Visita a sorpresa, inattesa e assolutamente gradita, di uno studioso inglese di fama internazionale e di una ricercatrice statunitense, venerdì mattina a Ferentino.
Una visita che ha avuto per oggetto il testamento di Aulo Quintilio Prisco, che è l’unica testimonianza del genere in tutto il mondo, che dà atto delle volontà scritte da Aulo Quintilio Prisco in un testamento che, anziché reso in forma cartacea, è stato scolpito nella roccia. Si tratta delle volontà ultime di una persona che amava Ferentino e dopo la sua morte lasciò alla comunità dei fondi agricoli e stabilì che parte delle rendite fosse destinata alla distribuzione alimentare gratuita ai cittadini ferentinati, ai giovanetti ricchi, poveri ed anche schiavi, ogni cinque anni, nel giorno del suo compleanno.
Il lavoro meticoloso dei due studiosi ha consentito, purtroppo, di conoscere uno stato assolutamente negativo di cattiva salute del monumento che non fa onore alla città e soprattutto allo Stato italiano, perché non si tratta di un monumento che si può trovare dietro l’angolo. Il Comune dovrebbe sfruttare questa straordinaria possibilità storico-artistica, perché si tratta di un pezzo unico. I due studiosi si sono soffermati a lungo al cospetto del testamento, ne sono rimasti entusiasti al di là della consapevolezza che le condizioni in cui versa sono pessime. Neanche le lettere si riescono più a distinguere visivamente.
Un’opera straordinaria, hanno detto i due studiosi, che non è seconda alle opere caravaggesche che si trovano a Roma, non è seconda al Colosseo per quanto Colosseo sia di dimensioni molto più importanti; è unica al mondo e superiore addirittura ai vari anfiteatri che ci sono in giro per l’Italia di cui uno a Ferentino, I due studiosi faranno una immediata comunicazione al Ministero dei Beni culturali perché, se è vero che gran parte delle responsabilità sono delle amministrazioni, anche di quelle che si sono succedute, è altrettanto vero che dell’esistenza di questo unico monumento ne è a conoscenza anche il Ministero che potrebbe farlo tornare all’antico splendore e renderlo visibile con visite guidate soprattutto ai giovani, i quali per essere dei buoni italiani devono prima conoscere la memoria storica, quello che 2000 anni fa hanno fatto i loro antenati.
I lavori necessitano di un importante finanziamento e di sofisticate apparecchiature delle quali dispongono ormai aziende specializzate. I due studiosi hanno spiegato che possono essere macinate delle pietre che si trovano attorno al monumento, ricavare una sorta di cemento, quindi dello stesso materiale del monumento, perché il testamento è scolpito nella pietra viva, la roccia è rimasta attaccata alla collina. I due ricercatori, tra l’altro, a 100 metri di distanza, hanno notato un altro straordinario monumento che è dato dagli Archi di Casamari, una delle porte che erano state create per rendere inaccessibile la parte alta città ai malintenzionati.
Ci si aspetta ora che Comune, Ministero, ma anche qualche privato, possano attivarsi perché i ricercatori sono rimasti estasiati tanto che hanno deciso di ritornare anche il giorno dopo sul posto. Hanno effettuato rilievi metrici fotografici, strumentali con termocamera, misuratore di umidità della roccia, campionatura biodepositi, deposito minerali e analisi del colore della pietra originale.
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