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diCarmelo Salvo

Cresce ancora la spesa per l’assegno di cura. L’assessora: «Soluzione da approfondire»

«È una delle soluzioni sul tavolo». L’assessora al Sociale della Provincia di Bolzano, Rosmarie Pamer, sta valutando di importare dal Burgenland austriaco il sistema di assistenza familiare che consente ai parenti di essere stipendiati dall’ente pubblico. La proposta da anni caldeggiata dalla Federazione per il Sociale e la Sanità avvantaggerebbe soprattutto le molte donne costrette a lasciare il lavoro per assistere i propri cari. Sulla «rivoluzione» assistenza, con la prospettiva dell’aumento delle persone bisognose di cure (entro il 2035 saranno oltre il 30% in più degli attuali 17mila), la Provincia pensa anche ad un incremento dei servizi di assistenza brevi e diurni, puntando comunque soprattutto su quella domiciliare. E il 9 di agosto la Libera università presenterà uno studio su possibili forme di finanziamento privato dell’assegno di cura dopo l’esplosione dei costi. «Non possiamo sottrarci a quanto ci dicono le proiezioni». Ride in modo solare l’assessora provinciale al Sociale, Rosmarie Pamer, ma sa bene che all’orizzonte il cielo sull’invecchiamento della popolazione e sull’aumento delle persone bisognose di cure non è per nulla sereno.

Nel 2035 oltre 5mila persone bisognose di cura in più

Si addensano, infatti, le nuvole dei numeri impietosi che parlano di un aumento, entro il 2035 (tra appena 10 anni), di circa un terzo. Tra il 2022 ed il 2023 infatti la spesa per l’assegno di cura è aumentata del 14,5%, da 245 a 281 milioni: attualmente in Alto Adige le persone bisognose di cure sono circa 17mila e un terzo significa averne 5.600 in più. L’assistenza ad oggi, per il 70%, viene fornita dai parenti, talvolta affiancati dai cosiddetti «badanti». Delle persone assistite a domicilio che ricevono l’assegno cura, il 53% si trova nel livello di assistenza 1 (e prende un contributo mensile di 576 euro) , il 30% nel livello di assistenza 2 (900 euro al mese), il 13% nel livello di assistenza 3 (1.350 euro) e il 4% nel livello di assistenza 4 (1.800 euro).
«È necessario intervenire — spiega l’assessora provinciale Pamer — e sul tavolo abbiamo tutta una serie di possibili soluzioni».




















































I finanziamenti

La Provincia ha chiamato in aiuto sia la Libera università di Bolzano, che esperti internazionali. La prima, con la sua presidente Ulrike Tappeiner, il prossimo 9 agosto, relazionerà sulle possibili strade di finanziamento privato dell’assegno di cura, visto la recente esplosione dei costi tutti a carico della Provincia. Gli esperti internazionali in autunno, invece, faranno un focus sulle prospettive dell’assistenza domiciliare alla luce dell’aumento degli utenti. «È una delle soluzioni sul tavolo» spiega Pamer riferendosi all’assunzione regolare di assistenti familiari per l’assistenza domiciliare sul modello da anni presente nel Burgenland austriaco. L’assunzione significa ricevere uno stipendio, i contributi ed essere coperti dall’assicurazione sociale. Una strada da anni caldeggiata dalla Federazione per il Sociale e la Sanità.

Il modello austriaco

Questo alla luce di due aspetti. Il primo è che sempre meno persone scelgono una professione infermieristica o di cura. La seconda è che nella maggior parte dei casi, cura e lavoro non possono essere conciliati.
Soprattutto, le donne sono fortemente svantaggiate da questo onere aggiuntivo. Se si prendono cura di un parente, possono lavorare solo in misura limitata o non lavorare affatto. Il modello del Burgenland offre alle persone la possibilità di essere assunte regolarmente per la cura dei parenti. In cambio si riceve uno stipendio basato sull’impiego a tempo pieno e si è coperti dalla previdenza sociale. Per concedere ai familiari che prestano assistenza il tempo libero necessario in caso di ferie, malattia, o altri bisogni, nel Burgenland sono stati creati speciali centri di assistenza a breve termine.

16 luglio 2024 ( modifica il 16 luglio 2024 | 09:41)

 

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