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Pensione, come andarci prima e prendere di più. Cosa sono e come funzionano i contributi volontari – ArtesTV #finsubito prestito immediato


di Gabriele Angelini

 

Non tutti lo sanno, ma c’è la possibilità di versare dei contributi volontari all’Inps per poter aumentare l’importo della propria pensione e per smettere di lavorare prima. Tutto questo ha un costo e delle procedure precise che è bene conoscere e prendere in considerazione. Vediamo dunque quali sono i possibili vantaggi di questa scelta e come fare domanda grazie a un approfondimento di Altroconsumo. Spiega Luca Cartapatti: “Quando si interrompe l’attività lavorativa, volontariamente o non, vengono meno i versamenti che il datore di lavoro fa all’Inps (o ad altro istituto pensionistico di riferimento) ai fini pensionistici. Per questo motivo, a certe condizioni, il lavoratore potrebbe decidere di fare dei versamenti volontari e non avere quindi buchi contributivi, riuscendo così ad arrivare prima alla pensione e ottenere un assegno mensile più alto”. Quali sono i requisiti
– Avere almeno 5 anni di contributi indipendentemente da quando sono stati versati (260 contributi settimanali ovvero 60 contributi mensili);
– 3 anni di contributi durante i 5 anni precedenti a quando presenta la domanda:
– Il lavoratore deve essere iscritto alla gestione ordinaria dell’Inps o a quella separata.
Vediamo come procedere.

Come spiega Altroconsumo, possono chiedere l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari coloro che avendo interrotto l’attività lavorativa non risultano iscritti a nessuna forma di previdenza nel momento in cui presentano la domanda. In particolare:
– i lavoratori dipendenti, parasubordinati e autonomi;
– i liberi professionisti;
– i lavoratori dei fondi speciali di previdenza (telefonici, elettrici, personale di volo, ecc);
– i titolari di assegno ordinario di invalidità o di pensione indiretta (ai superstiti o di reversibilità).
Ma possono scegliere la contribuzione volontaria anche i contribuenti che non hanno interrotto l’attività lavorativa, nel caso di:
– sospensione dal lavoro anche per periodi brevi se sono assimilabili all’interruzione o cessazione del lavoro (come, ad esempio, l’aspettativa per motivi di famiglia);
– sospensione o interruzione del rapporto di lavoro previsti da norme di legge o disposizioni contrattuali successive al 31 dicembre 1996 (congedi per formazione, congedi per gravi e documentati motivi familiari, aspettativa non retribuita per motivi privati o malattia, sciopero, interruzione del rapporto di lavoro con conservazione del posto per servizio militare, ecc.), da scegliere in alternativa al riscatto contributivo;
– contratti di lavoro part-time se effettuata a copertura o a integrazione dei periodi di attività lavorativa svolta a orario ridotto;
– integrazione dei versamenti per attività lavorativa svolta nel settore agricolo con iscrizione per meno di 270 giornate complessive di contribuzione effettiva e figurativa nel corso dell’anno.

Per poter effettuare i versamenti dei contributi volontari ai fini pensionistici è necessario presentare la domanda online all’Inps, dove si entra nel con la SPID, la CIE o la CNS, e o tramite un patronato. I versamenti volontari, anche se interrotti, possono essere ripresi in qualsiasi momento senza dover presentare una nuova domanda e si effettuano accedendo al servizio “Versamenti volontari” del Portale dei pagamenti INPS. Quanto al costo di questa operazione, l’importo del contributo per i lavoratori dipendenti è settimanale e viene calcolato sulla base delle ultime 52 settimane di contribuzione obbligatoria anche se queste non si collocano temporalmente nell’anno precedente la data di presentazione della domanda. Per il 2024, relativamente ai lavoratori dipendenti, gli importi da considerare sono:
– la retribuzione minima settimanale è 239,44 euro, pari a un reddito lordo annuo minimo di 12.451 euro;
la prima fascia di retribuzione annuale oltre la quale è prevista l’applicazione dell’aliquota aggiuntiva dell’1% che si somma a quelle riportate sotto è di 55.008,00 euro;
– il massimale di reddito da applicare a chi fa i versamenti volontari che ha iniziato a versare i primi contributi a partire dal 1° gennaio 1996 o che, avendone il requisito, sceglie il sistema contributivo, è di 119.650,00 euro.
– L’aliquota contributiva da applicare per i lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima del 31 dicembre 1995 è del 27,87%, per gli altri è del 33%.
La conclusione è che, purtroppo, il versamento dei contributi volontari risulta piuttosto oneroso. Consiglia Altroconsumo: “Certo fa aumentare l’assegno pensionistico e avvicinare il momento in cui si potrà andare in pensione, ma bisogna valutare se il gioco valga la candela”.



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