diDimitri Canello
Vicentino, 26 anni, e una passione per il calcio sin da quando era piccolo: «Esibirmi davanti a 30mila persone a Marassi la più grande soddisfazione. Ma chi pratica freestyle non è detto che sia anche un ottimo calciatore»
Una sequenza infinita di palleggi, uno spot per la città di Vicenza con una passeggiata di oltre un’ora palleggiando senza mai fermarsi e senza far cadere la palla. Matteo Cozza, 26 anni, freestyler vicentino, ha una passione per il calcio sin da quando era bambino. Ma la vera sfida si chiama freestyle, ossia esibizioni di pura tecnica, che non necessariamente si abbinano alla capacità di giocare a calcio, come lui stesso sottolinea.
Matteo Cozza, perché freestyle e calcio non sono la stessa cosa?
«Si può pensare erroneamente che chi pratica freestyle sia anche un ottimo calciatore ma non è così. Tanti miei colleghi non hanno mai giocato a calcio, al contrario di me che sin da piccolo l’ho praticato. Questo penso sia un vantaggio in quello che faccio, ma mi piacerebbe aiutare la disciplina a crescere anche mediaticamente».
Ci racconta della sua impresa vicentina? Quanti palleggi ha fatto?
«Non li ho contati, preferisco dire che ho palleggiato per oltre un’ora ininterrottamente camminando e spostandomi per le vie della città. Ho fatto anche dei video, che stanno andando fortissimo sui social. Mi ha fatto piacere per la mia città, che amo e apprezzo tantissimo».
Lei da parte di un’associazione . Ci spiega cos’è e che obiettivi ha?
«L’Asd Freestyle Italia collabora da diversi anni con la Figc (Federazione italiana gioco calcio) e lo scopo del team é quello di mantenere vivo lo spirito e l’entusiasmo del calcio da strada e promuovere la crescita a tutti i livelli di bambini e adulti innamorati del pallone. È uno scopo per cui mi sto impegnando tanto e spero di poter dare un contributo importante allo sviluppo della disciplina»
È vero che ha giocato nel Vicenza?
«Durante il mio percorso di crescita nel settore giovanile, per un anno mi sono affacciato anche in quello del Vicenza. È la squadra per cui faccio il tifo, è la squadra della mia città ed è stata una tappa della mia mia crescita personale».
A che età ha iniziato a giocare a calcio?
«All’età di sei anni. Poi si è fatta strada anche la passione per il freestyle. A 12 anni ho imparato i primi “trick”, migliorando moltissimo nella tecnica e a 13 ho appreso la prima combo di freestyle. Sono arrivato a fare duemila palleggi consecutivi e a 15 ho partecipato al primo contest, arrivando fra i primi otto classificati. È stata una bella soddisfazione»
Quali sono stati i punti più alti toccati?
«Una delle più grandi soddisfazioni è stata quella di esibirmi davanti a 30mila persone a Marassi».
Sui social lei spopola. Al di là dei numeri, che messaggio vuole far passare?
«La voglia è quella di divertire chi guarda, cercando di coinvolgere il maggior numero di persone possibile. Il nostro obiettivo è quello di diffondere il più possibile i valori dello sport. Abbiamo anche progetti nel sociale e nelle carceri, cerchiamo di agire a trecentosessanta gradi. Abbiamo un team importante, in cui ci sono ex calciatori, anche professionisti ed esperti di freestyle. Siamo felici di quello che facciamo ogni giorno di più».
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