Strumenti e agevolazioni per la crescita internazionale delle imprese umbre: «Ci sono 4 miliardi di export da cogliere» #finsubitoagevolazioni

Redazione Perugia

FOLIGNO (Perugia) – «Oggi l’export dell’Umbria è di poco inferiore ai 6 miliardi di euro, ma ce ne sono 4 di inespresso nei settori di punta della siderurgia, della meccanica, dell’agroalimentare, del tessile e dell’abbigliamento, del mobile e delle componenti meccaniche, sia nei mercati maturi che nei mercati emergenti. Con un lavoro di squadra insieme alla Regione, a Sviluppumbria, ai commercialisti e alle altre agenzie, come Sace e Simest, del governo italiano, siamo sicuri di poter aiutare le imprese a cogliere queste opportunità». Non ha dubbi Maurizio Forte, direttore per i settori dell’export dell’agenzia Ice, sulle prospettive e le opportunità per il tessuto produttivo umbro, composto da piccole e medie imprese, ma anche da grandi realtà di eccellenza.

Una strada da cavalcare emersa al convegno “Strumenti e agevolazioni per la crescita internazionale delle Pmi umbre”, organizzato dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Perugia, nella sede di Sviluppumbria a Foligno, al quale hanno preso parte autorevoli relatori di rilievo nazionale, per evidenziare l’importante ruolo dei commercialisti nell’internazionalizzazione delle imprese. In quella che è una delle tre sedi della Società regionale per lo sviluppo economico della regione, ma anche un incubatore che accoglie, ad oggi, ben 14 imprese, l’appuntamento ha rappresentato «un’occasione importante – come ha evidenziato l’amministratore unico Michela Sciurpa – per favorire l’internazionalizzazione delle nostre realtà economiche, con la presenza degli attori principali che se ne occupano anche a livello nazionale, offrendo loro servizi. Sviluppumbria, del resto, ha ormai un ruolo sempre più proattivo nei confronti delle imprese, essendo un motore fondamentale dello sviluppo della nostra regione. Per questo la Società le sostiene, individuando i percorsi di maggiore valorizzazione per favorire l’internazionalizzazione, l’export, il network, occupandosi anche della loro innovazione e dell’attrazione degli investimenti».

«Il nostro ordine – ha spiegato il presidente Enrico Guarducci – oggi ha realizzato questo importante incontro per il tramite della Commissione sull’internalizzazione delle imprese, invitando quelli che sono i principali player che possono aiutarle nei loro progetti di sviluppo del proprio business nei mercati internazionali, in un momento complesso, dove assistiamo a conflitti internazionali, difficoltà nei trasporti, all’innalzamento dei prezzi delle materie prime, etc. e attraverso il contributo di Sace, Ice e Simest, sono stati evidenziati quali sono gli strumenti messi a disposizione delle imprese, ma soprattutto dei commercialisti, perché il nostro ruolo rimane fondamentale come cinghia di trasmissione, proprio per mettere a terra questi strumenti e renderli disponibili alle imprese. Strumenti che vanno dalla semplice consulenza, all’aiuto nell’organizzazione e nella partecipazione a fiere internazionali, a sostegno di altre iniziative indispensabili per la promozione dei nostri prodotti, sempre appetibili nei mercati internazionali, grazie al Made in Italy».

A tal proposito, va evidenziato che Simest finanzia l’internazionalizzazione delle imprese con un fondo di circa un miliardo e mezzo annuo, parte con fondo perduto e parte con finanziamento a tasso quasi zero. Finanzia la transizione ecologica e digitale, l’inserimento mercati, fiere ed eventi, export manager, certificazioni di sostenibilità.

Molto soddisfatto anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Michele Fioroni, intervenuto in quello che è stato un momento di confronto significativo «per aprire un focus sulle strumentazioni, a livello nazionale, a cui possono attingere le nostre imprese. Spesso le aziende non vanno all’estero perché non hanno conoscenza della vastità degli strumenti finanziari, ma anche dell’attività di advisor che agenzie di Stato come Simest e Sace possono offrire per accompagnarne i percorsi, sia con finanziamenti, sia con misure dedicate magari per favorire l’acquisizione rateizzata da parte dei clienti, come anche per interventi in equity in operazioni di acquisizione all’estero. Insomma, l’obiettivo che abbiamo cercato di raggiungere in questi anni è migliorare la cultura d’impresa nella strumentazione a supporto del processo di internazionalizzazione, cercando di costruire misure che vadano anche in accoppiamento a quelle nazionali con i fondi regionali. Un’attività che sta dando i suoi frutti, molte aziende stanno cominciando a utilizzare queste strumentazioni. Quando siamo arrivati, l’Umbria era l’ultima regione come sistema di imprese nell’utilizzare la strumentazione Simest in Italia; oggi stiamo registrando un’accelerazione piuttosto marcata, il che significa che abbiamo contribuito all’innalzamento del livello culturale umbro, oltre che chiaramente fornire la spinta nelle tre direttrici degli investimenti: innovazione, ricerca e internazionalizzazione».