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La dolce maledizione dei Giochi Olimpici è quella di concentrare per due settimane tutta l’attenzione del mondo su sport che vengono poi ignorati dal grande pubblico per i successivi quattro anni. Canoa, pentatlon, taekwondo, arrampicata: per qualche minuto, tutti diventano esperti di discipline di nicchia, donando un po’ di gloria ad atleti poco mediatici, ma solo se vincono una medaglia. In questo secolo i più fortunati diventano addirittura dei meme, come è accaduto al cinquantunenne turco Yusuf Dikec che ha vinto la medaglia d’argento nel tiro a segno con la proverbiale calma olimpica: nessun gadget, mano in tasca e normali occhiali da vista. 

Eppure tra le tante discipline di questi Giochi Olimpici ce n’è una che avrebbe la potenzialità per attrarre spettatori e finanziamenti tutto l’anno: l’atletica leggera. In fondo è lo sport più antico del mondo, praticabile da chiunque e capace di emozionare a qualsiasi latitudine. Nel 2021, tutta Italia si è esaltata per le due medaglie d’oro a distanza di venti minuti vinte a Tokyo da Gianmarco Tamberi nel salto in alto e Marcell Jacobs nei cento metri. Un momento indimenticabile a cui si è aggiunta la vittoria della staffetta 4×100 della nazionale italiana per un centesimo di secondo contro la Gran Bretagna.

L’atletica leggera non ha segnato solo la storia dello sport, ma anche quella sociale e culturale. Le quattro medaglie d’oro dell’afroamericano Jesse Owens nel 1936 a Berlino sotto gli occhi del dittatore nazista Adolf Hitler; la vittoria a piedi nudi dell’etiope Abebe Bikila a Roma 1960; ma anche il pugno guantato di nero e alzato al cielo da Tommie Smith e John Carlos durante l’inno nazionale di Città del Messico 1968 in segno di protesta contro il razzismo e le ingiustizie sociali negli Stati Uniti. E il giamaicano Usain Bolt ha distrutto qualsiasi record di velocità nei cento e duecento metri, ridefinendo i limiti delle capacità umane. 

Come può uno sport così iconico non riuscire ad appassionare gli spettatori tutto l’anno? Se lo sono chiesti anche i giornalisti Sara Germano e Samuel Agini che sul Financial Times hanno realizzato un approfondimento sulla ciclica perdita di visibilità dell’atletica leggera che a differenza di altri sport individuali come il tennis e il golf, soffre di una struttura commerciale antiquata, con finanziamenti limitati e una copertura mediatica frammentata. La decentralizzazione delle competizioni rende difficile per i fan seguire gli eventi, il che si traduce in un minor interesse generale.

Secondo il quattro volte campione olimpico Michael Johnson intervistato dai giornalisti del Financial Times, il problema principale è la difficoltà a capire chi trasmette le competizioni in tv, ma soprattutto a sapere quando si svolgono, costringendo anche gli addetti ai lavori a seguire le dirette su Instagram diffuse dai fan pur di non perdere le gare. In teoria esiste la Diamond League, il principale circuito di atletica fuori dalle Olimpiadi e ai Mondial (World Athletic), con quindici competizioni che si svolgono da aprile a settembre, ma la sua visibilità televisiva è limitata. Inoltre le sedi non sono sempre tutte le stesse ogni anno, anche se negli ultimi tempi il calendario si è assestato in tappe fisse come Doha, Oslo, Zurigo Roma o Firenze per l’Italia. Gareth Balch, amministratore delegato di Two Circles, una società di consulenza che ha lavorato con World Athletics, spiega al Financial Times che il problema è legato anche alla mentalità degli atleti verso queste competizioni che vengono vissute come una gara di preparazione ai Campionati del Mondo o ai Giochi Olimpici.

Anche gli appassionati di tennis faticherebbero a elencare tutti i tornei che si tengono durante l’anno, ma l’Association of Tennis Professionals (Atp), l’organizzazione che gestisce il circuito professionistico maschile di tennis a livello mondiale, negli anni ha consolidato una gerarchia mediatica tra le competizioni, abituando il pubblico a una certa cadenza degli appuntamenti più importanti dove si vince conquistando tre set e non solo due: Australian Open a gennaio, Roland Garros tra fine maggio e inizio giugno, Wimbledon tra fine giugno e inizio luglio e Us Open tra agosto e settembre. 

Michael Johnson ha imparato la lezione del tennis e per questo ha deciso di lanciare una nuova competizione per rivitalizzare l’attenzione su questa disciplina: il Grand Slam Track. Sebastian Coe ha annunciato la creazione del World Athletics Ultimate Championship che si terrà ogni due anni a partire dal 2026. Questo evento si alternerà con i Campionati Mondiali di Atletica, offrendo un calendario di competizioni più ricco e attraente. «Voglio che la gente guardi a questo evento come guarderebbe a un Super Bowl, a Wimbledon o a un grande test match di cricket», ha spiegato Coe al Ft. Anche il cofondatore di Reddit e marito della ex tennista Serena Williams ha deciso di creare un altro grande evento di atletica: Alexis Ohanian organizzerà a settembre Athlos, una nuova competizione di atletica leggera per sole donne a New York. 

Il guadagno per gli atleti è un’altra area critica che non permette a molti di avere una carriera longeva. I più fortunati ottengono ricche sponsorizzazioni per i marchi di scarpe, che spesso offrono bonus per record e partecipazioni olimpiche, disincentivando la partecipazione in altri tornei minori. Se un atleta si infortuna o non riesce a qualificarsi per le competizioni principali, il loro reddito può diminuire drasticamente. Esiste anche una disparità significativa nei guadagni tra gli atleti delle diverse discipline, con gli sprinter che guadagnano molto di più rispetto ai lanciatori e ai saltatori. Per un atleta è costoso sostenere da solo le spese di viaggio e gli allenamenti per seguire tutte le tappe della Diamond League. Mentre la partecipazione ai Giochi Olimpici è a carico della nazionale e il raggiungimento del podio garantisce guadagni di migliaia di euro. 

In Italia molti atleti di atletica leggera riescono a sostenere la loro carriera sportiva grazie all’inquadramento nelle forze dell’ordine o nelle forze armate. Questo sistema offre loro un sostegno economico stabile, consentendo di dedicarsi all’allenamento e alle competizioni senza doversi preoccupare di trovare altre fonti di reddito. Gli atleti possono arruolarsi nei gruppi sportivi di vari corpi dello Stato, come le Fiamme Oro (Polizia di Stato), le Fiamme Gialle (Guardia di Finanza), l’Esercito, la Marina Militare e l’Aeronautica Militare. Questo arruolamento avviene tramite concorsi pubblici riservati agli atleti che hanno ottenuto risultati agonistici di livello nazionale certificati dal Comitato olimpico nazionale italiano. Una volta selezionati, gli atleti ricevono uno stipendio e possono accedere a strutture di allenamento di alto livello. Per esempio Marcell Jacobs è parte delle Fiamme Oro, mentre Filippo Tortu e Gianmarco Tamberi fanno parte del Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle​.

 

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