SPINETOLI- La morte del piccolo Tobi, caduto in un canale irriguo, si poteva evitare? Probabilmente sì. Negli anni Novanta, si verificò un caso analogo ma non mortale e l’amministrazione comunale di Spinetoli avviò subito un progetto per la copertura dei canali, come ricorda l’ex sindaco della cittadina, Emidio Mandozzi. «I canali irrigui attraversano, in particolare, la zona di San Pio che ha avuto un forte impulso urbanistico con molti insediamenti abitativi. Praticamente i canali costeggiano gli immobili e sono un potenziale pericolo, specie per i bambini».
Il progetto
«Per questo motivo – ricorda l’ex primo cittadino spinetolose – assieme al Consorzio di Bonifica del Tronto (presidente Dante Teodori) finanziammo un progetto per avviare la copertura dei canali di irrigazione dei terreni con una pista ciclabile che da Pagliare del Tronto sarebbe dovuta arrivare fino a Porto d’Ascoli». Un progetto però che non ha avuto seguito. E la pista ciclabile, in quel tratto, è rimasta a metà. «L’investimento non era da poco e l’amministrazione comunale di Spinetoli da sola non era in grado di affrontarlo. Per questo motivo presentammo un progetto di finanziamento nel 1995 alla Regione Marche ma si arenò, probabilmente per la mancanza di fondi». E il Consorzio di bonifica? Il neo presidente Michele Maiani al momento preferisce non rilasciare dichiarazioni.
Il declino
Se la Regione Marche lasciò che il progetto si arenasse per mancanza di risorse finanziarie, figuriamoci i consorzi di bonifica che nel frattempo hanno subìto una serie di fusioni e una drastica razionalizzazione che hanno portato alla soppressione del consorzio di bonifica del Tronto, inglobato in quello regionale e che si regge prevalentemente sulla contestata tassa di bonifica. Dunque, chissà per quanto tempo ancora i canali irrigui nella zona di San Pio e più in generale nella Vallata del Tronto rimarranno scoperti, una minaccia per l’incolumità delle persone, specie per i più piccoli.
Le responsabilità
E anche il sindaco di Spinetoli, Alessandro Luciani, si interroga sulle eventuali responsabilità nella tragedia di San Pio. Un aspetto sul quale la magistratura ascolana ha già acceso i riflettori con l’apertura di un fascicolo giudiziario.
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