamente i consiglieri e gli assessori interessati.


Nella giornata di lunedì, infatti, a sfilare a Palazzo Vecchio sono stati il capogruppo di Forza Italia, Donato Aspromonte (che aveva chiesto un confronto, tramite il segretario generale Salvatore Massi, con la triade), il consigliere di maggioranza Michele Picozzi e l’ex assessora al Patrimonio, Annamaria Sadutto, entrambi convocati dalla commissione.

I confronti

L’incontro di Aspromonte con la commissione è stato, per contenuti e modalità, speculare a quello avvenuto con il gruppo della Lega. I funzionari hanno preso atto della disponibilità del capogruppo azzurro e raccolto le segnalazioni sull’attività amministrativa portata avanti in questi tre anni. Decisamente più interessante l’audizione di Picozzi e Sadutto che conferma l’approfondimento, da parte della commissione d’accesso, dei temi amministrativi a cui erano delegati gli ex assessori Massimiliano Marzo ed Emiliano Casale. Un lavoro certosino come attestano gli approfondimenti documentali richiesti agli uffici comunali sui temi della mobilità.

I temi

Allo studio delle autorità è infatti finita la gestione dei parcheggi e della mobilità nel capoluogo: il project financing con KCity, la dibattuta riapertura del parcheggio Pollio, i lavori mai partiti al parcheggio interrato di piazza IV Novembre e, ancora, la vertenza con il consorzio Cogein per la gestione del parcheggio sotterraneo di piazza Carlo di Borbone. Particolarmente complessa appare la vicenda della ex Caserma Pollio dove, lo scorso mese di luglio, gli agenti della Polizia Locale accertarono la mancanza di contratto e segnalarono problemi nel rispetto degli obblighi di sicurezza sia al settore Attività Produttive che alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

Già chiesti agli uffici le fideiussioni presentate dal concessionario, i documenti contabili dei flussi di denaro tra Comune e impresa (per attestare i pagamenti e fugare dubbi suo mancati versamenti in assenza di contratto) e le note prodotte dal comandante della Polizia locale Antonio Piricelli. E le audizioni dei consiglieri continueranno anche nei prossimi giorni con il coinvolgimento della minoranza e della maggioranza. Il prossimo sull’elenco è il consigliere di Caserta Decide Raffaele Giovine per fare chiarezza sulla segnalazione prodotta all’autorità nazionale anticorruzione proprio sull’affidamento in gestione del Pollio.

Il clima

Un clima che non semplifica i rapporti tra maggioranza e minoranza come evidenziato dal malumore espresso dal consigliere socialista Gianluca Iannucci che ha chiesto al presidente della commissione di controllo atti di Bilancio e Patrimonio Fabio Schiavo (Lega) di farsi da parte dalla guida del gruppo di garanzia. Proposta irricevibile per il capogruppo della Lega Alessio Dello Stritto che difenda il collega: «La presidenza delle commissioni di controllo sono riservate alla minoranza e non può essere il colloquio con la commissione d’accesso una discriminante, anzi – sostiene Dello Stritto – è un sintomo di legalità e di trasparenza, tanto è vero che altri consiglieri sono stati auditi o perché ne hanno fatto richiesta o perché sono stati convocati».

Scetticismo sull’utilità delle audizioni dei consiglieri è invece espressa da Giovanni Lombardi decano dell’assemblea cittadino (Moderati-Insieme per Caserta): «Ognuno si comporta come meglio ritiene opportuno, non sono nessuno per giudicare chi pensa di poter dare un contributo. Se uno ritiene che è giusto ci vada. La commissione ha un compito, chiarire se ci sono atti dell’Ente che hanno favorito la criminalità organizzata, il resto – conclude – non saprei dire cosa c’entra».

La ricerca delle connessioni con la criminalità organizzata, però, passa per lo studio degli atti e l’interlocuzione con i consiglieri. Se da questi risulteranno solo problemi di natura amministrativa e contabile il materiale raccolto sarà trasmesso alle autorità di competenza (Procura e Corte dei Conti) aprendo tutto un altro scenario.



 

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