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La seconda edizione de La Biennale dello Stretto sarà un capitolo culturale all’insegna della pluralità e della condivisione.
Vale la pena soffermarsi su queste parole che ne esprimono sinteticamente le intenzioni.

Capitolo perché la Biennale, nel proponimento dell’ideatore Alfonso Femia, è più che un evento, una dimensione culturale destinata ad apprendere, prima che a trasferire e ipotizzare visioni e soluzioni.

Pluralità e condivisione, veicoli imprescindibili del pensiero e della comunicazione contemporanea, nella Biennale si traducono in scelte concrete, a partire dalla coralità assoluta del progetto.
FotografiaProgetto corale: La Biennale dello Stretto ha avuto un esordio atipico. Un investitore privato, la società benefit 500×100, attivamente impegnata nella costruzione di progetti culturali, ha sostenuto l’indagine e la valorizzazione del territorio mediterraneo, attraverso una ricerca denominata Mediterranei Invisibili, ideata dall’architetto Alfonso Femia, in corso dal 2018, sviluppata nell’area dello Stretto di Messina. Nel corso degli anni il progetto è cresciuto, ha assunto un’inaspettata ampiezza multidisciplinare che ha condotto alla Biennale dello Stretto nel 2022. Per il successo ottenuto in termini di numeri, per l’autorevolezza degli interventi, per lo svelamento di un luogo invisibile, Forte Batteria Siacci e per il respiro internazionale, senza perdere la peculiarità del territorio, nel 2024 La Biennale dello Stretto sarà promossa e sostenuta, oltre che dal fondatore storico 500x100sb e da OAPCC Reggio Calabria, da ANCE Reggio Calabria, dall’Ordine degli Architetti di Messina, dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria, dall’Università degli Studi di Messina, dall’Associazione per il Disegno Industriale nazionale, Calabria e Sicilia e da altri soggetti pubblici, amministrazioni e istituzioni con i quali è in essere un dialogo avanzato. Ha, inoltre, ottenuto un significativo endorsement da parte di aziende private. Tre direttori, ognuno con una propria specificità, professionale, accademica e istituzionale, stanno lavorando insieme, mettendo sul tavolo idee per costruire una narrazione organica al territorio mediterraneo che si proietti verso il futuro.Due macro-temi densi, uno incastrato all’altro.Il primo, “Le tre linee d’acqua” già affrontato nella prima edizione e, in controtendenza con l’usa e getta degli argomenti, riconfermato per il 2024. Il secondo “Le città del futuro”, declinato per i caposaldi dello Spazio Pubblico, della Mobilità urbana e delle Infrastrutture, dell’Abitare e della Cura, della Scuola e dei Baricentri culturali della città e orientato all’innovazione progettuale e di processo.
Diciannove curatori, una comunità intellettuale plurale che partecipa al processo esplorativo innescato dalla Biennale dello Stretto, perseguendo l’obiettivo di acquisire e condividere consapevolezza sulle potenzialità dell’area mediterranea, mettendo in campo elementi diversi, fattori sovrapposti, anche contrastanti, nel contesto di un ambito concettualmente determinato.
Architettura e Intorno: l’architettura è il motore culturale della Biennale, intesa non come semplice pratica professionale, ma come chiave di sviluppo e interpretazione del territorio e della città. La Biennale dello Stretto realizza connessioni tra le tre rive del mediterraneo – africana, medio-orientale ed europea – e si spinge verso dimensioni geografiche più lontane, alla ricerca di potenziali similitudini e storie parallele – spaziando dall’architettura all’arte, al cinema, alla fotografia, alla narrativa, all’antropologia.
Paesaggi molteplici: Braudel parlava di “mondo-Mediterraneo”, attribuendo alla parola “mondo” un significato composito, plurale. Un mondo abitato da popoli differenti, in armonia e in contrapposizione, che si trasformano di continuo. La Biennale dello Stretto esce dalla logica eurocentrica, a partire dal luogo, la punta estrema dell’Italia e la sua isola maggiore, prossime al continente africano, dalla scelta di analizzare gli scenari delle tre rive, dalla ricerca di situazioni anche molto lontane, con caratteri assimilabili. Attraverso La Biennale, l’architettura genera l’humus per condividere le differenze geografiche, culturali, etniche, politiche e storiche del Mediterraneo e per lo scambio umano. In questa edizione i direttori hanno scelto l’approccio trasversale dello sconfinamento, ampliando gli orizzonti attraverso l’indagine progettuale, antropologica, figurativa, cinematografica, narrativa.

I TEMI DELLA BIENNALE DELLO STRETTO 2024
Le situazioni locali, i nuovi programmi, l’asprezza delle condizioni climatiche, che tendono sempre di più agli estremi, influiscono pesantemente sulla trasformazione delle aree urbane. Le città sono il riflesso di una società sempre più multietnica e, quindi, eterogenea per comportamenti, in mutazione profonda.
In questo scenario l’architettura ha un compito enorme, possiede la potenzialità di favorire occasioni di aggregazione vs segregazione e di creare scenari per le comunità.
“Le tre linee d’acqua” e “Le città del futuro” stanno in una relazione reciproca attraversati da una molteplicità di storie e di progetti, mai singolari e mai soli: plurali e realizzabili in luoghi creativi e aperti, secondo una modalità compatibile con la ciclicità temporale.
In queste linee generali si inquadreranno i progetti esposti al Forte Batteria Siacci, organizzati per sessioni e curatele distinte.

GLI APPROFONDIMENTI
Il tema delle città del futuro, disaggregato in ambiti macro-funzionali, si declina in situazioni particolari e specifiche, esperienze fondamentali per la comprensione dello scenario complessivo. Per questo i direttori hanno organizzato approfondimenti specifici, coinvolgendo un gruppo di professionisti: Francesco Garofalo, Maria Claudia Clemente, Francesco Isidori, Amleto Picerno Ceraso, Simone Sfriso, Chamss Arouise, Marco Introini, Mario Ferrara, Fabrizia Berlingieri, Francesco Messina, Luciano Marabello, Michelangelo Pugliese, Gaetano Scarcella, Salvatore Greco, Cristina Coscia, Marcelle Rabinowicz, Rémy Marciano, Consuelo Nava, Laura Pavia, Giuseppe Giordano, Orazio Carpenzano, Rosaria Musumeci, Luigi Alini, Gianfranco Tuzzolino, Carmelo Marabello.

LA MOSTRA AL FORTE BATTERIA SIACCI
La mostra dei progetti – esito della raccolta di contributi attivati attraverso la Call to Action internazionale, gli inviti rivolti personalmente dai curatori sui temi indicati e i Contest rivolti ad architetti, designer, antropologi e artisti under 35 – sarà allestita a Campo Calabro, al Forte Batteria Siacci.
In seguito agli ottimi risultati ottenuti con la prima edizione, il sindaco di Campo Calabro, Alessandro Rocco Repaci ha destinato il Forte come polo espositivo permanente per la Biennale dello Stretto.
Costruito assieme alla corona dei forti calabresi e siciliani fra il 1894 ed il 1898, Forte Batteria Siacci è scavato sul fianco di una collina per renderlo invisibile dal mare. Più di diecimila metri quadri di superficie coperta, oltre cento ambienti, centinaia e centinaia di metri di gallerie sotterranee, circondato da un imponente fossato, domina lo Stretto di Messina senza che lo sguardo di chi lo naviga possa scorgerlo.
Questo lo scenario dell’esposizione internazionale, spazio in cui si svolgerà
il vernissage della mostra e uno dei luoghi deputati allo svolgimento
dei dibattiti.

I CONTEST UNDER 35
Fin dalla prima edizione i direttori della Biennale dello Stretto hanno scelto di valorizzare il contributo delle giovani generazioni di professionisti.
Quest’anno sul tema “Abitare in un altro mo(n)do. Nomadismo e via vai”, la sfida è rivolta, per la prima volta nel contesto di una manifestazione d’architettura, anche agli studiosi di antropologia contemporanea.
Nell’attuale momento storico di perdita e di complessi e confusi tentativi di riappropriazione dell’identità urbana, la visione antropologica è un fondamentale contributo per ripensare la città, partendo dalle logiche sociali, politiche e culturali che alimentano la sua trasformazione. Il punto nodale è passare dal “fare politico e progettuale” al diritto alla città, con una strategica inversione del punto di vista, considerando diversi fattori e aspirazioni.
La sessione dedicata al contest Antropologi Under 35 è condivisa con Università di Messina.

I TALK

Alcune delle voci tra le più autorevoli del panorama internazionale discuteranno non solo di architettura, di città e paesaggi, di come sono e di come vorremmo fossero, ma anche della mediazione necessaria tra desiderio e realtà, tra visione e proiezione, uscendo dai perimetri “ancestrali” del secolo scorso e dall’inerzia di un pensiero disallineato rispetto alle potenzialità tecnologiche, e particolarmente alle aspirazioni e ai comportamenti intergenerazionali. I talk si terranno nelle città di Reggio Calabria e di Messina e a Campo Calabro -al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, all’Università di Messinae al Forte Batteria Siacci – in tre sessioni dal 18 al 22 settembre, il 18 e 19ottobre e il 13 e il 14 dicembre, con la presenza dei direttori edei curatori e con gli ordini professionali di Reggio Calabria e di Messina ei soggetti coinvolti.

PROGETTI SPECIALI

La Biennale diffusaLa Biennale diventa “diffusa” secondo un calendario in progress che vede le prime tappe a Badolato, a Parigi e a Palermo. Obiettivo è realizzare una panel discussion itinerante, lungo le tappe di un percorso in Italia e fuori confine, per raccogliere opinioni e scambiare informazioni sul tema della progettazione condivisa delle città del futuro.“Linee e ponti di luce” Installazione luminosa In una delle serate delle giornate inaugurali verrà allestito un evento artistico “Linee e ponti di luce”, proiezione temporanea di raggi rettilinei luminosi. Una linea concettuale istantanea unirà Villa San Giovanni a Messina, tracciando uno spazio di limite per indurre una riflessione sul complesso e, talvolta, ambiguo rapporto tra unione e separazione, sulla contrapposizione tra vicino e lontano, sulla polarizzazione e sulle tensioni che animano il vivere contemporaneo.Si tratta di una installazione sperimentale per la lunghezza del raggio e la combinazione dei proiettori luminosi che verranno utilizzati. Ideata da Alfonso Femia per la Biennale, è realizzata con la collaborazione di Clay Paki, International Sound e Audio Sales per il progetto illuminotecnico, insieme a Silvia Perego, light designer In-visible Lab e al team di AF*Design coordinato da Enrico Martino.

DICHIARAZIONE DEI DIRETTORI
“Ripensare le città, assumendo l’acqua come elemento urbano strategico, è il campo di indagine che guida la seconda edizione della Biennale dello Stretto.
Cinque atti alla base di una ponderata meditazione per il futuro urbano: ogni atto, definito così, come preludio all’azione, determina tecnicamente ambiti di appartenenza progettuale e insieme abbraccia una riflessione profonda sui modelli e sulle visioni compatibili a tutte le transizioni del nostro tempo. Così Grandi infrastrutture e Mobilità urbana esprimono la relazione tra le connessioni fisiche e la variabile tempo; lo Spazio Pubblico evidenza la necessità di relazione, di convivenza, ma anche di accessibilità e di protezione; Abitare e Prendersi cura si esplicitano in una più ampia visione di progettazione responsabile e generosa, in una declinazione che non si limita agli obblighi normativi, alle dimensioni e alle caratteristiche tipologiche, ma si estende al carattere complessivo che fa di ogni opera, a qualsiasi scala, un progetto di qualità relazione e urbana; la Scuola e tutti i baricentri culturali della città come luoghi protagonisti contemporanei del pensiero e del cambiamento. La Biennale sarà un laboratorio stimolante in cui confluiranno progetti e pensieri a raggio allargato” Alfonso Femia
“Si tende sempre ad attribuire centralità alle situazioni attrattive per storia, cultura, scenari geopolitici: lo Stretto sta a cavallo tra Calabria e Sicilia, soprattutto tra Europa e Africa ed è paradigmatico, pur alla piccola scala che lo disegna geograficamente e dimensionalmente, non solo rispetto ad altri luoghi del Mediterraneo, ma del mondo intero. La seconda edizione della Biennale dello Stretto riattribuisce un baricentro ideale al “Sud”, in un’accezione ampia che ristabilisce l’ordine tra oggettiva decadenza e progressivo riscatto e rinascita. Per questo è una grande opportunità ed è straordinario che questa occasione di conoscenza e crescita possa innescarsi dal territorio dello Stretto” Mariangela Cama “Le connessioni sono la chiave strategica di sviluppo per tutto il Mediterraneo. La Biennale dello Stretto è un collegamento potente, in cui l’interdisciplinarietà è il cuore che contribuisce alla conoscenza, alla sperimentazione, alla crescita. Affrancarsi da una visione ormai falsa e anacronistica, ancorata all’idea di una crisi permanente, è un segnale fondamentale che allinea il Meridione italiano a tutti i Sud del mondo. E proprio l’orientamento che le città assumeranno sarà misura della capacità di previsione e adattamento nel futuro. L’abbiamo vissuto durante la prima edizione nel 2022, abbiamo visto l’interesse, l’attrattività verso un mondo in cui si stanno capovolgendo gli assi di riferimento e gli scenari geopolitici”.

Sito web de La Biennale dello Stretto 2024: https://biennaledellostretto.eu

Official hashtag: #labiennaledellostretto #biennaledellostretto #lecittadelfuturo #cittàdelfuturo #letrelineedacqua #thethreewaterlines #mediterraneiinvisibili #500×100 #OAPPCReggioCalabria #OAPPCMessina.

 

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