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MONTECATINI – In attesa che venga stabilita la data dell’udienza per decidere il rinvio a giudizio, o meno, delle 29 persone indagate nella cosiddetta inchiesta Bonus facciate, il 30 settembre prossimo, davanti al Gip verrà discussa la richiesta di archiviazione presentata dai legali di alcuni imputati nell’indagine. Una richiesta alla quale il Gip si era opposto preferendo la via del contraddittorio prima di prendere una decisione.

L’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza di Pistoia, conclusa nel luglio 2022, aveva scoperto una frode da oltre 5 milioni di euro di falsi crediti per il bonus facciata. I militari avevano indagato indagate 29 persone e messo sotto sequestro beni per un importo totale di 5.139.000, pari al falso credito.

Nell’estate del 2023 furono effettuate 15 perquisizioni a società immobiliari di prestigio e a noti professionisti della zona di Montecatini. Gli indagati, per le indagini della procura di Pistoia e della Gdf, sono coinvolti a vario titolo, in un articolato e complesso sodalizio criminale, con base operativa a Montecatini Terme e ramificazioni nel territorio italiano e all’estero. Contestata nell’inchiesta la truffa aggravata per il conseguimento e la commercializzazione dei crediti d’imposta relativi al bonus facciata. In particolare, le indagini hanno vagliato una società a responsabilità limitata del settore edile che avrebbe emesso, nei confronti di società proprietarie di famosi alberghi della città termale, fatture per lavori mai effettuati, con la modalità dello sconto in fattura e la contestuale cessione del credito. Controlli incrociati nelle banche dati della Guardia di finanza e anche nei Comuni riguardo alle autorizzazioni per i lavori, fecero emergere la presunta frode.

L’inchiesta Bonus facciate si può definire una costola del processo “Coffe Break”, anch’esso tutto valdinievolino.

Cos’è che lega la vicenda “Coffe Break” all’indagine “Bonus facciate?”. Il punto di contatto è uno dei titolari della Coesco Srl di Pescia: Cataldo Cozza, indagato insieme al fratello Luigi nell’inchiesta Bonus facciate. L’azienda con attività prevalente nel settore dell’edilizia, costituita nel maggio 2013 (capitale sociale 70mila euro), dal novembre 2023 è in liquidazione giudiziale, in seguito al sequestro deciso dalla Procura di Pistoia. L’azienda pesciatina era la responsabile del processo attuatore degli interventi per il rifacimento delle facciate. L’agevolazione consisteva in una detrazione d’imposta, da ripartire in 10 quote annuali costanti, pari al 90% delle spese sostenute nel 2020 e nel 2021, e del 60% delle spese sostenute nel 2022, per interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti ubicati in determinate zone del paese.

Intanto la Cassazione ha scritto la parola fine sul processo Coffe Break”, respingendo le richieste di annullamento delle pene pecuniarie presentate da nove dei protagonisti che avevano patteggiato la pena: Daniele Biagioni, Luciano Bianchi, Marco Colibazzi, Cataldo Cozza, Renzo Giuntoli, Lorenzo Lenzi, Luca Marchi, Roberto Rastelli, Santo Savasta.

Nelle sentenza del 28 marzo 2022, il Tribunale di Pistoia aveva stabilito delle multe per ogni singolo imputato. Tutti gli imputati avevano patteggiato la pena. A Daniele Biagioni fu comminata una pena di sette mesi di reclusione e la multa di 140 euro; Luciano Bianchi ebbe una pena di 4 anni e 6 mesi; la pena per Marco Colibazzi fu di 8 mesi di reclusione con una multa di 180 euro; per Cataldo Cozza la pena finale fu di 4 mesi e 20 giorni e una multa di 80 euro; Renzo Giuntoli ebbe una pena di 4 anni di reclusione; per Lorenzo Lenzi la pena finale fu di 4 anni e 6 mesi di reclusione; Luca Marchi ebbe 4 anni e 6 mesi di reclusione; Roberto Rastelli ebbe 9 mesi di reclusione e 180 euro di multa; la pena finale di Santo Savasta fu di 3 anni.

Ben più pesanti le richieste di restituzione del profitto del reato stabilite dal giudice. Per Lorenzo Lenzi il Tribunale chiese una confisca pari a 62.678 euro; per Luciano Bianchi la somma confiscata fu di 19.959 euro; Luca Marchi fu condannato a una confisca di 41.995 euro; per Santo Savasta il tribunale stabilì una confisca di 22.992 euro; a Renzo Giuntoli, ex sindaco di Pescia, fu applicata una confisca pari a 12.265 euro.

Tutti coloro che erano stati condannati alla confisca, il 4 settembre 2022 presentarono ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale di Pistoia.

La Suprema Corte di Cassazione, agli inizi di dicembre 2022 rigettò i ricorsi presentati da Bianchi, Giuntoli, Lenzi e Marchi ritenendoli “inammissibili” e condannò gli stessi alle spese processuali. Una sentenza passata sotto silenzio per quasi due anni.

 

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