ANCONA Un uomo, mille incarichi. Se c’è una cosa che non si può dire di Andrea Santori, è che se ne stia con le mani in mano. Al netto della Santori Pellami spa, la società di cui presiede il consiglio di amministrazione, è ai vertici di un consistente numero di enti e centri di potere che lo hanno reso una sorta di perno nel coordinamento dei soldi della Regione. Il più rilevante è indubbiamente il ruolo di presidente della Svem, partecipata a cui Palazzo Raffaello ha affidato la gestione del tesoretto da un miliardo dei fondi europei. Ma c’è pure quello di membro della giunta della Camera di commercio dal 2018. E sarà riconfermato nell’esecutivo del Sabatini bis – la ratifica della nuova squadra arriverà la prossima settimana – ma su questo incarico si pone una questione di opportunità.
Due pesi, una misura
La sua azienda Santori Pellami ha chiesto una composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa, con la nomina di un consulente esperto che affianchi la società nella gestione, in particolare, dell’esposizione da oltre 10 milioni di euro con le banche. A chi ha chiesto la composizione negoziata? Alla Camera di commercio. Quella stessa Camera di commercio della cui giunta è e sarà ancora membro. Così si profila un potenziale conflitto di interessi, e non sarebbe l’unico. Sempre la Santori Pellami compare anche tra le aziende che hanno partecipato al bando Ricerca e sviluppo per innovare le Marche, chiuso il 16 ottobre 2023. Bando finanziato con i fondi Ue Fesr 2021/2027. Nella graduatoria dei progetti ammissibili, l’azienda si piazza alla posizione 24, con un contributo concedibile pari a 102.744 euro.
Questione di opportunità
Nella documentazione allegata al bando non viene specificato se, alla fine, l’azienda abbia effettivamente preso il finanziamento, ma non si capirebbe perché presentare il progetto per poi rinunciare. In ogni caso, anche qui, è una questione di opportunità: Santori, da presidente della sua impresa, partecipa ai bandi finanziati con i fondi Ue che gestisce nella veste di presidente della Svem.
I mille ruoli
E lo stesso potrebbe valere per la veste di consigliere ed ex vicepresidente del Confidi Unico. Tanti incarichi che prevedono l’amministrazione di un pacchetto molto importante di fondi e risorse pubbliche. Continuando a sfogliare il curriculum di Santori ai può vedere inoltre come, nel tempo, abbia assunto pure le cariche di componente del consiglio direttivo di Confindustria Centro Adriatica, di socio della Fondazione Cassa di risparmio di Fermo e di presidente della Fondazione dell’Its di Fermo. Sull’opportunità di mantenerlo alla guida della Svem, il Partito democratico ha depositato un’interrogazione – prima firmataria Manuela Bora – che verrà discussa in Consiglio regionale ormai dopo le ferie estive e dove si contestano le «sue capacità imprenditoriali». Nell’altra metà campo, Palazzo Raffaello sta facendo quadrato attorno a Santori, scelto nel 2022 come presidente della neonata Sviluppo Europa Marche. Nel mezzo, il guru dei fondi con una società che naviga in acque agitate e colleziona incarichi come figurine. L’azienda di Santori ha sede a Monte Urano, in provincia di Fermo, e si occupa di «commercio all’ingrosso di cuoio e pelli gregge e lavorate» (codice Ateco). E come molte altre imprese di pelletteria e abbigliamento ha dovuto affrontare una lunga serie di crisi negli ultimi anni. Dunque le criticità che sta affrontando ci possono stare. Più opinabile che, con i suoi mille incarichi, Santori finisca inevitabilmente per cantarsela e suonarsela
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