Quando si parla di italiani all’estero, spesso, si tende a porre l’accento sui problemi del Bel Paese e sui motivi che spingono alcuni giovani a emigrare. Tuttavia, in molti luoghi del mondo, ci sono italiani che non pensano di essere “fuggiti” dalla Penisola e che, al contrario, si sentono parte attiva in progetti di rilevanza internazionale. È il caso di Marzia Parisi, ex ricercatrice in Italia, che oggi lavora a Pasadena, negli Stati Uniti, presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA. Il focus dei suoi studi, al momento, riguarda il pianeta Giove. Marzia è parte del team della missione Juno, la sonda che dal 2016 è in orbita attorno al pianeta. L’attività dei gruppi di studio come questo è intesa a far progredire le conoscenze dell’umanità in merito all’esplorazione del sistema solare.
Una studiosa dello spazio tra i giovani italiani all’estero
Marzia Parisi è nata a Roma, dove ha conseguito un dottorato presso l’Università La Sapienza. Già durante tale periodo ha partecipato ad alcune missioni dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) e della NASA: ciò le ha consentito di approdare, in un secondo tempo, nella sede della NASA in California, dove lavora da otto anni. Per sua ammissione, a portarla fuori dall’Italia non è stata una mancanza di opportunità lavorative, ma piuttosto il suo interesse per lo spazio, unito al desiderio di metterlo a frutto là, dove fosse più utile.
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Il settore di studio in cui si muove la ricercatrice è interessato alla struttura interna dei pianeti: essa, nello specifico, può essere determinata misurando con accuratezza il campo di gravità. La sonda Juno, seguita in modo costante dalla NASA, è in orbita attorno a Giove, che è un pianeta gassoso: perciò, il contributo apportato da Marzia Parisi riguarda in particolare lo studio dei venti. L’obiettivo di simili ricerche, spesso considerate lontane dalla vita d’ogni giorno, è in realtà quello di rendere i pianeti più “accessibili” alla conoscenza umana, accrescendo le sue future prospettive: dunque, qualcosa di estremamente concreto.
La missione Juno: studiare un pianeta per conoscerne altri
La NASA ha lanciato la missione spaziale Juno nel 2011 a bordo di un razzo e, nel 2016, essa è arrivata a destinazione. Avendo ottenuto ottimi risultati, si è deciso di prolungarne la durata sino alla fine del 2025. Fino a oggi, quella di Juno è stata la seconda sonda spaziale a inserirsi in orbita attorno a Giove. Inoltre, essa è la prima missione verso un pianeta del sistema solare esterno a utilizzare pannelli fotovoltaici, anziché generatori termoelettrici a radioisotopi.
In una prospettiva di medio e lungo termine, la missione intende analizzare le caratteristiche di Giove in quanto rappresentante dei “pianeti giganti”, essendo il più grande del sistema solare. Dallo studio di Giove, infatti, è possibile ricavare le conoscenze necessarie per capire l’origine del sistema solare, oltre a quella di altri sistemi planetari che si stanno scoprendo.
Dagli italiani all’estero un insegnamento per la Penisola
Dalla vicenda di Marzia Parisi, e da quelle di altri studiosi italiani all’estero che hanno avuto incarichi importanti, si può trarre un preciso insegnamento per il Bel Paese, che riguarda l’importanza del mestiere del ricercatore. Infatti, se i numeri dimostrano che il lavoro dei ricercatori italiani all’estero è in genere premiato, non sempre si può dire lo stesso per i giovani rimasti in Italia a dare il proprio contributo.
Creare condizioni che rendano vantaggioso, per molti studiosi, il ritorno in Italia dev’essere prioritario non solo per le istituzioni, ma anche per la stessa società civile. Perché chi investe nella ricerca, in qualunque settore scientifico, intende soprattutto investire nel futuro.
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