Chieti, 12 luglio 2024 – “Sin dal primo
momento abbiamo preso in carico l’evolversi del fenomeno del dissesto
idrogeologico sul territorio di Chieti, perché la riteniamo una priorità che
non può attendere e su cui necessariamente andava fatta un’azione di tutela e
di prevenzione. Siamo con i cittadini, che abbiamo informato subito della
situazione e delle decisioni adottate via via, al manifestarsi di emergenze e
criticità, per loro abbiamo chiesto e ottenuto dal Governo lo stato di
emergenza e fondi per dare ristoro a chi è stato costretto a lasciare casa per
via della gravità della situazione. E alla Protezione civile abbiamo inviato
tutte le istanze manifestate dai componenti il Comitato nella riunione di ieri.
Di questo nei giorni scorsi abbiamo parlato anche con il presidente della
Regione Marco Marsilio e la Protezione civile regionale, al fine di stabilire
come erogare le risorse alla cittadinanza, chiedendo ulteriori fondi e di
stringere i tempi per quelli che ci vediamo già riconosciuti. Ma non solo, si è
discusso anche del progetto di delocalizzazione e delle modalità e strumenti
che la protezione civile con il Comune possono mettere in campo per sostenere
le istanze della popolazione”, così il sindaco Diego Ferrara sull’iniziativa
dei comitati cittadini di Santa Maria a cui il sindaco non ha potuto prendere
parte perché impegnato con l’Assemblea dei sindaci della Asl per il reintegro
del Comitato ristretto.
“In questi mesi abbiamo stabilito un dialogo
con tutti i comitati che sono nati e cresciuti con le manifestazioni del
problema – aggiunge il sindaco – spiegando loro anche la rete di azione che ci
ha portato a stabilire una sinergia costante e diretta con l’Agenzia di
protezione civile nazionale e regionale e l’Università, per mettere in cantiere
interventi e provvedimenti a tutela della pubblica incolumità. Lo abbiamo fatto
perché era priorità, cercando di creare sinergie anche con altri enti e
istituzioni competenti sul dissesto idrogeologico che ci consentissero di agire
a tutela della pubblica incolumità, impegnando il poco personale a nostra
disposizione anche su questo. La situazione nel nostro territorio è sotto
costante controllo e in continuo monitoraggio, stanno anche per partire gli
interventi di messa in sicurezza sull’area di via Gran Sasso che è quella più
interessata dai movimenti. In città ne sono ormai diversi, una soluzione
dobbiamo cercarla insieme, tanto che da tempo siamo operativi anche sull’argomento
della delocalizzazione. Si tratta di un’alternativa che dipende da
programmazioni nazionali, che passano attraverso il Governo e il Parlamento,
perché servono risorse ulteriori che al momento non sono né previste, né programmate.
Per effettuare scelte consapevoli, bisogna inoltre approfondire il livello di
conoscenza della zona e capire qual è il progetto futuro. E su questo c’è già
una proposta di un piano di monitoraggio del Comune, in collaborazione con l’Università,
uno studio proprio per andare a fondo alla situazione e adottare scelte sul
futuro dell’area e sulla possibile delocalizzazione degli edifici.
Tutto questo non è possibile con le sole forze
di un Comune che oltre al dissesto idrogeologico ha anche quello economico e
finanziario da fronteggiare, per questo alla Protezione civile abbiamo
manifestato l’esigenza di personale a tempo pieno per la gestione
dell’emergenza, al fine di stringere tempi ed efficacia dei provvedimenti
urgenti a tutela della pubblica incolumità, di assistenza alla popolazione, di
programmazione ed esecuzione opere pubbliche e lavori urgenti e di somma
urgenza. Perché le nostre forze non sono abbastanza per calibrare tutte le
procedure e le azioni necessarie, commisurandole all’evolversi della
situazione. Così, visto lo stato di emergenza che abbiamo chiesto al Governo a
fronte della grave situazione cittadina e che ci è stato riconosciuto con
“Delibera del Consiglio dei Ministri il 28 agosto 2023, insieme a una
prima tranche di risorse per i contributi di autonoma sistemazione per chi ha
dovuto lasciare il proprio alloggio, abbiamo altresì chiesto alla Protezione
civile nazionale ulteriori fondi anche per potenziare il personale dedicato e
provvedere a dare risposte a chi le chiede. Da questo nasce l’avviso che chiede
la disponibilità per massimo 12 ore settimanali per più profili che
impiegheremo subito per dare servizi alla popolazione costretta a trovare
un’altra sistemazione per i danni subiti alle proprie abitazioni e presto ci
sarà un altro avviso per l’erogazione del contributo di autonoma sistemazione, di
cui potranno usufruire tutti coloro che hanno avuto il proprio alloggio
destinatario di un’ordinanza di interdizione per le condizioni di stabilità
degli edifici”.
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