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di Redazione

Il progetto Plastic Free va via via consolidandosi in Molise grazie all’impegno dei referenti e dei volontari nelle numerose iniziative.

La collaborazione con i comuni è una parte molto rilevante del cammino intrapreso verso una maggiore sensibilizzazione sui pericoli dell’inquinamento da plastica, tanto è vero che nelle scorse ore è stato rinnovato il protocollo d’intesa tra il Comune di Campobasso, nelle persone della Sindaca Marialuisa Forte e dell’Assessore con delega all’Ambiente Simone Cretella, da una parte, e Plastic Free Onlus con l’Avv. Giuseppe Fabbiano, Referente Regionale Molise e Segretario generale Abruzzo“E’ per noi un piacere poter condividere le finalità di Plastic Free – dichiara l’Assessore all’ambiente Simone Cretella – attraverso un protocollo d’intesa che intensificherà il rapporto di collaborazione, già attivo e proficuo da diversi mesi, tra il Comune, i volontari e l’associazione. L’amministrazione comunale da sempre sostiene e promuove tutte le forme di partecipazione attiva ed in particolar modo quelle animate dalla forme più autentiche del volontariato; siamo certi che l’attività di Plastic Free, sia per quanto concerne l’educazione ambientale e la sensibilizzazione sul tema della riduzione dei rifiuti, sia per le iniziative operative di pulizia e bonifica di aree pubbliche colpite dal fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, contribuirà in maniera sensibile ad incrementare la cultura del rispetto dell’ambiente e della tutela dei beni comuni” conclude l’Assessore. “Per l’associazione questo è un giorno molto importante perché anche il Comune di Campobasso, capoluogo del Molise, ha scelto di percorrere al nostro fianco un cammino di sostenibilità, sicuramente già intrapreso dall’ente, riconoscendo in Plastic Free e nei suoi referenti il giusto partner ed interlocutore per un miglioramento complessivo in ottica di sensibilizzazione verso uno sviluppo sostenibile” dichiara l’avvocato Fabbiano. Con la sottoscrizione del protocollo si dà il via a numerosi eventi di natura volontaristica, che coinvolgeranno gli alunni delle scuole di vario ordine e grado, così come eventi di Cleanup (pulizie ambientali) o passeggiate ecologiche, ed altri progetti che verranno presentati nei prossimi mesi che vedranno la collaborazione diretta anche di altre Istituzioni locali. Le microplastiche sono minuscoli pezzi di plastica con un diametro inferiore a 5 mm che derivano dal disfacimento di oggetti di vario tipo, dalle buste alle bottiglie, dai giocattoli agli imballaggi per alimenti, a tantissimi altri oggetti di uso comune. Sono frammenti molto piccoli e per questo possono essere trovate ovunque: non solo in mare – come già sappiamo – ma anche nei suoli, nel cibo che mangiamo e nell’acqua che beviamo. La loro pericolosità sta nella composizione chimica e nel fatto che si disintegrano, ma non scompaiono. Infatti, i pesci spesso e volentieri ingeriscono questi minuscoli frammenti, che entrano nella catena alimentare fino ad arrivare nei nostri piatti. Un recente contributo di Rinnovabili.it ha affrontato gli effetti delle microplastiche sulla proliferazioni dei batteri, grazie ad uno studio dell’Istituto di Ricerca sulle acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Verbania (CNR-Irsa), in collaborazione con l’Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna (Svizzera) e Texas A&M University (Stati Uniti). Gianluca Corno, di CNR-Irsa, afferma che: «Nel nostro studio abbiamo prima quantificato la presenza di microplastiche e di particelle organiche di origine naturale, quindi abbiamo analizzato le comunità batteriche presenti su entrambi i substrati e la presenza di resistenze ad antibiotici e metalli pesanti. In particolare, abbiamo rilevato che la maggior parte delle particelle di microplastica non seleziona “nuovi” batteri – non si generano cioè, dal punto di vista microbiologico, nuovi inquinanti – ma offre un supporto addizionale su cui proliferano comunità batteriche molto simili a quelle presenti sulle particelle naturali. Tali comunità, che rivestono le particelle sotto forma di sottilissimi biofilm, sono molto diverse da quelle che vivono in acqua, e comprendono anche specie patogene per gli esseri umani o per gli animali, come Vibrio, Alteromonas, Pseudoalteromonas. Ad oggi, il rischio batteriologico legato a infezioni provocate da batteri patogeni che crescono in acqua di mare è relativamente basso, soprattutto in mari estremamente poveri di nutrienti e in acque fredde, che limitano la crescita di queste specie batteriche». Tuttavia, la situazione sta rapidamente cambiando a causa del riscaldamento climatico, infatti: «Le acque sempre più calde dei nostri mari daranno a questi batteri un grande vantaggio ecologico, perché li renderanno più competitivi rispetto ai batteri marini non-patogeni, come si è già visto con il forte incremento di infezioni causate da specie patogene, tra cui Vibrio, nelle acque costiere dell’America Settentrionale. Tra essi, infatti, rientrano anche specie patogene per gli esseri umani che, oltre a rappresentare un pericolo per persone e animali, possono compromettere attività come la balneazione e in generale l’uso dell’acqua. Se a questo fenomeno aggiungiamo la già massiva presenza di microplastiche, substrati ideali che aumentano la disponibilità di micro-habitat adatti a tali batteri, la loro proliferazione sarà ulteriormente favorita». L’effetto quindi dell’inquinamento da plastica, attraverso anche l’incremento della presenza di microplastiche, e il riscaldamento climatico che viviamo quotidianamente può portare anche ad una proliferazione batterica trasmissibile all’uomo. Per questo motivo in Molise, come in tutta Italia, è necessario potenziare le coscienze sull’importanza della riduzione dell’uso di plastica, attraverso una scelta più consapevole dei prodotti e il riuso dei contenitori. Il mare ha una forza dirompente che è tale solo grazie all’unione di ogni singola goccia. https://www.plasticfreeonlus.it/ .

 

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