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Non solo agricoltori e rappresentanti delle cooperative, delle associazioni e delle istituzioni ma anche tanti cittadini si sono trovati oggi a Faenza (Pieve Ponte) per chiedere al Governo, a più di un anno dall’alluvione, di accelerare sull’erogazione dei ristori e per la ricostruzione. Tra loro anche alcuni agricoltori del circondario come19 Giampietro, titolare di una cooperativa agricola che ha 2400 ettari coltivati a Conselice, Massa Lombarda, Argenta, Imola e Medicina (seminativi, frutteti, vigneti, con stalla di produzione di latte bio, agriturismo, impianto biogas e azienda faunistico-venatoria), dove lavorano più di 200 persone tra soci e manodopera impiegata. «La perdita complessiva è stata quantificata in 7.800.000 euro – ci spiega – ma abbiamo ricevuto solo 900mila euro euro dal fondo di crisi e 130mila  euro dal Ministero del Turismo per l’agriturismo. Stiamo ancora aspettando l’acconto del Fondo AgriCat, ossia 240mila euro su un danno tabellare di 2,8 milioni di euro. Poi stiamo faticando a caricare la domanda sulla piattaforma Sfinge da effettuare per ogni singolo comune».

Delle 6.168 aziende agricole presenti nel Ravennate (al 31 dicembre scorso), il 28-30% ha subito danni più o meno ingenti. Per quanto concerne l’erogazione degli indennizzi di AgriCat – fondo istituito da Ismea per risarcire i danni da calamità-, il 50% delle richieste è stato respinto. Delle domande accettate solo 2 aziende su 10 stanno, seppur molto lentamente, ricevendo un parziale contributo. Con “Vogliamo ripartire”, l’esortazione rilanciata più volte nel corso della mattinata, gli agricoltori intendono abbracciare la dignità di tutti. «Siamo consapevoli che le sfide in essere, nella loro complessità, richiedano condivisione e collaborazione – invocano le organizzazioni agricole promotrici, ovvero Confagricoltura Ravenna, Cia Romagna, Copagri, Terra Viva Emilia Romagna, Legacoop Romagna e Agci Emilia Romagna -. Siamo anche certi che si debbano allontanare strumentalizzazioni di ogni sorta, per il bene della collettività tutta, per perseguire un obiettivo comune: la salvaguardia, la tenuta e la ripresa delle attività agricole, il rilancio del territorio, a tutela di un valore aggiunto importante che va oltre i confini regionali».

Durante il presidio è stato messo al centro un manifesto in 5 punti. Viene quindi chiesto con forza un piano strategico di messa in sicurezza del territorio a partire dalla collina, con interventi strutturali di mantenimento e consolidamento dei terreni; la semplificazione burocratica e procedure più snelle per le perizie e le richieste di ristoro dei danni alle aziende agricole in particolare quelle di collina colpite anche da frane e smottamenti; contributi a integrazione del reddito che siano realmente rispondenti alle esigenze degli imprenditori alluvionati; il  saldo delle risorse messe finora a disposizione dal Fondo AgriCat per coprire i danni delle aziende agricole alluvionate ed un un maggior coinvolgimento delle associazioni agricole nella gestione del Fondo AgriCat, nella determinazione dei parametri di salvaguardia delle aree alluvionate e nelle tempistiche/problematiche di erogazione dei fondi ministeriali.

r.cr.



 

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