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Conosciamo meglio il nostro territorio: Il Patrimonio Naturale

L’8 febbraio 2022 sono state approvate le modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione, che introducono la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli animali tra i principi fondamentali della Carta costituzionale.

Con la modifica dell’articolo 9, la legge costituzionale introduce tra i principi fondamentali la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.

La riforma è intervenuta anche sul secondo comma dell’articolo 41; la nuova formulazione dispone che l’attività economica privata è libera, e non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana (1).

Queste rilevanti modifiche costituzionali associano quindi la tutela del paesaggio a quella dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi; ne deriva direttamente che l’iniziativa economica pubblica e privata non può svolgersi in contrasto con la salute e l’ambiente.

SGUARDO LOCALE

In tema di paesaggio, biodiversità degli ecosistemi, valore storico, architettonico e culturale il Monte Pisano rappresenta sicuramente un patrimonio straordinario che richiede energie altrettanto straordinarie perché sia preservato da progressivi fenomeni di degrado e abbandono, sia tutelato e valorizzato.

Come abbiamo visto nell’ultimo articolo di questa rubrica, pubblicato il 5 e 12 settembre scorsi, il territorio si estende complessivamente su circa 16.500 ettari (limite assunto per convenzione: anello strada pedemontana); di questi circa 11.700 (2) sono coperti da boschi e 2.350 ettari da oliveti; nell’insieme quindi dell’85% della superficie è coperta da vegetazione naturale.

Qui di seguito il dettaglio dell’uso e copertura del suolo (UCS Geoscopio Regione Toscana)

E’ però necessario sapere che il valore del soprassuolo forestale del Monte Pisano è molto limitato quando addirittura non fosse negativo, come nella maggior parte dei casi, il che rende antieconomici interventi di gestione attiva dei boschi; allo stesso modo la gestione dell’olivicoltura di Monte (non a caso spesso definita “eroica”) è caratterizzata da forti elementi di antieconomicità.

Questo fattore antieconomico spiega il comprensibile progressivo processo di abbandono della gestione attiva del patrimonio vegetale in corso da anni (3); a questo si aggiungono le criticità tipicamente diffuse nelle aree agroforestali interne del paese.

Tra queste caratterizzano il nostro comprensorio:

  • l’elevata frammentazione fondiaria (sia pubblica che privata)
  • la scarsa propensione alla gestione associata
  • la scarsa diffusione di strumenti di pianificazione
  • la complessità del sistema normativo e vincolistico
  • la mancanza del riconoscimento e quantificazione in termini economici dei servizi ecosistemici generati dal patrimonio naturale e dalla sua gestione sostenibile

PROPOSTA

Senza sostenibilità economica è difficile pensare a politiche di gestione del territorio che siano sostenibili anche da un punto di vista ambientale e sociale.

La tutela del complesso agroforestale del territorio, e quindi la garanzia di continuità del presidio della sua comunità di persone, non può più prescindere dalla quantificazione del suo valore naturale, cioè quel valore che gli stessi boschi e l’olivicoltura terrazzata per il solo fatto di esistere forniscono in termini di benefici alla collettività:

  • qualità dell’aria (4)
  • stabilizzazione dei versanti
  • riduzione del rischio idrogeologico
  • mitigazione dei cambiamenti climatici
  • fruibilità
  • attrattività turistica

E’ dunque indispensabile attivare meccanismi di pagamento dei servizi ecosistemici generati dagli ecosistemi agroforestali locali così da retribuire quel valore naturale addizionale che la loro gestione assicura.

In un bosco gestito la chioma di un albero può arrestare fino a 200 litri di acqua; l’insieme delle chiome di una foresta possono evitare che un improvviso temporale estivo, anche eccezionale, si trasformi in una colata di acqua e fango (5).

Il ciclo produttivo olivicolo assicura l’assorbimento di 10,65 kg di CO2 per ogni chilo di olio di oliva prodotto (6).

Questi esempi di valori addizionali assicurati nel tempo attraverso la gestione attiva di un bosco o di un oliveto non sono pagati dal prezzo di mercato del legname dal prezzo di mercato dell’olio.

Più in generale le risorse naturali quali le foreste, i sistemi agricoli e le aree umide oltre ai prodotti forniscono servizi come la depurazione delle acque, la mitigazione del cambiamento climatico e la conservazione della biodiversità (7).

Solo la “monetizzazione” di questi servizi attraverso l’attivazione del meccanismo PES (Payment Ecosystem Services) può rendere economicamente sostenibile l’attività di gestione forestale come quella di gestione dell’olivicoltura terrazzata, attivando un ciclo virtuoso di sostenibilità ambientale e sociale.

A meccanismi pubblici di sostegno ai servizi ecosistemici si possono quindi associare partnership tra privati. I PES sono sempre più adottati per contrastare la perdita e il degrado dei servizi ambientali in tutto il mondo ! (7)

Va da che la messa in funzione del meccanismo che riconosce il valore naturale del patrimonio vegetale del Monte deve essere accompagnata da un capillare lavoro di aggregazione delle persone e quindi delle proprietà, in forme stimolanti, agili e snelle; la gestione di un oliveto e tanto più di un bosco genera economie di scala solo se affrontata in una logica di area vasta e con prospettive di medio e lungo periodo.

Un primo tentativo di pianificazione collettiva del nostro patrimonio boscato è stato portato a buon fine dalla Comunità del Bosco del Monte Pisano che ha aggregato 54 proprietari di boschi (privati e pubblici) per una superficie complessiva di circa 1.025 ettari e, grazie ad un finanziamento erogato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (ora MASAF), ha redatto un piano collettivo di gestione forestale attiva e responsabile.

Non solo, ma attraverso una piattaforma web-gis dedicata https://montepisano.sis-te.com/ ,sta attivando il meccanismo PES per incontrare soggetti privati (soprattutto imprese del territorio) attenti ai temi ambientali, disponibili e interessati a finanziare l’attuazione di quanto previsto dal piano.

In cambio il soggetto finanziatore può valorizzare il suo intervento in termini di immagine e marketing.

(1)https://www.legance.it/la-tutela-dellambiente-entra-in-costituzione-e-ora/

(2)PIT Piano Indirizzo Territoriale – Regione Toscana

(3)Nel 1978 la superficie coltivata ad oliveto sul Monte Pisano copriva circa 2.700 ettari; ricerca Prof. M.Rovai DiSAAA – UNIPI

(4)Un acero (Acer plantanoides) nei suoi primi 20 anni di vita assorbe mediamente 3,8 ton. di CO2, 190 kg/anno;

un cerro (Quercus cerris) nei suoi primi 20 anni di vita assorbe mediamente 3,1 ton. di CO2, 155 kg/anno.

STEB Srl Sicurezza Ambiente Energia Acustica Antincendio Formazione – giugno 2017 – CNR Biometereologia Bologna.

(5)G. Vacchiano, La resilienza del Bosco – 2019

(6)Consiglio Oleicolo Internazionale – aprile 2018

https://www.internationaloliveoil.org/1075-co2-ndash-coi-la-produzione-mondiale-di-olio-assorbirebbe-le-emissioni-di-co2-di-
una-citta-come-hong/?lang=it

(7)https://www.etifor.com/it/wp-content/uploads/sites/2/2017/04/Pagamenti-per-i-servizi-ecosistemici-PES-e-casi-studio.pdf

Nei numeri del 5 e 12 settembre 2024 è stato trattato il tema del consumo di suolo.

Al tema pubblicato oggi sul patrimonio naturale, seguiranno nei prossimi numeri gli altri capitoli: mobilità, risorsa acqua & rifiuti



 

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