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Torna a esprimere preoccupazione la Fiom Cgil, per il blocco di una settimana delle attività alla Sevel di Atessa, comunicato ieri dall’azienda per mancanza di componenti. 

“Abbiamo la necessità di capire – spiega il segretario generale Alfredo Fegatelli – se siamo in presenza solo di una situazione congiunturale o c’è altro. Abbiamo appreso che la produzione a Gliwice (Polonia, ndc) sarà anticipata da aprile a febbraio 2022. Dal reparto Lastratura della Sevel stanno inviando a Gliwice intere fiancate del furgone e alcune aziende dell’indotto stanno già producendo per lo stabilimento polacco. Purtroppo, i nostri timori di maggio 2019 stanno trovando molte conferme”.

Dopo che il Governo polacco ha esteso dal 2020 al 2026 la Zes (Zona economica speciale) nell’area di Gliwice, in quel territorio si stanno concentrando molte aziende, le quali decidono di insediarvisi per usufruire delle agevolazioni messe a disposizione oltre a sfruttare una posizione geografica strategica.

La Zes polacca prevede: regime fiscale che contempla l’abbattimento totale della tassazione su alcune tipologie di imprese; canoni di concessione agevolati ed esenzioni o riduzioni di imposte gravanti sugli immobili, tributi connessi allo smaltimento dei rifiuti, ai servizi, ecc.; contributo in conto capitale per la realizzazione degli investimenti iniziali connessi all’insediamento produttivo; deroghe alle regolamentazioni sui contratti di lavoro ed esenzioni o riduzione degli oneri sociali sulle retribuzioni; interventi infrastrutturali sul territorio interessato al fine di migliorare la competitività anche in termini di logistica e movimentazione merci.

“Mentre il Governo italiano si fa restituire il prestito da Stellantis ed è intento a discutere delle mense – incalza Fegatelli – le aziende italiane aprono le fabbriche in Polonia. L’Italia, un paese a vocazione manifatturiera, non vede da decenni una politica industriale degna di questo nome. Il Parlamento italiano dovrebbe riportare le tematiche del lavoro al centro della discussione e porsi il problema di come evitare di esporre i lavoratori e le imprese italiane ad una competizione impossibile. Una competizione in cui le imprese cercheranno di resistere e prima di soccombere scaricheranno, inevitabilmente, i costi sui lavoratori. Come Fiom – prosegue – abbiamo appreso dalla stampa polacca che ad aprile 2021 la Proma, azienda presente anche ad Atessa, ha deciso di investire in quel territorio e  prevedono l’assunzione di circa 80 lavoratori. La Isringhausen a luglio 2021 ha annunciato che acquisterà in quell’area un terreno per realizzare un nuovo capannone e che vedrà l’assunzione iniziale di 70 lavoratori.Come avevamo previsto a Gliwice stanno replicando la stessa situazione industriale della Val di Sangro La competizione con Gliwice – lancia l’allarme – sarà un vero massacro. Come Fiom riteniamo necessario e urgente la costruzione di un percorso unitario con tutte le sigle sindacali. Oggi la discussione non è più il contratto collettivo, ma il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori dell’intera Val di Sangro e non solo”.

Fegatelli si appella anche a sindaci, Regione, parlamentari e tutte le forze politiche. 

“Ora – dice – è necessario mettere in secondo piano tutto quello che rischia di dividerci e in modo compatto difendere i nostri territori. Siamo ancora in tempo per evitare una catastrofe annunciata. Ogni minuto perso rischia di precludere la possibilità di invertire quanto sta accadendo. Ora è il momento di agire”. 

 

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