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Con 50 milioni di investimenti previsti dalla manovra di assestamento di bilancio – approvata nella notte in Consiglio provinciale – le politiche per la casa in Trentino si aprono ad una fase di sperimentazione di nuove misure, ma anche di consolidamento degli incentivi in favore delle diverse fasce della popolazione
Le risorse stanziate saranno destinate a supportare vari progetti, a partire da Itea, che riceverà 21 milioni di euro per la manutenzione straordinaria degli alloggi attualmente vuoti e da ristrutturare.
Per i giovani e le famiglie numerose, verrà dedicato un milione di euro all’anno in conto interessi per il prossimo decennio per coprire le spese di ristrutturazione e di efficientamento energetico della prima casa e altre abitazioni. Inoltre, sono stati stanziati 5 milioni di euro in conto capitale per l’acquisto della prima casa.
Per le zone svantaggiate del Trentino, è stato approvato un finanziamento di un milione di euro in due anni per la locazione di alloggi. Inoltre, 10 milioni di euro in due anni saranno destinati al recupero di immobili da destinare a prima casa, con un contributo in conto capitale che può raggiungere fino a 80mila euro per intervento.
Un intervento sperimentale per il recupero di immobili di proprietà di enti no profit da destinare a prime case ammonta a un milione di euro. Infine, è stato approvato un emendamento, grazie alla mediazione con l’opposizione, che prolunga di due anni l’aumento del contributo all’affitto, mantenendo la quota al metro quadro adeguata agli attuali valori di mercato.
“Le misure che nei prossimi mesi saranno attivate – spiega l’assessore Marchiori (foto) – sono destinate a tutti i trentini, siano essi inquilini Itea, residenti delle valli o delle città. Si è voluto puntare in modo particolare sui giovani e sulle aree periferiche per dare una risposta a coloro che desiderano formare un nuovo nucleo familiare, ma che sono ostacolati dai prezzi degli immobili”. Con queste misure, aggiunge l’assessore, “si vuole anche contrastare lo spopolamento delle aree montane e offrire nuove prospettive di crescita alle comunità più piccole. Vivere in montagna non è come stare in pianura o nel fondovalle: abbiamo il dovere morale di colmare il divario esistente tra le varie realtà con incentivi significativi. Inoltre, queste misure, in particolare quella relativa agli enti no profit, consentiranno di recuperare immobili senza consumare nuovo suolo, abbellendo e rivitalizzando i centri storici e togliendo dal degrado gli edifici”.
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