Le Olimpiadi Invernali del 2026 rappresentano una delle sfide organizzative più significative per l’Italia degli ultimi anni, offrendo un’enorme opportunità di sviluppo per il settore turistico nazionale. La manifestazione sportiva, che si terrà dal 6 al 26 febbraio 2026, non solo attirerà decine di migliaia di spettatori da tutto il mondo, ma, secondo le previsioni, genererà un incremento importantissimo delle visite internazionali e degli introiti economici legati al turismo.
L’Italia, con il Giubileo prima e le Olimpiadi dopo, si prepara dunque a vivere una stagione turistica senza precedenti. E già il 2023 era andato molto bene: secondo i dati elaborati dall’Osservatorio sull’economia del turismo delle Camere di commercio in collaborazione con Isnart (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche), nel nostro Paese si sono registrate 852 milioni di presenze turistiche, 41% delle quali rappresentate da millennial (28-42 anni) che si confermano la componente principale della domanda.
Sulla scia di questo trend positivo, non stupisce dunque che per il 2025 a Roma siano previsti 35 milioni di visitatori (+170%), per un totale di 105 milioni di presenze (+94%) e una spesa turistica intorno ai 16,7 miliardi di euro (+81%). Per i Giochi invernali del 2026, invece, sono attesi 513 mila visitatori, +34% rispetto allo stesso periodo del 2023, per un totale di 1,8 milioni di presenze e una spesa turistica stimata che ammonta a 281 milioni di euro (+36%). Da sottolineare che nel caso di Milano-Cortina, le località coinvolte saranno molteplici: Anterselva, Assago, Bormio, Livigno, Predazzo, Rho, Tesero e Verona. I numeri sono stati salutati positivamente da Daniela Santanché, ministro del Turismo: “I dati mostrano che l’Italia è riuscita a salire. Siamo sul secondo gradino del podio. Nel 2022 eravamo in quarta posizione”.
Grandi numeri, ma rischio overbooking
Nonostante le previsioni ottimistiche legate ai flussi turistici, però, secondo le stime Isnart (su dati Istat, Location Intelligence ed Airdna) per entrambi gli eventi emerge un rischio overbooking: molto elevato per il Giubileo, in considerazione dei 400mila posti letto dell’attuale capacità ricettiva che già oggi presentano un tasso di occupazione medio annuale del 66%; probabile per Milano-Cortina, considerati i 250mila posti letto oggi a disposizione, con un tasso di occupazione medio nel periodo del 63%, parzialmente mitigato dal fatto che le maggiori presenze si distribuiranno in un territorio più ampio.
Per contribuire ad affrontare questi due momenti unici e straordinari di domanda turistica nazionale e internazionale, Isnart attraverso la propria piattaforma di data for destination “Stendhal” ha elaborato due distinte sentiment analysis su Roma e Milano, basate sulle percezioni dei turisti che hanno trascorso un periodo di vacanza nelle due città. In particolare, i differenziali tra percezioni positive e negative sembrano indicare tra le priorità di intervento per entrambe le destinazioni quelle legate a inquinamento, sicurezza, qualità delle informazioni e rapporto tra costo e qualità dei servizi. Tutti spunti che servono e serviranno a preparare i due eventi con il massimo dell’impegno.
Prete (Unioncamere): “Rischio overbooking e mancanza di personale”
“Dobbiamo guardare ai due grandi eventi con attenzione e senso di responsabilità, perché saranno una grande occasione di visibilità per il Paese. Le nostre previsioni mostrano in entrambi i casi un forte rischio di overbooking, con una capacità ricettiva probabilmente insufficiente a far fronte al numero consistente di turisti attesi. Un fattore di debolezza per le nostre imprese è però anche quello legato alla disponibilità di personale da collocare in azienda. Anche questo è un aspetto che può incidere sulle reali capacità ricettive del sistema dell’accoglienza. Su quasi 1 milione e 146mila entrate di personale programmate nel 2023, il 47,7% era difficile da reperire, nel 31,7% dei casi per mancanza di candidati. Il turismo è uno di quei settori in cui la difficoltà a trovare candidati è diventata quasi di tipo strutturale, considerando che la quota della difficoltà di reperimento nel 2019 era al 24,6%, inferiore quindi alla media 26,4%”, ha commentato Andrea Prete, presidente di Unioncamere.
“Nei prossimi due anni, gli occhi di tutto il mondo saranno posati sul nostro Paese. Abbiamo un’opportunità straordinaria per favorire lo sviluppo delle nostre filiere turistiche puntando sull’ottimizzazione delle soluzioni, sulla qualità dell’offerta, sulla sostenibilità, sulla digitalizzazione e sulla maturazione delle competenze. Isnart, grazie agli strumenti di analisi e di indagine dei flussi turistici, è pronta per mettere a disposizione delle imprese, degli operatori e delle istituzioni tutti gli strumenti che possano contribuire ad effettuare le migliori scelte a sostegno dell’ulteriore valorizzazione delle bellezze e dei patrimoni che rendono l’Italia uno scrigno amato nel mondo” ha dichiarato la presidente di Isnart Loretta Credaro.
Naro (Federalberghi Milano Lodi Monza e Brianza): “Posti letto negli hotel insufficienti”
Rischio overbooking durante le Olimpiadi anche per quanto riguarda l’hotellerie. Così commenta Maurizio Naro, presidente Federalberghi Milano Lodi Monza e Brianza: “Sappiamo che la famiglia olimpica occuperà 30mila posti letto tra Milano e i territori limitrofi, tra cui Como, Bergamo, Brescia. Questa ‘famiglia’ che è composta dai membri dei vari comitati, dai media, dagli sponsor e dagli invitati degli sponsor, occuperà nella sola Milano 15mila posti letto”. Considerando che il capoluogo lombardo conta all’incirca 30mila camere in alberghi tre, quattro e cinque stelle, con 55mila posti letto e che 15mila risultano già occupati dalla famiglia olimpica, non ne rimangono tanti per sopperire all’ingente arrivo di appassionati e curiosi durante i giochi olimpici. “Si stima – aggiunge Naro – che arriverà oltre un milione di turisti nel periodo dei Giochi, di cui 70% saranno italiani”.
Ovviamente il numero dei turisti si distribuirà lungo tutto il periodo delle gare sportive, e occuperà non solo il territorio lombardo ma anche quello veneto e del Trentino-Alto Adige, ma si tratta sempre di un numero considerevole. Parlando di Milano, ai posti letto negli alberghi si aggiungeranno probabilmente i 26mila alloggi per affitti brevi che sono in città, nonché altre tipologie ricettive, ma rimane comunque evidente che molti turisti che arriveranno per assistere alle gare nella città dovranno alloggiare a oltre 60 km di distanza da Milano.
Il turismo come punto di forza: la capacità attrattiva di Roma e Milano
Nonostante alcune criticità, però, l’ottimismo permane, e non sembra che questi ostacoli stiano impedendo di procedere nella giusta direzione. La Capitale conserva sempre il suo punto di forza di straordinario attrattore culturale complessivo (95%) e nei confronti del turismo internazionale. La destinazione integrata Milano-Cortina, invece, insieme ai comuni di Anterselva, Assago, Bormio, Livigno, Predazzo, Rho, Tesero e Verona, come accennato in precedenza, esprime anch’essa livelli di attrattività complessiva estremamente elevati (95%), con un alto tasso di apprezzamento relativo alla tutela e valorizzazione di beni e attività culturali. Sono molti territori e molto diversi tra loro.
In questo quadro, secondo le elaborazioni Isnart su dati Infocamere, il contributo dell’industria turistica all’economia e all’occupazione si conferma fondamentale. Ne è un indicatore l’andamento del numero di imprese attive nel turismo rispetto al resto dell’economia, dal quale emerge una straordinaria resilienza delle prime, cresciute nel periodo 2012/2023 del 11,7%, laddove le seconde sono diminuite del 4,2%. Quella dell’ospitalità si conferma, quindi, una filiera strategica e vitale per il sistema Paese, avendo dimostrato una notevole capacità di reazione allo shock della pandemia. Un settore che ha svolto anche un significativo ruolo di tenuta sociale, sostenendo la crescita dell’occupazione femminile (+1,8% le imprese guidate da donne nel 2023) e quella delle imprese a titolarità estera (+62,4% le aziende aperte da stranieri), fasce tradizionalmente più svantaggiate nell’accesso al mercato del lavoro.
Casavo: i prezzi delle case a Milano sono già aumentati da tempo
A conferma dell’impatto positivo del turismo anche negli altri settori, secondo un recente report di Casavo, azienda specializzata in soluzioni smart per la compravendita immobiliare, l’anticipazione di eventi di grande portata come i Giochi Olimpici sta già portando da tempo a significativi aumenti dei prezzi delle case in alcune delle zone più centrali della città di Milano.
In particolare, l’analisi rileva un aumento dei prezzi al metro quadro nei quartieri di Milano coinvolti direttamente nei progetti olimpici: tra il 2019 e il 2023, i prezzi al metro quadro a Santa Giulia Nord sono cresciuti del 27%, passando da 2.329 a 2.960 euro, mentre a Scalo di Porta Romana l’aumento è stato del 48%, con i prezzi che sono saliti da 3.296 a 4.845 euro.
I progetti legati alle Olimpiadi hanno portato significativi lavori di riqualificazione e miglioramenti infrastrutturali, che includono nuove strutture sportive, residenze e spazi pubblici. Questi sviluppi rendono le aree circostanti più attraenti per acquirenti e investitori. Il trend positivo è accompagnato da un incremento delle compravendite, che a Santa Giulia Nord è aumentato del 28%, e a Scalo di Porta Romana del 40%. La crescita potrebbe continuare fino al 2025, alimentata dalla crescente domanda e dalla valorizzazione delle aree interessate.
Inoltre, dopo i Giochi, è altamente probabile che le aree riqualificate continuino a beneficiare di un’ulteriore rivalutazione, grazie alle infrastrutture migliorate e all’aumento dell’attrattività urbana, come hanno sottolineato in riferimento a Santa Giulia Fabrizio Zichichi di Lendlease e Andrea Baccuini di Big Spaces, entrambi intervistati da Requadro nelle scorse settimane. Questo però potrebbe tradursi in un ulteriore incremento dei prezzi, specialmente se le aree coinvolte diventeranno più popolari tra acquirenti e investitori. Tuttavia, per comprendere come potrebbe evolversi la situazione, investitori e compratori devono e dovranno prepararsi a operare in un ambiente in continuo divenire, sfruttando le opportunità offerte dalle trasformazioni urbane e dalle nuove tendenze.
Uno sguardo sui lavori di Milano: il villaggio olimpico di Porta Romana
Intanto nel capoluogo lombardo continuano i lavori per la realizzazione del villaggio olimpico di Porta Romana e del palazzetto a Santa Giulia. Il primo ospiterà 1.700 atleti e diventerà post-Olimpiadi il più grande studentato in Italia con 1.200 camere per 1.700 posti letto su una superficie di 40mila metri quadrati. Gli investitori per il villaggio olimpico, che comprende anche un parco, spazi pubblici, uffici e residenze in vendita e in affitto, sono Coima, Covivio e Prada Holding, in partnership con le istituzioni pubbliche come Regione Lombardia e Comune di Milano.
“Abbiamo voluto ridare alla città un’area abbandonata – commenta Luca Mangia, director fund & asset Management di Coima Sgr -. L’area di Porta Romana era inutilizzata e con questo intervento di rigenerazione urbana vogliamo portare valore al territorio. Noi infatti non stiamo progettando il villaggio olimpico bensì lo studentato, perché gli atleti rimarranno solo qualche settimana. Si tratta di una legacy importante per Milano dato che nella città c’è carenza di 20mila posti letto per studenti”.
L’Arena di Milano Santa Giulia “non è a norma”: servono deroghe
L’Arena Santa Giulia ospiterà invece 16mila spettatori, aprirà a fine 2025 e dopo le Olimpiadi darà vita a concerti, spettacoli ed eventi sportivi. Attualmente, però, come riportato nel Corriere della Sera da Gianni Santucci e in altre testate nazionali a inizio ottobre, il progetto “non appare rispondente” alle caratteristiche che devono avere gli impianti sportivi, “relativamente al rispetto delle condizioni di visibilità degli spettatori, in particolare per quanto riguarda l’attività di hockey su ghiaccio». A dichiararlo è il Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano). E così Milano viene a scoprire che l’Arena di Santa Giulia, e cioè l’impianto che dovrà ospitare la più importante competizione delle prossime Olimpiadi invernali in città, in realtà è inadeguata per ospitare le gare di hockey: potrà farlo solo dopo aver ottenuto «le necessarie deroghe da parte della prefettura». A quel punto potrà avere le «omologazioni da parte delle Federazione sportiva nazionale e internazionale per gli eventi considerati”.
Non solo: il palazzetto da 16 mila posti per gli spettatori potrà ospitare il tennis e la pallavolo, ma non il basket di alto livello, sport per il quale i costruttori hanno già dichiarato di poter accedere al massimo alla certificazione «silver», ovvero: sotto i 3.500 spettatori. Il documento è stato rintracciato e pubblicato da Altreconomia, a cui era stato già negato l’accesso pubblico. Come mai, dunque, un privato che sta costruendo il principale impianto per le Olimpiadi a Milano, dichiarato di interesse pubblico, porta avanti un progetto che nasce già difettoso per accogliere le gare?
Semplice: a costruire la nuova arena da 16 mila posti è la multinazionale tedesca Eventim, uno dei colossi europei nell’organizzazione di concerti, eventi dal vivo, promozione di spettacoli e vendita biglietti (che nel 2021 acquistò da Risanamento spa, per 20 milioni, l’area sulla quale costruire il palazzetto, con l’impegno verso le istituzioni di completarlo in tempo per i Giochi del 2026). L’Italia è, dopo la Germania, il secondo mercato di maggior profitto per l’azienda tedesca. Che dunque sta costruendo un’arena adatta al proprio business: nelle altre strutture del genere che ha o gestisce in Europa, a Colonia, Berlino, Copenhagen e Londra, organizza concerti, eventi e musical. Rarissimi gli eventi sportivi. Ecco spiegato perché, nel documento del Coni che risale a più di un anno fa, l’hockey ghiaccio è già definita dai costruttori “attività temporanea e limitata ad alcuni eventi”.
Le deroghe dovrebbero arrivare. Il tema degli extra-costi, legato agli aumenti di energia e materie prime, ha aperto invece un punto di crisi. L’azienda tedesca si è impegnata a concludere i lavori in tempo per le Olimpiadi, è dunque ipotizzabile che per un ritardo scatterebbero delle penali. Per l’Italia, se l’arena non fosse pronta in tempo, il danno di immagine sarebbe disastroso. Le trattive su chi dovrà coprire gli extra costi sono in corso.
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