Gli interventi sono realizzati da partenariati composti da almeno tre enti che assumono la qualifica di beneficiari tra le seguenti tipologie:
- gli Enti del Terzo Settore (ETS), ai sensi dell’art.4 del D.lgs. 3 luglio 2017 n. 117;
- associazioni riconosciute o non riconosciute secondo la disciplina del Codice civile che dovranno essere in possesso di statuto e atto costitutivo registrato presso l’Ufficio del Registro dell’Agenzia delle Entrate;
- enti pubblici;
- operatori pubblici e privati in possesso di accreditamento definitivo per l’erogazione dei servizi al lavoro ai sensi della disciplina regionale;
- operatori pubblici e privati in possesso di accreditamento definitivo all’Albo regionale dei servizi di istruzione e formazione (sez. A e B);
- istituzioni formative accreditate nella Sezione “A” dell’Albo regionale, di cui all’art. 25 della L.R. n. 19/2007, o gli Istituti professionali di Stato, che realizzano percorsi di IeFP, le istituzioni scolastiche e gli Enti formativi accreditati capofila di ATS (Associazione Temporanea di Scopo), che hanno attivato percorsi di IFTS;
- le Fondazioni ITS;
- Camere di Commercio.
Nella rete è obbligatoria la presenza di almeno un Centro Antiviolenza e di un ente tra:
- operatori pubblici e privati in possesso di accreditamento definitivo per l’erogazione dei servizi al lavoro ai sensi della disciplina regionale;
- operatori pubblici e privati in possesso di accreditamento definitivo all’Albo regionale dei servizi di istruzione e formazione (sez. A e B) ai sensi della disciplina regionale;
- istituzioni formative accreditate nella Sezione “A” dell’Albo regionale, di cui all’art. 25 della L.R. n. 19/2007, o gli Istituti professionali di Stato, che realizzano percorsi di IeFP, le istituzioni scolastiche e gli Enti formativi accreditati capofila di ATS (Associazione Temporanea di Scopo), che hanno attivato percorsi di IFTS;
- le Fondazioni ITS.
Il ruolo di capofila del partenariato è obbligatoriamente assunto da un Ente del Terzo Settore (ETS), ai sensi dell’art.4 del D.lgs. 3 luglio 2017 n. 117 con sede legale o operativa sul territorio regionale.
Per il conseguimento dei risultati e degli obiettivi di progetto il soggetto capofila e i partner, che compongono il partenariato, potranno essere sostenuti da enti o da imprese che costituiscono una “rete territoriale di supporto”.
L’appartenenza alla rete di supporto viene dimostrata attraverso la raccolta di lettere di adesione da parte delle imprese, delle associazioni di categoria, sindacati ecc.
Gli enti aderenti alla rete di supporto non sono beneficiari di contributo.
Destinatari delle azioni progettuali sono donne vittime di violenza in carico ad un Centro Antiviolenza o che lo siano state nei 6 mesi precedenti e che si trovino nella fase finale del percorso di fuoriuscita dalla violenza.
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