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Venerdì 5 luglio alle ore 20.00 si inaugura la mostra “Non ho parole” – Il ritratto nell’arte trentina del primo Novecento da Bartolomeo Bezzi e Umberto Moggioli a Jole D’Agostin – organizzata dal Comune di Novella e dall’Associazione Culturale G.B. Lampi nella prestigiosa dimora storica di Casa Campia a Revò.
L’esposizione, curata da Warin Dusatti e Marcello Nebl, rimarrà aperta dal 6 luglio fino al 1° settembre, ed indaga il ritratto come genere artistico che da secoli affascina l’uomo.
La mostra raccoglie una selezione di cinquanta ritratti ed autoritratti dei principali artisti trentini operanti tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento: fra questi, solo per citarne alcuni, Bartolomeo Bezzi, Eugenio Prati, Umberto Moggioli, Stefano Zuech, Luigi Ratini, Gino Pancheri, Jole d’Agostin e “Iras” Baldessari.
Il sindaco di Novella Donato Preti commenta: “Con la mostra “Non ho parole” il Comune persegue la volontà di ospitare nella storica residenza di Casa Campia eventi culturali di valore, contraddistinti da contenuti profondi in grado di portare accrescimento ai visitatori di tutte le età ed essere al contempo richiamo per turisti e ospiti della nostra valle.
La mostra è un’opportunità di grande rilevanza a favore di tutto il territorio per approfondire un interessante e prolifico periodo artistico e soprattutto una particolare sensibilità, quella di artisti che si sono raffrontati, tramite il genere del ritratto, con la rappresentazione della figura umana, della propria immagine e quindi del proprio io”.
Walter Iori, presidente dell’Associazione G.B. Lampi spiega: “La mostra rappresenta l’ennesimo episodio di proficua collaborazione tra l’associazione e gli enti del territorio, in questo caso particolare con il Comune di Novella.
Casa Campia rappresenta un luogo ideale per far parlare l’arte, per dare voce alle immagini, per raccontare le storie ed il pensiero non solo degli artisti ritrattisti, ma anche dei personaggi che hanno posato volontariamente o richiesto di essere immortalati. La parola ‘ritratto’ deriva dal latino re-traho, ed indica l’azione di ‘tirare fuori’, di recuperare l’immagine dalla realtà che circonda chi viene rappresentato. Realtà di silenzi, di parole non pronunciate, di sguardi che raccontano stati d’animo inconfessabili”.
Fino ai primi decenni del Novecento il ritratto è anche elemento di prestigio, come denotano in mostra alcune opere quali il Ritratto del conte Aldo Alberti Poja di Eugenio Prati (1899), il Ritratto dell’ing. Vittorio de Dal Lago di Bartolomeo Bezzi (1909) e in particolare il Ritratto dell’ufficiale Oswald Emil Kobe II di Luigi Ratini (1918).
All’interno della mostra sono esposte, solo per citarne alcune, opere eleganti e dalla forte introspezione psicologica come il Ritratto di donna di Umberto Moggioli (1912), il Ritratto di Stefano Zuech di Oddone Tomasi (1918), il Ritratto di ciociara di Dario Wolf (1920-25) e il Ritratto femminile di Iras Baldessari (1934).
Gli artisti esposti esprimono inoltre l’influenza della propria formazione, divisi fra chi ha scelto di apprendere la propria arte in Italia e chi nella Mitteleuropa: sono emblematici da un lato l’opera La sosta dei viandanti di Gino Pancheri (1933), vicina ai modi del Realismo magico e di Novecento e dall’altro l’introspettivo olio su tavola Figura in grigio di Guido Polo (1959), legata ai modi drammatici dell’espressionismo tedesco.
“Non ho parole” espone anche opere di artisti trentini nati nei primissimi decenni del Novecento che, lontani da ogni volontà di rappresentazione imitativa del reale, hanno sviluppato una ricerca personale sfociata nell’astrattismo, come il revodano Peter Fellin, la clesiana Jole D’Agostin ed il trentino Luigi Degasperi.
La mostra vede poi una serie di ritratti intimi e confidenziali, eseguiti per amici e familiari, si pensi per esempio al Ritratto della moglie Emma Toller di Alcide Davide Campestrini (1905) e agli intensi ritratti delle sorelle Costanza e Alice di Giuseppina Cappello (1940 circa).
Sottogenere del ritratto è, infine, l’autoritratto: i due autoritratti novecenteschi presenti in mostra, quello del noneso Enrico de Concini (1938) e del lagarino Mario Sandonà (1955), sono eredi di questa antica tradizione con l’aggiunta degli accenti tardoromantici dell’espressione dei propri sentimenti e dell’introspezione psicologica.
La mostra è accompagnata da uno specifico catalogo, con testi critici che permettono di approfondire la storia e la poetica degli artisti in mostra e da una serie di visite guidate e appuntamenti di approfondimento. Vi saranno infatti due visite guidate alla mostra con i curatori, i giovedì 18 luglio e giovedì 22 agosto alle ore 17.00 e quattro conferenze ospitate sia a Revò che nel vicino comune di Sanzeno, sede dell’Associazione Lampi.
Martedì 30 luglio, alle ore 20.30 presso Casa de Gentili a Sanzeno, Roberto Pancheri tratterà il tema “Il ritratto ufficiale nel Trentino del Novecento: i casi (opposti) di Celestino Endrici e Alcide De Gasperi”; martedì 6 agosto, alle ore 20.30 presso Casa Campia a Revò, Lisa Guerra e Isabella Dagostin parleranno del “Ritratto al femminile: l’opera di Giuseppina Cappello e di Jole D’Agostin”; martedì 20 agosto alle ore 20.30 presso il Museo Retico di Sanzeno, Gianluca Fondriest tratterà il tema “Volti dall’antichità. Alle origini del ritratto”; martedì 27 agosto, alle ore 20.30, gli archeologi Luca e Alessandro Bezzi presenteranno “Imago animi. Ricostruzioni facciali archeologiche con tecniche forensi”.
La mostra sarà aperta con ingresso libero dal 6 luglio all’1 settembre con i seguenti orari: lunedì, martedì, giovedì, venerdì 16.00 – 19.00; Sabato 10.00 – 12.00, 16.00 – 19.00, 20.00 – 22.00. Domenica 10.00 – 12.00, 16.00 – 19.00. Mercoledì chiuso come nei giorni del 26, 27 e 28 luglio.
Casa Campia è un edificio storico che si trova a Revò in via IV Novembre 1; fu eretta nell’ultimo quarto del XVII° secolo dalla nobile famiglia de Maffei. E’ oggi sede espositiva di importanti mostre ed eventi.
Gli eventi sono resi possibili grazie al contributo di Banca per il Trentino Alto Adige – Credito Cooperativo Italiano; media partners: rivista ‘Arte Trentina’ e APT Val di Non.
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