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In vista dell’apertura dei lavori sulla prossima Legge di Bilancio, il quadro delle novità allo studio per il 2025 si fa via via più chiaro: tra le conferme potrebbe arrivare anche una proroga del maxi bonus per le assunzioni

Dopo la pausa estiva, sarà necessario andare spediti verso la costruzione della prossima Legge di Bilancio e nel mosaico delle possibili novità per il futuro entrano, giorno dopo giorno, nuovi tasselli.

Oltre all’estensione del taglio del cuneo fiscale e contributivo anche al 2025, che sembra mettere tutti d’accordo, la conferma potrebbe arrivare anche per altre misure in campo quest’anno, come il maxi bonus assunzioni, che arriva fino al 130 per cento in caso di rapporti di lavoro a tempo indeterminato con persone che appartengono a categorie svantaggiate.

Ad anticipare le intenzioni che riguardano il cosiddetto superbonus lavoro è Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze della Camera, nell’intervista pubblicata dal quotidiano IlSussidiario.net il 23 agosto.

Maxi bonus assunzioni fino al 130 per cento, verso la conferma anche per il 2025?

Nato come misura transitoria nell’ambito della riforma fiscale, il maxi bonus è previsto solo per le assunzioni a tempo indeterminato del 2024 dall’articolo 4 del decreto legislativo numero 216 del 2023.

La stessa norma specifica che la super deduzione, fino al 130 per cento, viene messa in campo per un solo periodo d’imposta “in attesa della completa attuazione dell’articolo 6, comma 1, lettera a) della legge 14 agosto 2023, n. 111 (Principi e criteri direttivi per la revisione del sistema di imposizione sui redditi delle società e degli enti) e della revisione delle agevolazioni a favore degli operatori economici.

La volontà di confermare l’agevolazione espressa da Osnato suggerisce, quindi, che i tempi per un quadro più composito di agevolazioni per le imprese non sono maturi.

D’altronde il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo a luglio ha annunciato un primo stop sui lavori di revisione del sistema tributario in attesa di trovare nuove risorse.

Le speranze, ora, si concentrano sui risultati che deriveranno dal concordato preventivo biennale ma, senza dubbio, in cima alla lista di priorità c’è la conferma dell’IRPEF a tre aliquote e l’eventuale ulteriore appiattimento della tassazione.

Maxi bonus per le assunzioni in attesa della revisione delle agevolazioni per le imprese

Il maxi bonus assunzioni prevede la possibilità di maggiorare ai fini della deduzione il costo del personale per un valore pari al 20 per cento, e per un ulteriore del 10 per cento in caso di nuovi rapporti di lavoro con persone che rientrano nelle categorie svantaggiate individuate dalla normativa.

Ma secondo le stime ISTAT diffuse con l’analisi Effetti dei provvedimenti fiscali sulle imprese di inizio luglio, l’agevolazione che è stata introdotta anche per colmare il vuoto lasciato dall’ACE, l’Aiuto alla Crescita Economica abolito dal 2024, interessa solo il 5,6 per cento delle aziende.

Un dato che non regge il confronto con le aziende che, al contrario, risultano penalizzate dalla soppressione dell’ACE: il 25,3 per cento.

Ma per il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, chiamato a intervenire sul punto a metà luglio, oltre alla maxi deduzione per le assunzioni, a sopperire alla mancanza dell’Aiuto alla Crescita Economica ci sono anche le misure “volte a incentivare gli investimenti innovativi e funzionali alla transizione ecologica, quali il credito d’imposta Transizione 4.0 (per un valore pari a 7,7 miliardi di euro per gli investimenti effettuati nel 2024 e 8 miliardi di euro per gli investimenti effettuati nel 2025) e Transizione 5.0 (per un valore di 6,3 miliardi di euro)”.

E se sull’ACE non si torna indietro, sulla maxi deduzione fino al 130 per cento il Governo sembra intenzionato ad andare avanti.

 

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