Rischiavano di vedere la propria vita cadere a picco i due anziani che, dopo il fallimento imprenditoriale, avevano accumulato un debito di oltre mezzo milione di euro. Una situazione debitoria insostenibile, che il tribunale di Treviso ha cancellato con la cosiddetta “legge anti-suicidi” concedendo l’esdebitazione totale a una coppia di settantenni di Casale sul Sile.
I due pensionati si trovavano da anni in condizioni di estremo disagio economico. La legge anti-suicidi, che permette a privati e piccoli imprenditori di ottenere la cancellazione dei debiti in casi di gravi difficoltà economiche, ha permesso all’anziana coppia di ottenere una nuova opportunità di vita, senza più l’incubo di un debito insostenibile.
Treviso, il caso della coppia di anziani indebitati
I due anziani avevano accumulato i debiti per i canoni non pagati su un leasing per macchinari, beni strumentali per l’azienda, poi fallita, di carpenteria metallica di cui loro erano soci, ma che era gestita dal figlio.
La loro era una società in forma semplice e quindi, in quanto società di persone, non prevedeva distinzione tra il capitale dei soci e il capitale della società: i due anziani rispondevano con responsabilità patrimoniale illimitata; l’esposizione e i relativi interessi passivi dei canoni superavano di gran lunga la loro pensione. Peraltro, dopo il fallimento dell’attività, i due anziani, che possono contare solo sulle entrate del marito – in quiescenza – e sulla piccola pensione di invalidità della moglie, si erano trovati non solo in ristrettezze economiche ma praticamente strozzati dal leasing non pagato.
L’applicazione della legge anti suicidi da parte del tribunale di Treviso mette in luce l’importanza di un aiuto concreto per chi si trova in situazioni di sovraindebitamento, dimostrando come, in casi estremi, sia possibile chiedere il supporto del sistema giuridico.
Già seguiti dai servizi sociali, i due anziani hanno ricevuto anche l’appoggio economico del Comune di Casale sul Sile per avviare la procedura. Il sindaco Stefania Golisciani ha sottolineato che il caso rappresenta “un segnale di speranza” per chi si trova in situazioni simili, consentendo di guardare al futuro con una rinnovata serenità.
Come funziona la legge anti-suicidi
La cosiddetta “legge anti-suicidi”, entrata in vigore nel 2012, è uno strumento fondamentale per privati e piccoli imprenditori che si trovano in gravi difficoltà economiche. Questa legge consente di ottenere una cancellazione parziale o totale dei debiti, in base alla valutazione del tribunale, purché il debitore dimostri di non avere i mezzi per adempiere agli obblighi finanziari e di non aver agito in malafede o con colpa grave.
La Legge 3/2012 consente la cancellazione di diversi tipi di debiti all’interno delle procedure di sovraindebitamento, tra cui quelli con:
- Banche e istituti finanziari, come mutui e prestiti personali;
- Fornitori e privati, come quelli relativi al condominio o il caso dell’anziana coppia di Casale sul Sile;
- Debiti con le Pubbliche Amministrazioni, inclusi quelli con l’Agenzia delle Entrate e Equitalia.
Non possono essere eliminati tramite questa legge i debiti di mantenimento, come gli “alimenti” non pagati al coniuge separato o divorziato.
Il processo di esdebitazione inizia con la presentazione della domanda a un Organismo di Composizione della Crisi (Occ), che analizza la situazione del richiedente e formula un piano di risanamento o un accordo con i creditori. Se il tribunale approva la richiesta, il debitore non è più soggetto alle azioni di recupero crediti, e in alcuni casi il debito viene cancellato definitivamente. Questa procedura è stata ideata per offrire un’opportunità concreta a chi rischia di essere travolto dai debiti, spesso causa di gravi disagi personali e sociali. Durante la procedura di risoluzione della crisi, è fondamentale elencare tutti i debiti detenuti e dichiarare tutti i beni posseduti.
La coppia ha ottenuto l’omologazione della richiesta ai sensi del “Codice della Crisi”, introdotto nel sistema normativo italiano nel 2019.
Suicidi e crisi economica: una realtà preoccupante in Italia
In Italia, i suicidi legati a situazioni di sovraindebitamento e crisi economica sono una questione allarmante e poco discussa. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) indicano un tasso di suicidi di 7,2 casi ogni 100.000 abitanti, con una forte variabilità tra Nord e Sud e un’incidenza maggiore tra gli uomini nella fascia d’età 25-69 anni. Secondo l’Iss, nel 2020 si sono registrati 3.879 suicidi in Italia, con una percentuale significativa di questi legati alla crisi economica e ai problemi finanziari, aggravati dalla pandemia di Covid e dall’aumento dell’inflazione a cui non è corrisposto l’aumento dei salari.
Studi epidemiologici e ricerche sul tema confermano che, in periodi di recessione o difficoltà economiche, il tasso di suicidi tende a salire, specie tra coloro che si trovano in condizioni di vulnerabilità finanziaria. La correlazione tra crisi economica e rischio suicidario è stata documentata anche da organizzazioni internazionali come l’Oms, che ha evidenziato la necessità di misure preventive e di supporto per chi vive situazioni di debito insostenibile. Il supporto psicologico e la consapevolezza delle risorse legali a disposizione, come la legge anti-suicidi, possono scongiurare un esito tragico della vicenda.
Il ruolo della consapevolezza
La vicenda della coppia di Casale sul Sile offre uno spunto di riflessione sull’importanza di rafforzare i meccanismi di supporto per le persone indebitate e promuovere la consapevolezza degli strumenti disponibili. Molti cittadini in difficoltà, infatti, non sono a conoscenza della legge anti-suicidi e delle procedure di esdebitazione che potrebbero offrire una seconda possibilità. In un Paese dove la cultura del fallimento personale è ancora vista come uno stigma, è essenziale migliorare la comunicazione e l’accessibilità di tali strumenti.
L’esdebitazione totale ottenuta dai due anziani non solo rappresenta un aiuto concreto in termini economici, ma può servire da modello per altre situazioni analoghe, portando alla luce l’importanza di un sistema di assistenza che unisca sostegno legale, sociale e psicologico. In una società sempre più segnata dalle incertezze economiche, dove il lavoro è sempre più povero, diventa fondamentale che il diritto a una seconda possibilità sia riconosciuto e applicato in modo efficace, evitando che l’oppressione dei debiti possa spingere le persone verso situazioni di disperazione.
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