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Chi si aspettava un nuovo allentamento dei freni è rimasto deluso. Non solo la Bce ha confermato lo status quo sui tassi ma Francoforte va in vacanza senza offrire alcuna certezza sul futuro.

La strategia degli uomini della presidente Christine Lagarde (che ha un solo obiettivo in testa: tenere l’inflazione sotto il 2 per cento) è decidere volta per volta in base ai dati disponibili.

E i prossimi, su andamento dei prezzi e salari, sono attesi entro il 30 agosto. Solo allora si capirà se il board della Banca centrale, il 12 settembre prossimo, sarà pronto a dare una seconda sforbiciata ai tassi (lo 0,25 per cento) dopo quella di giugno. L’ultima riunione prima delle ferie lascia il tasso principale fermo al 4,25%, quello sui depositi al 3,75% e quello
sui prestiti marginali al 4,50%.
Valori alti, come si vede, ma comunque migliori per famiglie e imprese rispetto al 2023. Il recente rapporto Abi parla infatti di una “stabilizzazione” nella discesa dei tassi di mercato.

Il tasso medio sui nuovi mutui ipotecari alle famiglie scende a giugno al 3,56%, rispetto al 3,61% di maggio 2024 e al 4,42% di dicembre 2023. Il valore è il
più basso dal 3,01% del dicembre 2022. Bankitalia, i cui dati però si fermano a maggio, nei giorni scorsi aveva indicato un Taeg (comprensivo di spese accessorie) al 4,04%: un calo giudicato ancora insufficiente da alcune associazioni di consumatori. Nel frattempo iniziano ad agganciare il trend discendente i tassi sul credito alle imprese: 5,25% in media giugno contro il 5,38% di maggio e il 5,45% di dicembre 2023, portando il tasso medio sullo stock totale dei prestiti sottoscritti negli anni al 4,77% dal 4,80% del mese precedente.

Ma più nel concreto come conviene muoversi, ad esempio, nelle scelta di un mutuo per la casa? Gli esperti di Facile.it non sembrano avere dubbi. Secondo le simulazioni il calo
per un finanziamento medio, a giugno, è stato di circa 18 euro. Briciole. L’inversione di rotta fatta dalla Bce con il primo taglio di giugno è stata positiva ma ci vorrà ancora un bel po’ perché l’Euribor, indice di riferimento per i variabili, colmi la distanza con l’Irs, riferimento per i mutui fissi.

Analizzando l’andamento dei Futures sugli Euribor, Facile.it ha evidenziato come la rata di un mutuo variabile medio sottoscritto a inizio 2022, arrivata a 733 euro a luglio 2024, potrebbe scendere a 670 euro entro 12 mesi calando di circa 33 euro nel corso del secondo semestre dell’anno e di.altri 30 euro entro giugno 2025.

Insomma: il calo dei variabili non è ancora tale da incidere significativamente sull’offerta delle banche e i mutui a tasso fisso continuano ad essere nettamente più vantaggiosi.

Guardando alle migliori offerte disponibili online per un mutuo standard da 126 mila euro in 25 anni (Ltv 70%), i tassi fissi partono da un Tan pari al 2,81%, vale a dire una rata mensile di 585 euro. Indici ancora più vantaggiosi per i cosiddetti mutui.green a tasso fisso (per immobili in classe A o B): in questo caso i tassi partono da un tasso Tan pari a 2,64% con una rata.mensile di 574 euro. Tassi fissi così bassi rappresentano un’opportunità anche per chi vuole provare a surrogare il finanziamento; i migliori tassi surroga partono da 2,97% pari ad una rata di 596 euro (che scende a 578 euro in caso di surroga green).

Ipotizzando il mutuo medio variabile preso in esame, arrivato a luglio a 733 euro, un’operazione di surroga consentirebbe di abbassare la rata di 137 euro al mese. Per quanto riguarda i migliori tassi variabili, invece, le offerte partono da un tasso (Tan) pari a 4,46%, con una rata mensile di 690 euro; valore in calo rispetto ai mesi precedenti ma, come detto, ancora più alto se paragonato ai fissi.

E quanto a prestiti? Secondo una indagine della stessa Bce, per la prima volta in due anni, le.famiglie dell’Eurozona stanno richiedendo prestiti in numero crescente, grazie al maggiore ottimismo sull’economia e al calo dei tassi d’interesse. Il 16% degli istituti di credito intervistati da Eurotiwer ha segnalato un aumento della domanda di prestiti da parte delle famiglie nei tre mesi fino a giugno, il primo aumento di questo tipo dal 2022, e gli intervistati prevedono che questa tendenza continui nel trimestre in corso.

Più complessa la situazione relativa agli investimenti. La decisione della Bce di mantenere invariati i tassi d’interesse rallenta le scelte delle imprese, frenando le transizioni green e digitale. Ad affermarlo è Confartigianato, secondo la quale “la stretta monetaria ha mostrato un impatto più intenso sull’economia italiana, con il costo del credito alle imprese che a maggio 2024 è pari a 5,45%, il più alto tra i principali paesi dell’Eurozona, il cui tasso medio si attesta a 5,10%. Per le micro e piccole imprese, finora il caro-tassi si è tradotto in 8,9 miliardi di euro di maggiori oneri finanziari”. Secondo le analisi di Confartigianato, i prestiti alle imprese italiane registrano la performance peggiore con un calo del 3,5% su base annua mentre nell’Eurozona si rileva un aumento, seppur modesto, pari allo 0,3%.

Nel nostro Paese, il calo prosegue da febbraio 2023. A soffrire la maggiore diminuzione dei prestiti sono le piccole imprese con una flessione dell’8,1% registrata a marzo 2024.

 

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