di Bianca Leonardi – Polizia italiana cattiva, omofoba e che «svolge profilazione razziale durante le attività». Così la denuncia dell’Ecri, l’organismo anti-razzismo del Consiglio Europeo, che ha mandato su tutte le furie il nostro governo e suscitato lo stupore di Mattarella. Il focus alla ribalta della cronaca è quello sulle forze dell’ordine considerate razziste, ma nel documento, in possesso del Giornale, c’è molto di più. Dalla tutela della categoria Lgbt, ai finanziamenti alle persone rom, a una rivoluzione scolastica in nome dell’inclusione, fino alla tutela dei migranti clandestini. Insomma, un insieme di parole che descrive alla perfezione quel mondo all’insegna del politically correct che piace tanto alla sinistra del nostro paese.
Ma andiamo con ordine: il documento presenta delle «raccomandazioni», che sembrerebbero però avere più l’impressione di imposizioni che dovrebbero essere rispettate in Italia
In primis la tutela sconsiderata del mondo Lgbt che sembrerebbe ormai – per assunto definitivo – stigmatizzata a tutti i costi. Il consiglio Europeo raccomanda infatti dei percorsi obbligatori nelle scuole, di ogni ordine e grado – compresi quindi asili e primarie – sulla sensibilizzazione all’uguaglianza delle persone Lgbt. Sulla stessa linea chiede di finanziare maggiormente i centri italiani Lgbtq; al momento sono 46 quelli che ricevono fondi ma l’Europa consiglia di ampliare l’offerta.
Insegnare la cultura Rom
Tornando alle scuole, per l’Ecri c’è qualcosa ancora più importante da sistemare: l’insegnamento della cultura Rom. La critica mossa dagli organi europei all’Italia è quella di un non equo bilanciamento tra lo studio della storia ebraica e quella nomade. «Si rilevano sforzi significativi nelle scuole per l’insegnamento della storia e della cultura ebraica, con progetti sulla conoscenza dei campi di concentramento e deportazione», si legge nel documento che mette l’accento anche sui finanziamenti spesi per gite e percorsi didattici per i bambini. Ma «non è stata fatta la stessa cosa riguardo all’insegnamento della storia e della cultura delle comunità Rom» e per questo si «invitano caldamente le autorità a colmare questo vuoto». Come? Non è dato saperlo, probabilmente con percorsi guidati nei campi rom, quei campi abusivi in cui nella maggior parte dei casi regna l’illegalità.
Le case ai migranti
Il documento parla della presenza di 500mila persone irregolari, cioè clandestine, sul territorio italiano. Ma, nonostante ciò, la raccomandazione è quella che i «lavoratori migranti in situazione irregolari» presentino «denunce in materia di norme lavoristiche senza condividere i loro dati personali con le autorità per l’immigrazione». Per chi è in possesso invece di protezione internazionale, considerata quell’accoglienza diffusa di cui tanto vanno fiere le sinistre ma che si rivela, giorno dopo giorno, un flop totale, l’Europa raccomanda una soluzione: «per via della mancanza di posti… È quindi fondamentale che venga loro assicurato tempestivamente un alloggio indipendente». Alla faccia, verrebbe da dire, degli italiani in graduatoria da decenni che di «alloggi indipendenti» non ne hanno visto ancora uno.
Case e soldi ai Rom
Infine si torna ai Rom e «la difficile condizione abitativa» in cui vertono. L’Ecri raccomanda all’Italia infatti che, in caso di sfratto a seguito degli smantellamenti dei campi abusivi, «vengano ricollocati in un alloggio dignitoso». Ma non solo, si chiede ai comuni del nostro paese anche di prenderli in carico «sostenendoli finanziariamente».
Corsi obbligatori Lgbt ai bambini, migranti clandestini avvantaggiati e rom pagati dagli italiani: ecco l’Italia che vuole la sinistra, con l’appoggio, sembrerebbe evidente, di un’Europa che spalleggia i diktat dei paladini dell’inclusività.
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