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Investimenti in software Industria 4.0: c’è tempo fino al 31 dicembre 2022 per prenotarli e poter così beneficiare del credito d’imposta del 50%. Attenzione però: la consegna dei beni acquistati deve avvenire entro e non oltre il 30 giugno 2023. Dal prossimo anno, la percentuale del credito diminuirà passando dal 50 al 20 per cento, per giungere fino al 10% per gli investimenti effettuati nel 2025. Il 31 dicembre 2022 scade anche il termine per prenotare gli investimenti in beni immateriali strumentali nuovi “ordinari” e per beneficiare per l’ultima volta del credito d’imposta pari al 6% del costo d’acquisto, entro il limite massimo di spesa di un milione di euro.

La data del 31 dicembre 2022 rappresenta uno spartiacque importante per gli investimenti che le imprese intendono realizzare in beni immateriale di cui alla Tabella B allegata alla legge di Bilancio 2017 (legge n. 232/2016).

Infatti, solo per gli investimenti realizzati nel corso del 2022 la misura del credito d’imposta spettante alle imprese è pari al 50%, per poi decrescere al 20% per quelli effettuati nel 2023, al 15% per gli investimenti effettuati nel 2024 e fino al 10% per gli investimenti posti in essere nel corso del 2025.

Investimenti in beni immateriali Industria 4.0

Per gli investimenti in beni immateriali di cui alla Tabella B allegata alla legge di Bilancio 2017, era stato previsto il riconoscimento di un credito d’imposta pari al 20% del costo di acquisizione, laddove detti investimenti fossero stati realizzati nell’arco temporale compreso tra il 16 novembre 2020 e il 31 dicembre 2022.

Intervenendo sull’art. 1, comma 1058, della legge n. 178/2020 (legge di Bilancio 2021), il decreto Aiuti (art. 21, D.L. n. 50/2022) ha previsto viene disposto l’innalzamento dal 20% al 50% della misura del credito d’imposta riconosciuto alle imprese che tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2022 (ovvero entro il 30 giugno 2023 a condizione che il credito sia stato prenotato entro il 31 dicembre 2022) effettuano investimenti nei predetti beni.

La spesa massima agevolabile è pari a 1 milione di euro.

Pertanto, al fine di non perdere questa opportunità sarebbe opportuno che le imprese che intendono acquistare software, sistemi o piattaforme connesse al sistema di trasformazione tecnologica e digitale si premurino di effettuare l’ordine di acquisto e di versare il 20% del corrispettivo pattuito entro fine anno.

Quindi, rispettate queste condizioni, si potrà beneficiare del credito d’imposta nella misura del 50% solo se il bene verrà consegnato entro e non oltre il 30 giugno 2023.

La misura del credito d’imposta diminuirà come segue:

Tipologia di investimento

2022 (30 giugno 2023 con acconto e ordine entro fine 2022)

2023 (30 giugno 2024 con acconto e ordine entro fine 2023)

2024 (30 giugno 2025 con acconto e ordine entro la fine del 2024)

2025 (30 giugno 2026 con acconto e ordine entro la fine del 2025)

 Beni strumentali immateriali nuovi (allegato B, legge n. 232/2016)

50% nel limite di spesa di 1 milione di euro

20% nel limite di spesa di 1 milione di euro

15% nel limite di spesa di 1 milione di euro

10% nel limite di spesa di 1 milione di euro

Sono agevolabili anche le spese per servizi sostenute in relazione all’utilizzo di beni immateriali stessi mediante soluzioni con risorse di calcolo condivise e connessa (c.d. cloud computing) per la quota imputabile per competenza.

Appare evidente come risulti particolarmente vantaggioso per le imprese – impegnate in un processo di trasformazione tecnologica e digitale – “prenotare” gli investimenti entro la fine del 2022.

Infatti, supponendo che l’investimento sia quanto meno prenotato entro fine anno, su di una spesa massima agevolabile di 1 milione di euro, si può beneficiare di un credito massimo pari a 500.000 euro; diversamente, laddove si decidesse di differire l’investimento al 2023, il credito riconoscibile sarebbe pari a 200.000 euro.

Investimenti in beni immateriali diversi da quelli Industria 4.0

La data del 31 dicembre 2022 è importante anche per le imprese (e gli esercenti arti e professioni) che decidono di effettuare investimenti in beni immateriali diversi da quelli di cui alla Tabella B allegata alla legge di Bilancio 2017.

Infatti, nel caso di investimenti in beni immateriali strumentali nuovi effettuati nel corso del 2022 vien riconosciuto un credito d’imposta pari al 6% del costo di acquisto, in un limite massimo di spesa di 1 milione di euro. Tale beneficio fiscale viene riconosciuto anche laddove, entro fine anno, si provveda a prenotare l’investimento, ma con consegna del bene entro il 30 giugno 2023.

Pertanto, l’impresa che decida di acquistare un software applicativo potrà beneficiare del credito d’imposta solo se l’investimento viene effettuato o almeno prenotato entro la fine dell’anno.

Le attuali previsioni normative non prevedono il riconoscimento di questa agevolazione per gli investimenti effettuati dopo il 2022 (a meno che la prossima legge di Bilancio non intervenga in materia).

Quindi, ipotizzando che un’impresa intenda acquistare un software applicativo, è di tutta evidenza – almeno a oggi – che convenga prenotare l’investimento stesso entro fine anno.

Infatti, supponendo una spesa pari a 200.000 euro, laddove l’investimento sia prenotato entro il 31 dicembre 2022 (con conseguente consegna del software entro il 30 giugno 2023) è possibile beneficiare di un credito d’imposta pari a 12.000 euro; diversamente, se l’investimento fosse eseguito nel 2023, non spetterebbe alcuna agevolazione fiscale.

Tipologia di investimento

2022 (30 giugno 2023 con acconto e ordine entro fine 2022)

Periodi successivi

 Beni strumentali immateriali nuovi diversi (da quelli di cui all’allegato B, legge n. 232/2016)

6% nel milite di spesa di 1 milione di euro

Fruizione del credito

I bonus sono utilizzabili esclusivamente in compensazione nel modello F24, in 3 quote annuali di pari ammontare a partire dall’anno di entrata in funzione del bene per gli investimenti in beni immateriali nuovi “ordinari” ovvero dall’anno della loro interconnessione per quelli di cui agli allegati A e B della legge n. 232/2016.

Non si applicano i limiti di utilizzo di 250.000 e 2 milioni di euro annuali e neanche il divieto di compensazione in presenza di debiti iscritti a ruolo per imposte erariali per ammontare superiore a 1.500 euro.

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