Il governo è al lavoro sulla Manovra 2025, con Assegno unico e Bonus Mamme al centro del dibattito. Le prime stime parlano di una manovra da circa 25 miliardi di euro, che dovrebbe includere anche interventi su cuneo fiscale e pensioni.
Nonostante le voci di possibili tagli, il Ministero dell’Economia e Finanza ha definito “fantasiosa e senza alcun fondamento” l’ipotesi di una riduzione degli assegni per i figli. Per avere un quadro più chiaro, bisognerà attendere la presentazione del Piano strutturale di bilancio a Bruxelles, prevista per il 20 settembre.
Rimodulazione dell’assegno unico
Tra le ipotesi al vaglio del governo c’è la rimodulazione dell’Assegno Unico Universale, utilizzando le risorse stanziate ma non utilizzate nel 2024. L’obiettivo sarebbe quello di premiare le famiglie meno numerose, per contrastare il calo demografico che, secondo la Banca d’Italia, potrebbe portare ad una riduzione del PIL del 13% entro il 2040.
Altra questione aperta è la procedura di infrazione aperta dall’Unione Europea contro l’Italia, a causa del requisito di residenza di due anni per le famiglie straniere che vogliono accedere all’Assegno. La Commissione Europea ha definito questa misura discriminatoria, in quanto non garantisce parità di trattamento tra cittadini europei.
Bonus Mamme: estensione alle lavoratrici autonome?
Si discute anche di un possibile ampliamento del Bonus Mamme, estendendolo alle lavoratrici autonome, attualmente escluse dall’agevolazione. La misura, se approvata, andrebbe a beneficio di circa 2 milioni di donne in Italia.
Attualmente, il bonus prevede un esonero del 100% dei contributi previdenziali per le lavoratrici dipendenti con tre o più figli, fino al compimento del 18esimo anno di età dell’ultimo figlio. Per il 2024, l’esonero è valido anche per le madri con due figli, se almeno uno dei due ha meno di 10 anni.
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