Metallo giallo, valute, liquid alternative (fondi che usano strategie di investimento non tradizionali): come allargare il portafoglio secondo Christoph Schmidt di Dws Concept Kaldemorgen
«Con i tassi sempre su livelli interessanti, i fondi multi-asset si trovano in una posizione privilegiata, in quanto possono beneficiare dei maggiori vantaggi delle diverse asset class, combinandoli in un unico prodotto completo ed equilibrato». Ne è convinto Christoph Schmidt, co-head del fondo Dws Concept Kaldemorgen e responsabile del team total return di Dws, che consiglia di diversificare il portafoglio non solo tra azioni e obbligazioni, ma anche con oro, che venerdì 16 agosto ha toccato un nuovo massimo storico arrivando a quota 2.500 dollari, valute e con i liquid alternative, ovvero fondi che usano strategie di investimento non tradizionali, molto simili a quelle dei fondi speculativi. «L’oro offre una copertura dall’inflazione e dai rischi geopolitici – argomenta Schmidt –, mentre i liquid alternative, grazie al loro potenziale di rendimento e alla bassa correlazione con i mercati azionari e obbligazionari, possono dare un valore aggiunto importante al portafoglio, oltre a ridurne la volatilità. Le valute estere, poi, rimangono un mattoncino importante da gestire attivamente indipendentemente dalle altre partecipazioni, con il dollaro americano che, a nostro avviso, è ancora interessante sia come porto sicuro sia dal punto di vista sia del carry».
Obbligazionario e azionario? Sì, ma con prudenza
Tra le asset class più tradizionali, invece, Schmidt crede nell’opportunità del reddito fisso, nonostante il miglior potenziale di rendimento reale delle azioni nel lungo periodo: «l’investment grade, per esempio, offre rendimenti interessanti, mentre i titoli di Stato sono tornati a svolgere la loro caratteristica funzione di bene rifugio. Ma per cogliere le opportunità giuste al momento giusto è necessario un approccio attivo alla gestione. In particolare, nell’attuale contesto, riteniamo che sia importante concentrarsi sulle caratteristiche di qualità e di crescita delle società e sul punto giusto della curva dei rendimenti. E dal nostro punto di vista è consigliabile continuare a privilegiare le scadenze più ravvicinate, sia per i titoli di Stato sia per i corporate bond, in quanto non ci aspettiamo una discesa repentina dei tassi di interesse». Lato azionario, poi, Schmidt invita alla prudenza e fa notare come le performance possano essere fortemente distorte. «Ne è un esempio il 2023, con i mercati azionari globali che sono stati guidati dalla leadership di alcune società tecnologiche che beneficiano di trend come l’intelligenza artificiale – puntualizza l’esperto di Dws –. Altre parti del mercato, invece, sono state chiaramente influenzate dalle preoccupazioni per le prospettive di crescita globale».
Gli scenari per i prossimi mesi
Insomma, la qualità dei titoli detenuti in portafoglio è stata molto più importante della quantità dell’esposizione azionaria, «e riteniamo che continuerà a essere così anche nel 2024. Detto questo, ci aspettiamo un’annata positiva per l’equity. Gli ulteriori progressi dell’inflazione, che continua a rallentare, potrebbero aprire un margine di manovra alle banche centrali nella seconda metà dell’anno per allentare la politica monetaria, favorendo così le azioni in un contesto di rallentamento dell’economia e del mercato del lavoro», dice Schmidt. Da un punto di vista micro, invece, Schmidt ritiene che molte aziende si troveranno ad affrontare un contesto più difficile, con un minore potere di determinazione dei prezzi, continue pressioni salariali e maggiori costi di (ri)finanziamento, che potrebbero portare a una pressione sui margini. «Tuttavia, molti di questi rischi sono ben noti e hanno già determinato una riduzione delle valutazioni di molti segmenti del mercato azionario. A nostro avviso, quindi – conclude Schmidt – sarà fondamentale essere molto selettivi sul fronte azionario e trovare un buon equilibrio tra titoli growth (ad elevata crescita, ndr), difensivi e ciclici».
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