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A che punto è il decreto legislativo di revisione del regime impositivo dei redditi, di attuazione della riforma fiscale? Il testo è in stand by, così come le relative misure: dal bonus dipendenti alle novità sulle regole di calcolo dei redditi degli autonomi

Sono diverse le novità che troverebbero spazio nel decreto legislativo di revisione del regime impositivo dei redditi, attuativo di una parte della riforma fiscale.

Il condizionale è d’obbligo perché dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri in esame preliminare, che risale allo scorso 30 aprile, il testo su IRPEF e IRES non ha proseguito il suo iter.

Sarebbe fermo presso la Ragioneria Generale dello Stato. Insieme al testo sono in stand-by anche le misure inserite: dal bonus dipendenti alle novità sul calcolo dei redditi degli autonomi.

Decreto legislativo IRPEF e IRES: a che punto si è fermato l’iter?

Che fine ha fatto il decreto legislativo sulla revisione del regime impositivo dei redditi, IRPEF e IRES?

Dopo la presentazione nella conferenza stampa del 30 aprile, al termine della riunione dell’esecutivo dello stesso giorno, non si hanno più notizie ufficiali.

In quell’occasione il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, aveva dato conto del fatto che il Consiglio dei ministri aveva approvato in via preliminare il tredicesimo decreto legislativo di attuazione della riforma fiscale.

Da allora sono passati oltre quattro mesi e mezzo e il testo sembra essersi bloccato. Stando a quanto anticipato dal quotidiano Avvenire lo scorso 10 agosto sarebbe fermo alla Ragioneria Generale dello Stato.

Non avrebbe quindi proseguito il suo iter che, dopo l’approvazione in esame preliminare, prevede il passaggio alle Commissioni parlamentari e il ritorno in Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva del decreto legislativo.

A tale fase segue poi l’adozione di appositi provvedimenti attuativi da parte dei Ministeri chiamati in causa. Il testo però sarebbe ancora alle fasi iniziali del percorso, perché non avrebbe ancora raggiunto le Commissioni parlamentari.

Restano quindi in stand by le misure annunciate dal governo: tra queste il bonus dipendenti, anche detto bonus befana, e le novità sul calcolo dei redditi degli autonomi.

Dal bonus dipendenti ai redditi degli autonomi: cosa contiene il decreto in stand by

Sono diverse le misure che sarebbero inserite all’interno del decreto legislativo in materia di IRPEF e IRES, stando a quanto indicato nel comunicato stampa del Consiglio dei ministri.

Tra queste ci sono le novità relative al lavoro dipendente, con l’esclusione dal calcolo del reddito di premi e contributi versati dal datori di lavoro per i familiari a carico dei dipendenti per prestazioni, anche in forma assicurativa, che hanno ad oggetto il rischio di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana e il rischio di gravi patologie.

C’è poi il cosiddetto bonus 100 euro, che sarebbe introdotto a partire dal mese di gennaio 2025 a determinate condizioni:

  • reddito complessivo non superiore a 28.000 euro;
  • coniuge non separato e almeno un figlio:
    • entrambi a carico;
    • almeno un figlio a carico, se l’altro genitore manchi o non abbia riconosciuto il figlio e il contribuente non sia coniugato o, se coniugato, si sia successivamente separato;
    • se vi siano figli adottivi, affidati o affiliati del solo contribuente e questi non sia coniugato o, se coniugato, si sia successivamente separato;
  • imposta lorda determinata sui redditi da lavoro dipendente d’importo superiore a quello delle detrazioni spettanti (dal calcolo sono esclusi pensioni e di assegni equiparati).

Ci sono poi le novità in materia di redditi di lavoro autonomo, a cui si applicherà il principio di onnicomprensività.

Il reddito sarà costituito dalla differenza tra tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta in relazione all’attività artistica o professionale e l’ammontare delle spese sostenute nel periodo stesso nell’esercizio dell’attività.

Dal calcolo saranno esclusi:

  • i contributi assistenziali e previdenziali;
  • le somme percepite come rimborso delle spese sostenute per l’esecuzione di un incarico e addebitate al committente;
  • il riaddebito ad altri soggetti delle spese sostenute per l’uso comune degli immobili utilizzati, anche promiscuamente, per l’esercizio di tali attività e per i servizi ad essi connessi.

Ulteriori misure riguarderanno la tassazione dei redditi diversi, con regole specifiche in relazione alle donazioni.

Sono inoltre previste nuove regole anche in materia di redditi d’impresa, con il versamento di un’imposta sostitutiva del 18 per cento ai fini IRES e del 3 per cento ai fini IRAP.

Ulteriori norme riguarderanno i redditi per i terreni, con la modifica della disciplina relativa alla determinazione del reddito agrario.

Con le nuove regole si includerà anche le attività non incentrate sullo sfruttamento diretto del terreno agricolo, per il calcolo del reddito.

Queste e altre misure saranno approvate al termine dell’iter del decreto legislativo, che è ancora lontano dall’approvazione definitiva da parte del Consiglio dei ministri.

 

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