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I finanaziamenti forniti dal Fondo per le piccole e medie imprese (Pmi) durante l’emergenza Covid si sono ridotti, a fine maggio 2024, a 91 miliardi di euro, rispetto ai 200 miliardi di finanziamenti iniziali. Il picco massimo di questi prestiti garantiti, concessi tra la primavera del 2020 e giugno 2022, aveva raggiunto i 253 miliardi di euro, dei quali 200 miliardi erano garantiti dallo Stato. Dopo oltre 3 anni dall’introduzione di queste misure per sostenere le imprese, le escussioni delle garanzie da parte delle banche (a causa di inadempienze dei debitori) ammontano a 3,3 miliardi di euro. Una cifra considerata “fisiologica”, considerando l’ammontare complessivo iniziale di 200 miliardi.

L’operatività del fondo Pmi

Nel 2020, il fondo per le Pmi è passato da una media di 500 pratiche a 38 mila pratiche al giorno. Oggi, le garanzie complessive in essere ammontano a 145 miliardi di euro, a fronte di finanziamenti per 107 miliardi. Questo ammontare comprende le garanzie Covid, quelle legate all’emergenza del caro energia e quelle precedenti al 2019. Dall’inizio del 2024, le condizioni delle garanzie pubbliche sono tornate al regime ordinario, con coperture limitate al 55-60% per la liquidità e all’80% solo per gli investimenti, in crescita rispetto al periodo Covid. Attualmente, le pratiche in essere sono pari a 2,1 milioni.

Finanziamenti da 30 mila euro

Un aspetto rilevante riguarda i prestiti da 30 mila euro: nel 2020 erano facilmente accessibili grazie a procedure semplificate. Questi finanziamenti avevano raggiunto un massimo di 23 miliardi di euro, ma tre anni dopo l’importo complessivo si è ridotto a 14 miliardi. Ad oggi, le escussioni relative a questi prestiti ammontano a 600 milioni di euro, corrispondenti a un tasso di deterioramento del 2,6%. Nel 2020, molti ritenevano che una buona parte di questi prestiti, garantiti al 100%, non sarebbe stata restituita, trasformandosi in una sorta di “contributo a fondo perduto” da parte dello Stato. Tuttavia, i dati indicano che gli accantonamenti iniziali erano sovrastimati, determinando una possibile riallocazione inefficiente delle risorse del fondo

 

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