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Dopo la notizia delle dimissioni di Giovanni Toti arrivano le prime reazioni da parte degli esponenti politici della Liguria e nazionali.

Centrodestra

I fedelissimi Ilaria Cavo, vicepresidente della commissione Attività Produttive e Turismo della Camera per Noi moderati e coordinatrice della Lista Toti, e l’assessore regionale Giacomo Raoul Giampredrone affidano i propri pensieri a foto e post su Facebook. “È iniziato tutto così – scrive Cavo -. Nove anni insieme di amore e dedizione per la nostra Liguria. Un percorso politico e umano che non finisce qui, anzi… come scrivi tu, oggi inizia una nuova fase. Grazie Presidente, grazie Giovanni. Continuerò e continueremo a essere al tuo fianco nel rispetto della tua scelta e per la nostra Liguria”. “9 anni indimenticabili e irripetibili – scrive Giampedrone -. Il nostro viaggio termina qui, per ora. Grazie di tutto Presidente!”.

Nella nota ufficiale Ilaria Cavo ribadisce: “Nel profondo rispetto della sua scelta, che impone una riflessione a tutti, continuerò a essere al suo fianco con la stessa fiducia, amicizia e determinazione”.

Appoggio anche dalla Lega che in una nota scrive: “In Liguria siamo di fronte all’ennesimo tentativo di sovvertire il voto popolare usando inchieste e arresti. La Lega non si fa intimidire e i cittadini sapranno rispondere democraticamente riconfermando il centrodestra che ha rilanciato la Regione da tutti i punti di vista”.

“L‘Udc Liguria pur non entrando nelle questioni legali, ringrazia il presidente Toti per il suo atto di responsabilità verso i cittadini liguri. Adesso è l’ora di portare avanti i progetti in essere e guardare alle prossime elezioni con la certezza che la coalizione di centro destra saprà proporre un candidato all’altezza che potrà portare avanti quanto intrapreso fino ad ora ma anche correggere il tiro su temi importanti quali, per esempio la sanità pubblica. L’Udc è pronta a scendere in campo con i suoi valori e competenze ,coesa con gli alleati della coalizione, per una Liguria ancora più forte con un ruolo di primo piano nel panorama nazionale”, così Paolo Carini, commissario provinciale di Genova Udc Liguria.

«Il nostro più sincero ringraziamento a Giovanni Toti per l’incredibile lavoro svolto e per il grande contributo che ha dato alla crescita della nostra amata regione. La sua dedizione, il suo impegno e la sua visione hanno portato risultati tangibili e inequivocabili. Sotto la sua guida, la Liguria ha visto uno sviluppo significativo in numerosi settori, dalle infrastrutture, al turismo e alla cultura. Il suo operato ha permesso alla nostra regione di affrontare e superare sfide importanti, promuovendo una crescita sostenibile e inclusiva. Grazie Presidente!». Così la lista Vince Genova del sindaco Marco Bucci ha salutato e ringraziato il presidente della Liguria Giovanni Toti alla notizia delle sue dimissioni.

La Lista Toti scrive: “Grazie! Grazie di tutto presidente. Oggi che hai scelto di lasciare il tuo incarico l’unica parola da dirti è questa. Grazie per aver risollevato e dato dignità alla Liguria. Grazie per aver fatto crescere questa regione, per averle restituito la speranza nel futuro, per aver interrotto il declino a cui era stata condannata, per averle regalato una crescita esponenziale in tutti i settori, certificata dai dati incontestabili di tutti gli indicatori, gli enti e gli osservatori economici. Grazie per aver portato una politica nuova. Per aver riavvicinato i cittadini. Per aver restituito i sorrisi e la voglia di impegnarsi. Per aver portato il nome e le immagini della nostra terra nel mondo che non la conosceva. Oggi, nel giorno in cui dopo tre mesi di sofferenza, hai scelto di lasciare la presidenza, vogliamo dirti grazie anche per questo. Per aver avuto il coraggio di resistere, di condurre una battaglia di civiltà, di anteporre anche in questa situazione l’interesse dei liguri al tuo personale, che ti avrebbe consigliato dimissioni immediate per ritrovare subito la libertà personale. Grazie per l’esempio che ci hai dato, affrontando e respingendo a testa alta accuse che non ti appartengono, con la determinazione di chi non baratta la propria dignità”.

“Ringraziamo Giovanni Toti per il lavoro svolto in questi nove anni; ha ereditato una Liguria messa in ginocchio dalle giunte di sinistra e l’ha rilanciata con grande forza, investendo su infrastrutture, sviluppo turistico e crescita economica. A breve i liguri saranno chiamati a scegliere tra continuare ad andare avanti, o restituire la Regione ad una sinistra che ha tenuto in ostaggio la Liguria per decenni e riporterebbe indietro le lancette della storia.” Lo affermano in una nota il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Matteo Rosso, il senatore Gianni Berrino, il deputato Maria Grazia Frijia, gli assessori della giunta regionale ligure Simona Ferro e Augusto Sartori, il capogruppo in Regione Stefano Balleari e la consigliera Veronica Russo.

“Anche i successi ottenuti in questi anni dall’amministrazione del Sindaco Bucci sarebbero stati impossibili da raggiungere senza il contributo di Giovanni Toti come Presidente della Regione − lo dichiara la lista Genova Domani − a lui e alla sua Giunta vanno i nostri ringraziamenti più sentiti per tutto il lavoro svolto a servizio della Liguria e dei liguri. Ci auguriamo che tutto questo verrà riconosciuto alle prossime elezioni regionali, in vista delle quali ci batteremo nel modo migliore, con passione e determinazione, affinché possa proseguire il cammino avviato da Giovanni Toti per la crescita, lo sviluppo economico e la realizzazione di infrastrutture strategiche per il nostro territorio”.

Opposizione

Dalla parte opposta i commenti del capogruppo regionale del M5S Fabio Tosi e del collega di Gruppo Paolo Ugolini. «Finalmente. Era dall’8 maggio che chiedevamo il doveroso passo indietro di Giovanni Toti. E come abbiamo sempre detto, la Liguria non poteva rimanere appesa alle sue vicende giudiziarie, per le quali si difenderà nelle sedi opportune. Il nostro è sempre stato un giudizio politico. Oggi si sono concretizzate le sue dimissioni: era l’ora. Dispiace che si sia arrivati a questo epilogo dopo aver tenuto la Regione in ostaggio per 2 mesi e mezzo. Ora si restituisca la parola agli elettori, la cui decisione è e sarà per noi sempre sovrana».

«Quanto avvenuto oggi è la certificazione del fallimento di Toti e della sua politica – dichiara Davide Natale, segretario Pd Liguria -. Una politica che ha anteposto gli interessi di pochi a quelli dei liguri pensando a una sorta di impunità che è teorizzata anche da altri esponenti del centrodestra ligure e nazionale. Il giudizio non è della magistratura e della legge ma è figlio del mandato elettorale. Il disastro del centrodestra ligure è confermato da quanto non è stato fatto in questi anni: la sanità allo sbando retta solo dal sacrificio degli operatori, l’opacità nell’amministrazione, l’assenza di concrete politiche ambientali, la mancanza di un piano industriale capace di rilanciare la presenza di grandi gruppi nella nostra regione e politiche per la casa e per le nuove generazioni del tutto assenti. Ora si deve aprire una nuova pagina che sappia guardare al futuro e che rompa un sistema che ha relegato la Liguria a un ruolo marginale nello scacchiere nazionale. Si parta dal no secco al trasferimento della nave rigassificatrice e si metta al centro il tema sanitario e quello del lavoro».

«Oggi, con le dimissioni di Giovanni Toti, si chiude una lunga e controversa stagione politica per la nostra regione – dichiara il Capogruppo di Linea Condivisa in Consiglio regionale Gianni Pastorino – Toti non è più presidente della Liguria, questo momento rappresenta una svolta cruciale per il futuro del nostro territorio. Desidero innanzitutto ribadire il nostro impegno per una cultura garantista. La giustizia deve seguire il suo corso naturale, e noi rispettiamo profondamente questo principio. Tuttavia, sin dal 7 maggio 2024, giorno in cui Toti è stato sottoposto agli arresti domiciliari, ho chiesto con forza ogni giorno le sue dimissioni. È fondamentale che le donne e gli uomini liguri possano nuovamente esprimersi e scegliere un nuovo governo per la regione».

“Toti è un nostro avversario. La valutazione sulla sua gestione è negativa. I profili di conflitto di interessi sono quanto di più estraneo alla prassi di Azione si possa immaginare. Ma forzare a dimissioni un Governatore attraverso l’imposizione di misure cautelari a pioggia è indegno di uno Stato di Diritto. Così come indegno è usare le inchieste come fondamento di un confronto politico. Non è stata un bella pagina per la democrazia italiana”, scrive sui social il leader di Azione Carlo Calenda.

Alleanza Verdi Sinistra è tranchant: “Finalmente è finita la lunga agonia del governo della destra in Regione. La Liguria non sarà più ostaggio delle manovre di Toti e della volontà cieca di sopravvivenza sua e dei suoi alleati. I cittadini liguri tra pochi mesi con le elezioni e potranno scegliere e superare un sistema di potere che ha subordinato gli interessi pubblici a quelli privati, che ha ristretto i servizi abbassandone la qualità, costringendo una fascia larga della popolazione senza risorse economiche a non curare la propria salute. Nove anni di governo Toti hanno portato la Liguria allo stallo. Ora dobbiamo unirci per vincere le elezioni e per costruire una Liguria che tuteli la sanità pubblica,
rispettosa del territorio, del’ambiente della partecipazione e della democrazia.
Adesso tocca a noi. Il campo progressista è all’altezza della sfida del cambiamento e può portare rapidamente a compimento tutti i passi necessari a costruire un’alleanza unita attorno a un programma e a un candidato presidente”.

“Oggi si chiudono i nove anni di governo della destra in Liguria, segnati da gravi carenze e politiche fallimentari. La situazione attuale della nostra regione è critica e richiede un cambiamento urgente − afferma Simone D’Angelo, segretario del Partito Democratico di Genova e Capogruppo a Palazzo Tursi − la sanità pubblica è allo sbando, con liste d’attesa infinite e operatori sanitari costretti a sopportare il peso di una struttura in stato di abbandono. Senza che fosse portata avanti alcuna politica di difesa ambientale, negli anni abbiamo assistito a un ritorno alla cementificazione selvaggia e alla subordinazione della tutela ambientale allo sviluppo economico.

L’industria è in crisi profonda, priva di una pianificazione adeguata e vittima dell’illusione che il territorio potesse sostenersi sulla precarietà dei lavori stagionali legati al turismo. La questione generazionale, dal diritto allo studio a quello alla casa, è un’emergenza drammatica di cui la destra guidata da Toti non si è mai occupata.

Le dimissioni di Giovanni Toti rappresentano la certificazione del fallimento della destra e della sua politica, che ha anteposto gli interessi privati a quelli pubblici, privilegiando pochi a discapito di molti. È il momento di un cambiamento necessario per restituire alla Liguria il futuro che merita, un futuro per cui vale la pena lottare”.

Con le dimissioni di Giovanni Toti da Presidente della Regione Liguria, si apre una fase decisiva per il futuro della nostra regione. Dopo gli ultimi mesi di paralisi, queste dimissioni (tardive) segnano la fine di un’era caratterizzata da una gestione inefficace della sanità, delle crisi industriali e del rapporto con i territori.

«Ora, la Liguria ha bisogno di voltare pagina per rispondere con serietà e impegno alle sfide future − afferma il consigliere regionale Roberto Arboscello − le elezioni sono l’occasione per restituire la parola liguri e costruire un futuro alternativo, all’altezza delle loro aspettative. L’area Savonese deve tornare centrale e dovrà essere rappresentata con autorevolezza nel nuovo progetto per la nostra Regione. Io sono a disposizione, sempre dalla parte del nostro territorio».

I consiglieri regionali della Lista Sansa Ferruccio Sansa, Selena Candia e Roberto Centi affermano in una nota: “Oggi termina l’esperienza di Toti e del suo sistema di potere, con cui ha tenuto in ostaggio la Liguria, aiutando pochi ‘amici’ e dimenticandosi di tutti i cittadini e le cittadine ‘normali’ e in difficoltà. Sconfiggere questo sistema e il suo vertice, l’ex presidente Toti, è sempre stato il nostro obiettivo nell’attività che abbiamo svolto in Consiglio regionale negli ultimi quattro anni. Adesso, però, serve un cambiamento totale in Liguria, non possiamo permetterci l’errore di pensare di sostituire quel sistema di potere di centrodestra con un altro simile. La Lista Sansa si mette a disposizione del cambiamento e dell’unità del centrosinistra, rimarcando una specificità nostra ma nella concordia di chi sta a sinistra. Da oggi si lavora insieme a tutti quelli che vogliono una Liguria diversa, vivace, coraggiosa e libera, lottando per le cose giuste, a partire dalla sanità pubblica, la scuola pubblica, la difesa dell’ambiente, il diritto alla casa, il lavoro sicuro e pagato il giusto e tanto altro ancora”.

«Oggi si è capito che le battaglie che abbiamo portato avanti in questi anni erano giuste, e che avevamo ragione – sottolinea il capogruppo Ferruccio Sansa – la nostra non è mai stata una guerra personale e non siamo felici che Toti sia agli arresti, non bisogna mai gioire se una persona perde la libertà. Noi abbiamo combattuto un sistema di potere che si era radicato ovunque e abbiamo contrasto un modo di fare politica malato, nel quale le decisioni venivano prese sugli yacht, in una zona grigia tra politica e impresa”. “Adesso che Toti si è dimesso – aggiunge Sansa – siamo soltanto a metà della nostra battaglia. Ora sta a noi proporre un’idea nuova di politica, un rapporto nuovo tra istituzioni ed economia che abbia come unico scopo l’interesse dei cittadini. Serve un cambiamento totale e non sostituire i finanziatori e gli amici di Toti con quelli nostri. Soltanto così avrà avuto senso la nostra sfida».

«Giovanni Toti ha lasciato una Regione allo sbando nella quale le scelte venivano fatte per denaro e interessi di pochi, non per il bene pubblico dei cittadini e delle cittadine liguri – spiega Selena Candia – la Liguria che vogliamo deve essere per tutte quelle persone che la abitano, e che sono state dimenticate da Toti nell’ultimo decennio. Per tutte quelle persone che vogliono una Regione diversa, vivace, coraggiosa e libera. Ora è il momento di lavorare tutte e tutti insieme per le cose giuste. La sanità pubblica, la scuola pubblica, la difesa dell’ambiente, i trasporti pubblici, il diritto alla casa. E ancora: il lavoro sicuro e pagato il giusto, la cultura, la parità di genere, i diritti civili, la pace e il rispetto delle diversità. La crisi politica culminata con le dimissioni di Toti è un’occasione enorme per ricostruire una nuova Liguria dopo questi anni sciagurati».

«Con le dimissioni di Toti spero che finisca anche un sistema di potere che attraverso enormi finanziamenti e rapporti personali ed esclusivi ha gestito la Regione per nove anni, promulgando leggi e adottando provvedimenti che spesso erano lo strumento per favorire interessi imprenditoriali o di potentati economici specifici – dichiara Roberto Centi – in questi anni abbiamo combattuto questo potere con le armi che avevamo a disposizione: interpellanze, interrogazioni e ordini del giorno continui e pressanti, oltre alle iniziative sui territori come Lista Sansa e come LeAli a Spezia. Abbiamo cercato di onorare il nostro mandato anche con l’impegno Antimafia, che ha portato a una delle leggi più avanzate d’Italia per la gestione dei beni confiscati. Ora non possiamo sbagliare. Ci mettiamo al servizio del cambiamento e dell’unità del centrosinistra, per un nuovo modo di fare politica, che forse è un ritorno all’antico: stare in mezzo alla gente, come abbiamo sempre fatto, e farsi portavoce di chi vuole una Regione amministrata con sobrietà e lungimiranza. Per essere utili a tutti, ma soprattutto a chi in questi anni è stato trascurato da un sistema di potere che prima o poi doveva finire».

Cristina Lodi, segretaria regionale di Azione Liguria, dice: «Il fallimento politico di Toti già più volte da noi denunciato è stato su sanità, ciclo dei rifiuti, agricoltura e pesca, infrastrutture, ambiente. energia e politiche sociali con una regione sempre più anziana e sempre meno in crescita demografica , marginale rispetto al nord ovest e alla macroregione. E tutto questo a prescindere dall’indagine che lo ha coinvolto e che lo vedrà innocente fino al terzo grado di giudizio. Azione Liguria da mesi sta lavorando e continuerà a farlo su proposte per un governo alternativo che ridia speranza e valore ad una Regione strategica con le sue peculiarità economiche e sociali. Ci aspettano mesi di lavoro spinti però da una grande speranza: consegnare ai liguri un governo della regione alternativo, forte e innovativo».

Sindacati

Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria scrive: “Apprendiamo la notizia delle dimissioni di Giovanni Toti dalla carica, già sospesa, di presidente della Regione Liguria. Senza entrare nel merito dell’inchiesta giudiziaria in corso, non avendone né titolo né competenza, la Cisl auspica che la Regione possa avere in tempi ragionevoli una guida solida e con la giusta visione di crescita e sviluppo. Ci appelliamo, in questo senso, a tutte le forze politiche affinché si riporti al centro del dibattito pubblico il futuro del territorio. Lavoro, sanità, infrastrutture, benessere delle persone, opportunità di crescita per le nuove generazioni: sono questi i temi che devono animare l’agenda politica ligure in vista del prossimo appuntamento elettorale”.

Emanuele Ronzoni, commissario straordinario Uil Liguria, afferma: «Tra non molto tempo verrà data la parola alle cittadine e ai cittadini di questo rerritorio che hanno bisogno di stabilita politica per poter contare sullo sviluppo sociale ed economico di questa regione. Ci auguriamo per il prossimo futuro maggiore attenzione per i temi del lavoro, della sicurezza  e della sanità, senza dimenticare che i progetti sulle infrastrutture e sulla mobilità devono procedere per superare l’isolamento del territorio».

La Liguria è tra le poche regioni in Italia che non è intervenuta con una ordinanza per vietare il lavoro nei cantieri e nei vivai nelle ore più calde della giornata e questo è solo un esempio delle emergenze che la Regione dovrebbe immediatamente risolvere.

“Dal 7 maggio scorso la Liguria sta vivendo una situazione di stallo − commenta Maurizio Calà segretario generale Cgil Liguria − bisogna andare velocemente al voto sia per far esprimere i liguri sia perché sono troppe le questioni aperte che hanno bisogno di importanti correzioni di marcia: troppe persone attendono risposte serie a problemi concreti a partire dalla salute alle infrastrutture, alle tante vertenze aperte sulle quali vanno assunte responsabilità precise ed immediate”.

 

 

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