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(Foto di jacqueline macou da Pixabay)

Accolto il ricorso delle associazioni ambientaliste Lega Abolizione Caccia, WWF, LIPU, LAV, LNDC

Per l’avifauna inizio posticipato al 2 ottobre. L’assessore regionale Beduschi: “Decisione che penalizza i cacciatori lombardi”. Il consigliere regionale Zamperini: “Ricorsi strumentali e metodici”

LECCO – La stagione venatoria 2024-2025, in Lombardia, non partirà come previsto per l’avifauna a causa di una decisione del TAR. Il tribunale ha accolto il ricorso presentatodalle associazioni ambientaliste Lega Abolizione Caccia, WWF, LIPU, LAV, LNDC (che hanno impugnato il calendario venatorio integrativo della Regione Lombardia varato lo scorso 15 luglio) sospendendo temporaneamente l’apertura della caccia fino al 2 ottobre. Questo significa che, seppur limitata ad alcune specie, l’avifauna rimarrà esclusa dalla caccia per il momento.

Una decisione che ha suscitato reazioni immediate da parte della Regione e dei rappresentanti politici. Alessandro Beduschi, assessore regionale all’agricoltura, sovranità alimentare e foreste, non ha nascosto il suo disappunto. “Una decisione che lascia increduli e che penalizza profondamente i cacciatori lombardi e l’intera amministrazione regionale”, ha commentato, sottolineando come il calendario venatorio regionale fosse stato concepito in modo equilibrato e che l’intervento del TAR fosse avvenuto in tempi anomali. “Contestare il nostro provvedimento, adottato oltre due mesi fa, a ridosso dell’apertura della stagione venatoria, è un chiaro tentativo di arrecare il massimo danno possibile”, ha aggiunto, lamentando come le argomentazioni della Regione non siano state considerate nella sentenza.

Beduschi ha anche assicurato che l’amministrazione regionale continuerà a difendere con forza i diritti dei cacciatori lombardi, una categoria che, come ricordato dallo stesso assessore, “impegna decine di migliaia di cittadini che pagano regolarmente le licenze e hanno dei diritti costituzionali”.

Anche il Consigliere Regionale lecchese, Giacomo Zamperini, si è espresso in merito, lodando la fermezza di Beduschi. “È evidente che questi ricorsi sono assolutamente strumentali e metodici”, ha affermato Zamperini, criticando l’uso dei Tribunali Amministrativi per ritardare l’avvio della stagione venatoria. Ha inoltre sottolineato l’importanza economica della caccia per il bilancio regionale e il contributo dei cacciatori nella gestione del territorio e della fauna selvatica. Zamperini ha concluso il suo intervento invitando il mondo venatorio a far sentire la propria voce in modo unitario e deciso, ribadendo l’urgenza di reagire contro una situazione che rischia di penalizzare non solo i cacciatori ma anche l’intera comunità rurale.

La questione, dunque, resta aperta, con la Regione che promette di continuare a difendere il calendario venatorio e le associazioni ambientaliste determinate a far valere le loro istanze, in un confronto che si preannuncia lungo e complesso.

 

 

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