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Da diversi anni, in Italia, si osservano delle criticità che incidono sulle decisioni delle coppie nel mettere al mondo dei figli: l’allungarsi dei tempi di formazione, le difficoltà nel trovare un lavoro stabile, la bassa crescita economica, il problematico accesso al mercato delle abitazioni.

Secondo il report delle nascite rilevato da Istat, la media è di 1,2 bambini per ogni mamma.

Ragione per cui dai piani del Governo – attualmente impegnato nella manovra finanziaria per il 2025 – è emersa la volontà di continuare ad incentivare le lavoratrici madri e supportare la natalità. In particolare sembra essere confermato il bonus mamme: misura, questa, concepita proprio come uno strumento per incentivare le nascite in Italia.

Il beneficio – sembra utile ricordare – è stato introdotto con la legge n. 213 del 30 dicembre 2023 (legge di bilancio 2024).


Ma quali sono, nel dettaglio, le caratteristiche di questo beneficio?

Il bonus mamme prevede l’esonero dalla contribuzione previdenziale a carico delle mamme lavoratrici, che abbiano però almeno tre figli a carico, di età sino a 18 anni.
L’esonero contributivo è previsto nel limite massimo di 3 mila euro annui, da riparametrare su base mensile. Di conseguenza, la soglia massima di esonero dalla contribuzione dovuta dalla lavoratrice, riferita al periodo di paga mensile, è di 250 euro, pari cioè ad euro 3.000/12.

A quali madri lavoratrici la misura è rivolta?

Possono beneficiare dell’agevolazione le madri lavoratrici che abbiano un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, sia nel settore pubblico che nel settore privato, ad eccezione però dei rapporti di lavoro domestico.

Il bonus spetta dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026.

Tuttavia – in via sperimentale e relativamente al solo anno 2024 – il beneficio dell’agevolazione è stato esteso anche alle donne lavoratrici con due figli a carico, ma fino al mese del compimento del decimo anno d’età del figlio più piccolo. Il requisito di tre figli o due figli si intende raggiunto alla nascita del terzo o secondo figlio.

Per il 2025 le incertezze vertono proprio in ordine alla riconferma della misura, prevista solo in via sperimentale per le mamme con due figli. Per le mamme con tre figli, invece, il beneficio rimarrà sicuramente in vigore a tutto il 2026.

Si segnala, infine, che nella circolare INPS 31 gennaio 2024, n. 27 sono state fornite le indicazioni operative in merito all’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri di tre o più figli, con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.
Per agevolare la fruizione dell’esonero, le lavoratrici dei settori pubblico e privato possono comunicare, al datore di lavoro, la volontà di beneficiare del bonus ed informarlo del numero dei figli e dei relativi codici fiscali. La lavoratrice, che intenda trasmettere direttamente all’Istituto le informazioni relative ai codici fiscali e ai dati anagrafici dei propri figli, potrà farlo in autonomia tramite la nuova applicazione denominata “Utility esonero lavoratrici madri”.



 

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