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E come nel gioco dell’oca siamo tornati al punto di partenza dopo un percorso di colpi di scena durato ben tredici anni. Dalla definitiva chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese ci ritroviamo per la terza volta con un Accordo di programma per la reindustrializzazione dell’area e un gruppo imprenditoriale, quello di Ross Pelligra, che intende farsi carico del rilancio produttivo e del futuro occupazionale delle maestranze. Si spera che stavolta sia quello giusto. Nel 2011, quarto governo Berlusconi, l’allora ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani e l’allora A.d. di Invitalia, Domenico Arcuri, con Raffaele Lombardo presidente della Regione, misero a disposizione di Termini Imerese un Accordo di programma da 94 milioni, cui seguì un Contratto di Sviluppo tra Invitalia e il patron della Dr Motors, Massimo Di Risio, che sbaragliò la concorrenza della De Tomaso dell’imprenditore Rossignolo e si impegnò a coinvolgere la cinese Chery per produrre auto e reinserire entro il 2016 tutti i lavoratori.

Ma nel 2012 l’avvento del governo Monti e le proteste del Molise, che vide in pericolo la sopravvivenza della fabbrica Dr di Macchia d’Isernia, fecero naufragare il progetto. Fra il 2015 e il 2016, durante il governo Renzi, ci riprovarono gli allora ministri dello Sviluppo economico Federica Guidi e Carlo Calenda, la viceministra Teresa Bellanova e sempre Domenico Arcuri, governatore Rosario Crocetta, con un Accordo di programma, nel frattempo lievitato a 105 milioni, e un Contratto di sviluppo firmato con Roberto Ginatta, patron della piemontese Blutec (gruppo Metec), che promise di avviare produzioni “spezzatino” fra utensileria, ricambi e altro. Un anno dopo a Blutec arrivarono le contestazioni di Invitalia circa l’uso delle risorse pubbliche e nel 2018 scattò l’inchiesta giudiziaria che portò al passaggio del sito, delle attività e del bacino di operai sotto una procedura commissariale.La quale, sotto il governo Meloni e con il supporto del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, governatore Renato Schifani, ha completato la procedura di gara per l’affidamento del sito e del suo rilancio al gruppo Pelligra Italia Holding, che ha definito il contratto di acquisizione di tre immobili: lo stabilimento industriale ex Fiat di lungomare Cristoforo Colombo (poi ribattezzato Gianni Agnelli, quindi, per protesta degli operai, Viale Primo Maggio); il complesso della lastratura, nonchè il sito dell’ex Magneti Marelli per le parti plastiche. L’atto di cessione dai commissari a Pelligra è stato, però, condizionato al raggiungimento dell’accordo con i sindacati sul futuro dei 540 lavoratori. Che ieri è stato raggiunto e sarà sottoscritto entro il prossimo 30 settembre. Il verbale, firmato ieri fra Regione, commissari Blutec, Pelligra Italia Holding (A.d. Giovanni Caniglia), Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl e le Rsa, descrive il complesso percorso che gli operai si apprestano a intraprendere.

Il 12 ottobre Pelligra perfezionerà l’atto di acquisizione del complesso industriale, e da qui partiranno il Contratto di sviluppo da 105 milioni con Invitalia e il piano industriale che prevede la ristrutturazione degli immobili, l’insediamento di terzi investitori e la creazione di un polo logistico integrato. L’1 novembre il personale transiterà dalla procedura commissariale all’assunzione («per due anni», si legge nel verbale) presso Pelligra e sarà posto in Cig straordinaria per ristrutturazione aziendale di un anno, rinnovabile di altri dodici mesi. Entro il 30 novembre ciascun lavoratore che non rientrerà nel recupero lavorativo e che sarà accompagnato alla pensione dovrà sottoscrivere un verbale di conciliazione per la cessazione del rapporto di lavoro dal 31 dicembre.Ad oggi i numeri sono i seguenti, previe ulteriori verifiche delle posizioni Inps. Dal bacino saranno selezionate 350 unità fra quelle con minore anzianità contributiva e saranno avviate a riqualificazione e formazione, a spese della Regione, secondo il piano di fabbisogni professionali che sarà indicato da Pelligra. Gli altri 190 operai risultano in esubero. Di questi, 183 saranno accompagnati con l’isopensione, a carico della Regione (25,1 milioni il costo stimato dall’Inps) a partire dal prossimo 1 gennaio fino al raggiungimento dei requisiti per la quiescenza (massimo 7 anni). Restano fuori altri sette soggetti: uno è deceduto di recente; uno non maturerà i requisiti pensionistici entro i prossimi sette anni e sarà gestito separatamente; cinque andranno in pensione entro dicembre.Il ministro Urso, che ha fortemente sostenuto questa soluzione, parla di «una svolta storica per la Sicilia, la conferma che siamo sulla strada giusta per la rinascita industriale del Paese. Con l’accordo quadro di oggi abbiano, inoltre, garantito tutti i lavoratori: nessuno resterà indietro. Termini Imerese sarà un modello di quel che insieme faremo in questa legislatura per riaffermare il ruolo dell’impresa e del lavoro italiano. Un altro ottimo segnale per la nostra Sicilia, che ora può fare affidamento su tre grandi poli di sviluppo industriale: sul petrolchimico di Priolo-Augusta che abbiamo salvaguardato mettendo in sicurezza l’Isab di Priolo; sul grande polo dell’Etna Valley, con gli investimenti di StMicroeletrronics e di 3Sun dell’Enel; e ora anche su Termini Imerese che ha tutte le condizioni per diventare un polo produttivo logistico e portuale».

Secondo il governatore Renato Schifani, «da oggi non solo restituiamo serenità e fiducia nel futuro a centinaia di lavoratori ex Blutec, ma diamo il nostro contributo per l’avvio di una nuova stagione industriale fondata sul polo che si trova alle porte del Palermitano. Un momento storico che avrà importanti e positive ricadute per tutto il tessuto economico e sociale del territorio». Soddisfatta l’assessora al Lavoro, Nuccia Albano. Parlano anche i “controllori dell’accordo”, i sindacati. Per Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, e Vincenzo Comella, segretario generale della Uilm di Palermo, «con l’intesa di oggi si delinea un percorso che porterà 350 lavoratori alle dipendenze di Pelligra, per la realizzazione di un progetto di riqualificazione e di rilancio del polo industriale di Termini Imerese; il passaggio avverrà con cessione di azienda, dunque senza interruzioni e con piena salvaguardia delle condizioni economiche e normative, prevederà un iniziale collocazione in Cig, nonché l’inserimento in un impegnativo piano di formazione». Aggiungono il coordinatore nazionale Fim-Cisl, Marco Giglio, e il segretario Fim-Cisl Palermo-Trapani, Antonio Nobile: «Per noi l’obiettivo era e rimane quello della piena occupazione, con la speranza che il lavoro che verrà svolto possa portare a nuovi e importanti insediamenti industriali ed investimenti nel polo industriale di Termini Imerese».



 

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