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L’isola che non c’è, potrebbe essere quella di Sant’Andrea su cui si erge il castello Alfonsino, che isola non è più dalla fine degli anni ‘80 dopo la costruzione della diga di Punta Riso, e che a breve sarà oggetto di un percorso partecipato, con il coinvolgimento della cittadinanza, per la definizione di un modello di gestione dell’area con i relativi manufatti da trasformare in attività ricettive e servizi funzionali alla fruizione turistica.

Il bando per la progettazione

Si sta formalizzando, infatti, in questi giorni l’aggiudicazione del bando comunale per l’affidamento ad un operatore economico della progettazione ed organizzazione del processo partecipativo con la redazione del modello di business, sia per l’ex collegio Tommaseo che per l’isola di Sant’Andrea. Entrambi gli spazi sono beneficiari dal 2022 di finanziamenti per i progetti di riqualificazione nell’ambito del Contratto istituzionale di Sviluppo (Cis), il primo con 30 milioni di euro ed il secondo con 5 milioni di euro.

Lo stato attuale

Oggi lo spazio è in stato di abbandono ed è possibile accedervi perché il cancello d’ingresso è aperto, consentendo a curiosi, turisti e pescatori di entrare ed attraversare l’area. In quel tratto di ex isola si trovano diverse costruzioni: la batteria Pisacane, villette a schiera ed una palazzina che erano alloggi per militari e le loro famiglie, un edificio che fungeva da mensa degli ufficiali ed una cappella votiva con la statua della Madonna. Qualcuno la ricorda in occasione dei festeggiamenti dei santi patroni perché da lì partiva la processione in mare che ora è stata spostata al porticciolo.

Solo il primo stralcio

Nel progetto originario candidato dal Comune di Brindisi al Governo la richiesta economica era di 20 milioni di euro ma il finanziamento ottenuto è stato ridotto a 5 milioni. Il progetto ipotizza una sorta di polo turistico: un’isola dedicata al soggiorno vista mare ed al lavoro in smart working. Gli immobili presenti sono stati ripensati come luoghi di promozione turistica e culturale del castello Alfonsino e della Batteria Pisacane, altri come alloggi o camere per soggiornare, ed ancora un locale per la ristorazione con prodotti a Km0, un’area eventi, servizi dedicati alle esperienze in natura ed in mare. La progettazione definitiva dovrà tuttora essere concordata con la Soprintendenza archeologica del territorio, essendo presenti manufatti di interesse culturale ma anche specie botaniche in via di estinzione. L’operatore economico che si aggiudicherà il bando, pubblicato dal Comune di Brindisi il 29 marzo scorso per un importo a base di gara di 105.000 euro, dovrà lavorare alla progettazione partecipata per la realizzazione dell’immagine di mercato dell’isola di Sant’Andrea, della relativa comunicazione e della definizione di un modello di business per la sostenibilità del progetto.

Il progetto “Bon”

Sempre l’isola di Sant’Andrea, che era la più grande dell’arcipelago delle isole Pedagne, è stata oggetto negli anni scorsi di una progettazione spontanea che si chiama Bon – Brindisi Ostello Nautico – che ipotizza in quell’area la nascita di un villaggio eco-cin-etico per l’accoglienza sostenibile e la formazione, capace di favorire il modello dell’economia circolare. L’ideatrice Fabrizia Paloscia ha pubblicato un libro “Le storie dell’isola di Sant’Andrea di Brindisi” in cui sono raccolte le storie di chi ha abitato l’isola sia nell’area da riqualificare che nel castello. Dalle pagine emerge che quelli che oggi sono ruderi, un tempo erano le case delle famiglie di militari ma anche di civili, che si spostavano in città in barca. Gli isolani ricordano che c’era uno spazio adibito alle lezioni delle classi elementari e che la maestra arrivava tutti i giorni via mare, a meno che non ci fosse mal tempo. La popolazione condivideva momenti conviviali attorno a lunghe tavolate, aveva l’imbarazzo della scelta per godersi il mare e le piccole spiagge. Qualcuno ricorda le voci dei cantanti in voga all’epoca, come Peppino Di Capri, che arrivavano dal vicino locale Estoril. Storie di altri tempi a cui ci si augura se ne aggiungano di nuove, dopo la riqualificazione dell’area.



 

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