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DI GIULIANO BICCHIERARO*

I numeri e le statistiche sono incontrovertibili, inesorabili e impietose. Questo è il commento che mi sento di fare  dopo aver letto il rapporto della Svimez, che ci racconta una realtà economica produttiva dell’Umbria che la vede nelle ultime posizioni a livello nazionale. Addirittura per quanto riguarda il Pil siamo buoni ultimi. Le regioni del Sud crescono più delle regioni del Centro, addirittura la Puglia cresce più di tutte le altre regioni anche del Nord.

Quello però che ci preme sottolineare, come Filca Cisl Umbria, è che il settore che cresce, evidenziando un dato in contro tendenza, è quello delle costruzioni. Il settore anticiclico per eccellenza, insieme al turismo, tant’è che è proprio questo l’altro comparto che cresce.

Il settore delle costruzioni, per questa sua peculiare caratteristica – prosegue Bicchieraro –  è in grado di far crollare, stabilizzare o far crescere l’economia di un intero Paese. Per questo diciamo ormai da tempo che occorre un piano industriale delle costruzioni attraverso il quale pianificare una serie di interventi che vanno nella direzione della prevenzione rispetto ai rischi naturali comuni a tutto il territorio nazionale, ovvero sismico, idraulico e idrogeologico.

Insomma c’è da rimettere in sicurezza un intero territorio e sarà proprio il settore delle costruzioni a dover fare questo lavoro. Non solo. Il nostro patrimonio edilizio per circa il 70 percento è stato realizzato prima degli anni 70:  quindi si dovrà procedere a mettere in sicurezza, visto che i primi capitolati antisismici sono del 1974, un’infinità di edifici. Molti di questi andranno rinnovati, alcuni ristrutturati, altri demoliti e ricostruiti. E nella fase di “rigenerazione”, quasi tutti andranno anche efficientati da un punto di vista energetico. Dunque sarà altro lavoro per il nostro settore e serviranno risorse: dalla nuova legge di bilancio sembra ci saranno a disposizione circa 25 miliardi. Per cui chiediamo, oltre che la conferma di alcune misure che riguardano l’alleggerimento del cuneo fiscale per le fasce medio basse, anche che il resto delle risorse dovranno essere usate per gli investimenti pubblici e privati.

Non dimentichiamoci che con la riforma del patto di stabilità e con un debito pubblico a quasi 3000  miliardi di euro, le risorse a disposizione per le leggi di bilancio, quindi per gli investimenti saranno sempre di meno. In virtù di questo ragionamento non possiamo permetterci di sprecare importanti e preziose disponibilità. Dunque,  dove spendere meglio il denaro se non in un settore che risulta essere trainante per l’economia, e dove è importante investire per il bene del paese come quello delle costruzioni?

Il rapporto Svimez dice anche che il dato di crescita del settore è stato “dopato” dal bonus 110. Sicuramente è  vero, ma c’è da sottolineare il fatto che quando si immettono risorse nel settore questo risponde con un’altra delle sue peculiari caratteristiche, ovvero l’effetto moltiplicatore. Così è avvenuto, anche se nel caso del bonus 110 questo effetto è stato attenuato dalla percentuale elevata del contributo.

 L’altro aspetto che è importante interpretare, almeno per quanto ci riguarda  è l’età di coloro i quali hanno avuto nel periodo post pandemia, la possibilità di essere ricollocati o assunti: la percentuale più alta riguarda  cinquantenni e over 50. Il settore delle costruzioni per primo è stato protagonista di questo fenomeno, avendo bisogno di personale qualificato e specializzato. Queste particolari figure professionali risiedono per la massima parte in fasce di età medio alte. Questo anche perché i giovani purtroppo non scelgono il settore delle costruzioni per emanciparsi economicamente e socialmente, ritenendolo poco attrattivo. Anche in questa direzione ci si sta muovendo, vista l’importanza che ricopre il settore oggi, e ricoprirà in futuro, organizzando attraverso la bilateralità della formazione, dei corsi di studi per periti edili.

 Questa una delle strade migliori per attirare giovani nel settore: attraverso una qualificazione in partenza e non durante la carriera lavorativa.

Sia il paese tutto sia nello specifico, la nostra regione, dovranno sfruttare l’occasione di crescita che il settore dà, incentivandolo e concertando con le parti sociali, sindacati ed imprese misure che possano creare occasione di sviluppo e crescita. Noi come Filca Cisl Umbria siamo pronti a fare la nostra parte.

*Segretario Filca Cisl Umbria



 

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