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Per lungo tempo, il settore bancario ha mantenuto una posizione di leadership nel sistema finanziario globale grazie a modelli di business ben consolidati. Negli ultimi anni, però, il panorama sta evolvendo con l’emergere delle fintech. Queste nuove realtà, grazie alle tecnologie digitali innovative e a un approccio agile, hanno iniziato a rappresentare una sfida significativa per le banche tradizionali.

Inizialmente, le grandi istituzioni hanno cercato di mantenere i confini tra il modello tradizionale e quello innovativo. Tuttavia, l’evidenza dei vantaggi derivanti dall’open innovation ha portato a un progressivo cambiamento di strategia. Oggi, stiamo assistendo a una graduale integrazione tra banche e fintech, con una crescente tendenza alla collaborazione.

I confini tra questi due mondi si stanno dissolvendo, segnando l’inizio di una nuova era di partnership. Sempre più spesso, banche e fintech scelgono di unire le loro competenze, risorse e tecnologie, piuttosto che competere. Questa tendenza alla collaborazione sta trasformando il sistema finanziario, dando vita a modelli ibridi che combinano l’innovazione delle fintech con l’esperienza delle banche tradizionali.

È in questo contesto che si colloca il caso di successo di Workinvoice e GeneralFinance.

Banche e fintech: le potenzialità della collaborazione

La partnership tra fintech e banche è la perfetta rappresentazione di cosa può accadere quando il vecchio e il nuovo si incontrano. Le fintech, grazie alla capacità di sviluppare soluzioni tecnologiche avanzate, mettono a disposizione strumenti agili e innovativi che rispondono rapidamente alle esigenze del mercato. Tecnologie come l’intelligenza artificiale, il machine learning e la robotic process automation (automazione dei processi aziendali tramite software robotici programmabili) consentono di creare prodotti finanziari all’avanguardia, in grado di migliorare l’efficienza e l’accessibilità dei servizi finanziari. Strumenti del genere permettono una personalizzazione su larga scala, rendendo i servizi finanziari più pertinenti e utili per i singoli clienti e le imprese.

Dall’altro lato, le banche tradizionali apportano stabilità finanziaria, una vasta base di clienti e una profonda conoscenza delle normative. La loro lunga esperienza nel settore garantisce una gestione del rischio più robusta e una conformità normativa rigorosa, elementi decisivi per mantenere la fiducia del cliente e la sicurezza del sistema finanziario. Le banche possiedono inoltre un’infrastruttura consolidata che permette di gestire grandi volumi di transazioni in modo efficiente e sicuro, offrendo un supporto indispensabile per la scalabilità delle innovazioni fintech.

La collaborazione tra queste due realtà dà la possibilità di creare un ecosistema finanziario più dinamico ed efficiente, capace di proporre soluzioni personalizzate e all’avanguardia. Le fintech possono sfruttare le risorse e l’infrastruttura delle banche per scalare rapidamente le loro innovazioni, mentre le banche possono integrare queste tecnologie per migliorare i loro servizi e mantenere un vantaggio competitivo.

Miglioramento dell’efficienza operativa

Un vantaggio derivante dalla partnership tra fintech e banche è il miglioramento dell’efficienza operativa. Le tecnologie sviluppate dalle fintech, come l’intelligenza artificiale e il machine learning, possono essere integrate nei processi bancari tradizionali per automatizzare e ottimizzare diverse operazioni, riducendo i costi e migliorando la precisione. Diventa allora possibile analizzare grandi quantità di dati in tempo reale, nonché identificare pattern e anomalie che potrebbero sfuggire all’osservazione umana.

Il machine learning, inoltre, può ottimizzare le operazioni di concessione del credito, analizzando i profili di rischio dei clienti e determinando le condizioni di prestito più appropriate. Si accelera così il processo decisionale, e allo stesso tempo va a migliorarsi l’accuratezza delle valutazioni del rischio, con una conseguente riduzione del tasso di insolvenza. Le fintech possono anche sviluppare algoritmi per la gestione del portafoglio e l’allocazione degli investimenti; innovazioni che aiutano le banche a proporre servizi di consulenza finanziaria più personalizzati e basati sui dati.

Il miglioramento dell’efficienza operativa passa anche attraverso l’automazione dei processi di back-office, come la riconciliazione contabile e la gestione dei documenti, che dà modo alle banche di liberare risorse umane per attività a maggiore valore aggiunto. L’uso di smart contracts basati su blockchain può semplificare e accelerare le operazioni contrattuali; mentre la digitalizzazione dei servizi finanziari, resa possibile dalle soluzioni fintech, migliora l’esperienza del cliente.

Il caso Workinvoice e GeneralFinance: un modello di successo

Il caso di Workinvoice e GeneralFinance è l’esempio principe di come le partnership tra fintech e banche possano portare a risultati straordinari. GeneralFinance, con una lunga esperienza nel settore del factoring e una solida struttura finanziaria, ha acquisito Workinvoice, fintech pioniera nel mercato dell’invoice trading. L’operazione ha reso possibile la creazione di una nuova direzione Fintech & Digital Lending guidata dal fondatore di Workinvoice, Matteo Tarroni.

Sviluppo e successi di Workinvoice

Workinvoice, fondata nel 2013, ha sviluppato un efficiente strumento online di anticipo fatture (“Invoice Trading”), che dà modo alle aziende di cedere i propri crediti commerciali a investitori istituzionali. La piattaforma ha permesso di scambiare oltre 700 milioni di euro in crediti commerciali, offrendo alle PMI un accesso rapido e flessibile alla liquidità. Allo stesso tempo, Workinvoice ha raggiunto il break-even ed un’elevata profittabilità a riprova anche dell’efficacia del suo modello di business. Simili risultati dimostrano l’efficacia del modello di business di Workinvoice e il suo impatto positivo sulle PMI italiane.

Prospettive future

L’integrazione con Generalfinance ha potenziato ulteriormente la piattaforma. Generalfinance ha apportato risorse finanziarie significative e un’ampia base di clienti, migliorando l’accessibilità e l’efficienza dei servizi offerti. L’accordo prevede anche l’uso di modelli di rischio avanzati sviluppati da CRIF, leader nel settore della gestione del rischio e dei dati creditizi. CRIF utilizza tecniche di data analytics per valutare il rischio di credito in modo più accurato, in modo tale da ridurre il rischio di insolvenza e migliorare la fiducia degli investitori nella piattaforma.

Un altro elemento chiave del successo di questa partnership è la partecipazione di Banco Desio. Con la sua vasta rete di distribuzione, Banco Desio ha fornito un accesso capillare alle PMI italiane, ampliando il mercato potenziale per i servizi di invoice trading e digital lending offerti da Workinvoice.

L’acquisizione ha permesso a Generalfinance di specializzarsi ulteriormente nel factoring per la clientela corporate distressed, erogando servizi sempre più specializzati di finanziamento e gestione del capitale circolante. I clienti retail saranno progressivamente indirizzati verso la piattaforma Workinvoice per beneficiare di prodotti digitali standard per il finanziamento del capitale circolante. Il processo mira a migliorare i tempi di risposta, l’efficienza complessiva e la gestione del rischio, sfruttando le potenzialità offerte dall’open banking, dall’intelligenza artificiale e dal machine learning.

Dunque appare evidente come la collaborazione tra startup e player consolidati possa creare realtà preziose, capaci di migliorare l’esperienza dei clienti e proporre soluzioni finanziarie più efficienti e personalizzate.

 

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