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La legge sul florovivaismo favorisce l’aggregazione tra produttori e misure di riconversione delle serre destinate a florovivaismo in siti agro-energetici, inoltre si definiranno le figure professionali operanti nel comparto, inclusi gli operatori del verde urbano così come quelli dei parchi e dei giardini storici. Verrà stilato un piano quinquennale del settore e un sistema di rilevazione annuale dei dati statistici, istituendo piattaforme logistiche nazionali così da garantire una efficiente distribuzione e movimentazione dei prodotti.

L’obiettivo finale sarà arrivare ad un marchio unico distintivo del florovivaismo Made in Italy, che garantisca le produzioni e il rispetto di standard di processo e di prodotto predefiniti.

Quali sono i numeri del florovivaismo in Italia

Il settore, sebbene sia stato messo completamente in ginocchio dagli effetti della pandemia, costituisce ora è un’importante componente socioeconomica del paese, oltre ad esportare in tutta Europa grazie alle 24 mila aziende sul territorio, che con 2,5 miliardi di euro come fatturato complessivo, realizzano il 5% del PIL agricolo nazionale.

Il governo conosce le problematiche che sta affrontando il settore: post pandemia, guerra in Ucraina, aumento dei costi di produzione, diminuzione del potere di spesa dei consumatori e da sempre sono state formulate dai florovivaisti proposte strettamente legate alla situazione attuale e mirate a dare un contributo concreto e celere all’emergenza congiunturale.

Quindi, anche il comparto floricolo soffre tutt’ora per l’aumento dei costi delle materie prime, come di quelli energetici, e paga inevitabilmente a caro prezzo il calo dei consumi di beni non di prima necessità, ovvero fiori recisi e piante ornamentali, che ha portato a una quantità considerevole di invenduto. Con l’indotto a monte e a valle della produzione, lavorano nel comparto oltre 100 mila addetti tra i più specializzati del mondo agricolo.

Chi compone la filiera florivivaistica

La disciplina introdotta norma la coltivazione, la promozione, la valorizzazione, la comunicazione, la commercializzazione, la qualità e l’utilizzo dei prodotti florovivaistici.

Il settore florovivaistico comprende la produzione di:

prodotti vegetali;

materiale di propagazione.

In entrambi i casi i prodotti possono avere carattere ornamentale e non ornamentale. Sono, quindi, individuati cinque macro-comparti produttivi:

floricoltura;

produzione di organi di propagazione gamica o agamica;

– vivaismo ornamentale;

– vivaismo frutticolo;

– vivaismo forestale.

La filiera florovivaistica comprende le attività di tipo agricolo e le attività di supporto quali quelle di tipo industriale e di servizio, e, in particolare:

a) i costitutori e i moltiplicatori di materiale di produzione, le industrie che producono i mezzi di produzione e che costruiscono apprestamenti di protezione, locali climatizzati, impiantistica e macchinari specializzati;

b) i grossisti e altri intermediari, le industrie che producono materiali per il confezionamento e la distribuzione al dettaglio.

Nell’ambito della filiera sono inclusi i servizi relativi alla logistica e ai trasporti, le società coinvolte nella creazione di nuove varietà vegetali, i professionisti che svolgono attività di progettazione e realizzazione del verde ornamentale urbano, extraurbano e forestale e i manutentori del verde e degli impianti.

Quali sono gli interventi per l’attività agricola florivivaistica, distributiva e con distretti

La legge sul florovivaismo approvata il 27 giugno scorso, disciplina i concorsi di idee destinati ad aziende e a giovani diplomati nonché l’istituzione di premi, chiamando il Dicastero agricolo a bandire concorsi di idee per la realizzazione di prodotti tecnologici relativi alla produzione florovivaistica ecosostenibile.

Si prevedono interventi per il settore distributivo florovivaistico, pertanto nel piano nazionale vengono individuati i siti regionali destinati ad ospitare le piattaforme logistiche per il settore florovivaistico distinte per aree: Nord, Centro, Sud, Isole maggiori e zone svantaggiate.

Inoltre, alle regioni è data facoltà di prevedere norme semplificate per il mutamento della destinazione d’uso di chioschi su strada al fine della loro trasformazione in rivendite di fiori e di piante.

Si specifica, nella legge, che l’attività agricola florovivaistica è esercitata dall’imprenditore agricolo di cui all’art. 2135 del c.c, incluso l’agricoltore agricolo professionale, con qualsiasi tecnica e con l’eventuale utilizzo di strutture fisse o mobili.

Quindi, l’attività consiste nella produzione o nella manipolazione del vegetale nonché nella sua commercializzazione.

Dal decreto, sono considerate prestazioni accessorie rispetto alla produzione e vendita di piante e fiori coltivati la stipula di contratti di coltivazione degli esemplari arborei, il trasporto e la messa a dimora.

Sono, invece, considerate attività di pertinenza agricola le operazioni culturali che riguardano la manutenzione degli spazi a verde nel territorio urbano pubblico o privato.

È previsto che le aziende vivaistiche già autorizzate alla coltivazione di specie forestali possano stipulare accordi con le amministrazioni per contribuire alla produzione di materiale forestale certificato.

Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo, viene emanato di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e d’intesacon la Conferenza Stato regioni, che stabilisce:

– gli aspetti tecnici relativi all’insediamento delle strutture di protezione;

– le figure professionali principali che operano nell’ambito della produzione, della manutenzione e della commercializzazione.

Infine, si prevede che le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano possono individuare distretti florovivaistici in ambiti territoriali, zone vocate o storicamente dedicate, al fine di beneficiare di premialità in funzione della programmazione dello sviluppo rurale. Come in determinate aree agricole vengono previste attività florovivaistiche e interventi per rimuovere situazioni di criticità dal punto di vista funzionale e ambientale, con particolare riguardo al corretto assetto idraulico e idrogeologico.

Nei distretti in esame possono essere favorite attività connesse all’agricoltura quali gli agriturismi.

Quali sono i compiti del tavolo tecnico del settore florivivaistico e coordinamento permanente

Il tavolo tecnico del settore florovivaistico ha compiti di:

– coordinamento delle attività di filiera,

– promozione e sviluppo dell’internazionalizzazione del settore,

– monitoraggio dei dati economici, con riguardo all’evoluzione del vivaismo ornamentale,

– studio delle varietà storiche,

– attività consultiva,

– promozione di progetti innovativi,

– elaborazione di progetti specifici.

La legge chiarisce e disciplina la composizione del tavolo: è prevista la partecipazione dei rappresentanti dei Ministeri delle politiche agricole, della salute, dello sviluppo economico, dell’ambiente, dell’economia, delle regioni e province autonome di Trento e di Bolzano, delle organizzazioni professionali agricole, delle associazioni del settore florovivaistico, dei rappresentanti della cooperazione e delle categorie del commercio, dei collegi e degli ordini professionali.

Il Tavolo può estendere la partecipazione ai propri lavori, in qualità di osservatori, anche ai rappresentanti di: mercati, sindacati, distretti nazionali, consorzi, Agea, CREA, ISMEA, CNR, ENEA, ISTAT, Università competenti e la Società di ortofrutticoltura italiana.

Nell’ambito del Tavolo viene istituito l’Osservatorio per i dati statistici ed economici. Questo è chiamato a raccogliere i dati relativi a monitoraggio di informazioni economiche del settore florovivaistico, con particolare riguardo alle importazioni e alle esportazioni tra l’Unione europea e i Paesi terzi.

Nell’ambito del Tavolo è, altresì, istituito l’Osservatorio del vivaismo ornamentale, frutticolo e del verde urbano e forestale, con il compito di esprimere pareri e di promuovere la qualità dei materiali vivaistici.

Viene istituito anche un coordinamento permanente di indirizzo e orientamento per il florovivaismo e lo sviluppo della Green economy, l’organo è istituito con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con i Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute, dell’economia e delle finanze e dello sviluppo economico e che sia composto da rappresentanti dei medesimi Ministeri, promuovendo lo sviluppo della filiera florovivaistica in relazione alle prospettive di evoluzione del mercato.

Cosa prevede il piano nazionale

Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari forestali viene adottato, previa intesa in sede di Conferenza Stato-regioni, il Piano nazionale del settore florovivaistico.

Il Piano individua le misure per il settore, anche al fine del recepimento da parte delle regioni nei singoli piani di sviluppo rurale (PSR).

Pertanto, individua le politiche da attuare in materia di:

– aggiornamento normativo,

– formazione professionale,

– valorizzazione e qualificazione delle produzioni,

– ricerca e sperimentazione,

– innovazione tecnologica,

– gestione ottimizzata dei fattori produttivi,

– certificazione di processo e di prodotto,

– comunicazione,

– promozione,

– internazionalizzazione,

– logistica,

– informazione a livello europeo.

Il Piano ha una durata triennale, individuando le strategie di realizzazione del verde urbano e fissando criteri e linee guida per la promozione di aree verdi o foreste.

Il Piano autorizza la spesa di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023 per il finanziamento della ricerca nel campo delle nuove varietà ornamentali e di progetti di ricerca e sviluppo del settore florovivaistico.

Cosa tutelano i marchi

Le regioni possono istituire, d’intesa con il Ministero delle politiche agricole dei marchi per certificare il rispetto di standard di prodotto o di processo dei prodotti florovivaistici.

Il Dicastero agricolo promuoverà i marchi favorendo la stipula di protocolli e la redazione di disciplinari di coltivazione biologica.

Comunicazione e promozione

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali prevede con il decreto approvato un Piano di comunicazione e promozione che comprenda tutte le azioni di valorizzazione del settore.

Vengono autorizzate le spese di 1 milione di euro annui a decorrere dall’anno 2021 per il finanziamento delle attività di comunicazione e di promozione del settore florovivaistico.

Utilizzo di risorse finanziarie dai comuni per aree verdi e accordi quadro

I comuni possono utilizzare una quota delle risorse non vincolate e disponibili nei propri bilanci, allo scopo di sostenere spese volte a favorire lo sviluppo del verde urbano e a migliorare le aree verdi urbane esistenti, applicando tali disposizioni nel rispetto dell’equilibrio dei bilanci stessi.

Sempre le amministrazioni, nell’ambito di accordi quadro della durata massima di 7 anni, possono stipulare contratti di coltivazione con aziende florovivaistiche che si occupino della coltivazione, della preparazione della pianta, della fornitura, della sistemazione del sito di impianto, della messa a dimora della pianta e della sua cura fino al momento dell’attecchimento.

È prevista l’eventualità di sostenere gli oneri del contratto di coltivazione anche mediante sponsorizzazione sia da parte delle aziende florovivaistiche, per talune delle aree ad esse affidate, sia da parte di soggetti terzi privati. Gli eventuali oneri derivanti dal contratto di coltivazione sono sostenuti direttamente, dalla suddetta sponsorizzazione.

I comuni possano, infine, adottare misure volte a favorire la partecipazione volontaria di associazioni di cittadini alla cura del verde urbano o rurale.

I centri per il giardinaggio operano nel settore del giardinaggio e del florovivaismo, sono luoghi aperti al pubblico, dotati di punti vendita impegnati in attività di vendita al dettaglio e sono forniti di serre e di vivai. I centri sono predisposti per la produzione e per la vendita di un’elevata varietà di piante e di fiori, alle quali è affiancata un’offerta di prodotti connessi, complementari e strumentali al settore, per i quali si applicano le regole fiscali sulla base della disciplina vigente.

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