“Sarebbe stato più utile informarsi su tutto ciò che l’Amministrazione ha fatto, molto in concreto, in questi due anni di mandato, ponendo al centro del suo impegno il contrasto alle fasce più deboli”. L’Amministrazione comunale replica al consigliere Pietro Vignali che sostiene di avere da tempo previsto il pericolo della povertà che avanza anche nella città di Parma e di avere su questo non solo presentato una mozione, ma pronto un pacchetto anticrisi che il Comune dovrebbe applicare e che “risulta quanto mai vago”.
Il Comune parla di un sistema di azioni messo in campo che “non devono tamponare una crisi, ma rispondere a una condizione ormai strutturale che ha bisogno di politiche ampie”.
Col caro energia, abbiamo subito stanziato 680mila euro a fine 2022 e proseguito nel 2023. Questi importi sono già previsti anche per rincari futuri. Insieme alla Regione, nel 2023 abbiamo liquidato per l’abitabilità 2.232.600 euro (con una media di 1297 euro a nucleo, uno stipendio medio) per la fascia età fra i 31 e 50 anni. Nel 2024 il Governo Meloni ha cancellato i Fondi affitto. Non abbiamo sentito strepiti del consigliere di Forza Italia Vignali.
Abbiamo approvato nel novembre 2022 il Regolamento degli interventi di assistenza economica in favore delle persone e delle famiglie, che ci ha permesso di rendere più tempestivo ed agevole l’intervento nei confronti di persone e famiglie in difficoltà attraverso l’integrazione del reddito, il supporto all’ingresso in nuovi alloggi, ai costi di affitti e utenze, il supporto al reddito per gli over 65 in difficoltà e a tutte le fasce anagrafiche con bassi Isee. Abbiamo previsto un sistema di somme di denaro più piccole per imprevisti legate a visite mediche o manutenzioni straordinarie, potenziato le misure per gli assistenti famigliari e aumentato gli aiuti economici per chi risiede in strutture per anziani e disabili”.
Per quanto riguarda la mobilità, oltre alle “decisive misure messe in campo dalla Regione, esiste un contributo per abbonamenti scolastici integrato con fondi comunali per le famiglie numerose. E a proposito di mense, sosteniamo la rete delle mense solidali ed Emporio Solidale con un contributo di 240mila euro in due anni”.
E ancora, venendo ai servizi educativi, “fra la tariffazione comunale, che favorisce le fasce di reddito medio basse, e il contributo regionale abbiamo il 16% dell’utenza con Isee fra 3.500 e 6.300 euro che paga zero come retta di nido; ?Il 51% dell’utenza, che ha un Isee fra i novemila e i 24.000 euro, paga una retta progressiva crescente che va da 62 euro a 187. Il 67% degli utenti paga una retta abbattuta proprio su base reddituale.
Per la scuola dell’infanzia il 15% dell’utenza paga 66 euro al mese, cui si somma un 3% di esenzione retta per segnalazione dei servizi sociali. Fra i novemila e i 20mila di Isee sempre tariffazione progressiva crescente da una retta di 99 euro a 149 euro. Nell’accordo fatto con le scuole infanzia paritarie abbiamo chiesto che le famiglie con Isee fino a 7500 usufruissero della retta agevolata e posto un tetto massimo tariffario per tutte le altre famiglie, proprio prestando attenzione al tema del reddito.
Per la scuola dell’obbligo abbiamo il contributo buoni libro per due fasce Isee, che vanno indicativamente da 0 a 15.600. Sono cedole per l’acquisto dei libri di testo che spesso fanno risparmiare centinaia di euro alle famiglie”.
Oltre a questo, prosegue l’Amministrazione, “abbiamo predisposto i buoni per i centri estivi (con Isee fino a 24 mila) fino a un massimo di 300 euro di contributo. Per l’accesso all’attività sportiva, “1500 famiglie con un Isee inferiore ai 12000 euro ricevono un buono fino 500 euro annuale per pagare l’attività sportiva a ogni figlio”.
La Giunta Guerra osserva: “Parma è seconda in Italia per reddito pro capite. Quindi se aumentano gli accessi alle mense è evidente che non vi è sufficiente redistribuzione del reddito, anche a causa delle politiche del Governo perennemente indirizzate a chi ha già tanto e mai a chi ha bisogno. Dinamica che crea insicurezza sociale scaricata sulle città e su cui poi magari fare un po’ di propaganda. Ricordiamo che le tariffe dei servizi a Parma si aggirano intorno al 36% di copertura. Il Comune di Parma paga quasi i 2/3 di media”.
“Ben vengano – conclude l’articolata replica – proposte dalla minoranza, ma siano concrete, non spot e soprattutto informate dell’enorme lavoro già in campo. Su questi punti la nostra Amministrazione non accetta di fare chiacchiere e sarebbe bene che il consigliere Vignali orientasse questo volenteroso spirito propositivo al suo Governo che sta continuando senza sosta a colpire le fasce più deboli, gli enti territoriali e il sistema del pubblico – ultimi in ordine di tempo i nostri atenei statali – con tagli sempre più pesanti e intollerabili”.
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