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Mentre migliaia di cittadini protestano in Europa contro la guerra a Gaza, il presidente francese chiede lo stop alle armi a Israele per colpire la Striscia. “La Francia non ne fornisce”, aggiunge poi Macron
Sabato migliaia di manifestanti pro-palestinesi sono scesi in piazza in tutta Europa per chiedere un cessate il fuoco a Gaza, in prossimità del primo anniversario degli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre. Le forze di sicurezza di diversi Paesi hanno avvertito di aumentare i livelli di allerta nelle principali città, nel timore che l’escalation del conflitto in Medio Oriente possa ispirare nuovi attacchi terroristici in Europa o che alcune delle proteste possano diventare violente.
Sono previste manifestazioni di massa in diverse città europee, tra cui Londra, Berlino, Parigi e Roma per tutta la prossima settimana, con i maggiori raduni previsti da sabato a lunedì.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha spiegato, intanto, che la Francia non fornisce armi a Israele per colpire Gaza e poi ha aggiunto: “Penso che oggi la priorità sia quella di tornare a cercare una soluzione politica e smettere di fornire armi per portare avanti i combattimenti a Gaza”.
Oltre settemila persone a Roma alla manifestazione non autorizzata
In piazzale Ostiense a Roma sono scese in piazza, secondo la questura, almeno settemila persone, nonostante le autorità locali abbiano rifiutato di autorizzare le proteste nella capitale, adducendo problemi di sicurezza pubblica con il rischio di “glorificazione” dell’attentato del 7 ottobre. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha inoltre sottolineato che, in vista dell’anniversario chiave, l’Europa è in stato di massima allerta per potenziali attacchi terroristici. “Questa non è una situazione normale: siamo già in una condizione di massima prevenzione”, ha dichiarato.
Dalla piazza, delimitata dalle forze dell’ordine, sono arrivate grida contro Israele e anche il presidente degli Stati Unit Joe Biden. “L’Italia fermi la vendita e l’invio di armi a Israele, finisca immediatamente il genocidio a Gaza”, hanno gridato alcuni manifestanti e poi ancora: “Il 7 ottobre e’ iniziata la rivoluzione” e “Siamo tutti antisionisti”. Alcuni hanno lanciato poi lacrimogeni e bombe carta contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con cariche e idranti, disperdendo la folla. Trenta agenti di polizia e quattro giovani sono rimasti feriti negli scontri, quattro i fermati.
A Londra proteste contro le aziende che aiutano Israele
A mezzogiorno di sabato, migliaia di persone si sono riunite in Russell Square, nel centro di Londra, con una notevole presenza di polizia. Alcuni degli organizzatori della marcia avevano detto che intendevano colpire aziende e istituzioni che ritenevano “complici dei crimini di Israele”, tra cui la Barclays Bank e il British Museum. Ben Jamal, direttore della Palestine Solidarity Campaign nel Regno Unito, ha dichiarato che lui e altri continueranno a organizzare marce fino a quando non saranno intraprese azioni contro Israele. “Dobbiamo scendere in strada in numero ancora maggiore per fermare questa carneficina e impedire che il Regno Unito ne sia coinvolto”, ha detto Jamal.
Cittadini francesi contro il governo per lo stop alla guerra
Alcune migliaia di persone hanno attraversato la città di Parigi, mostrando solidarietà con il popolo palestinese. Chiedono a Israele di fermare la sua guerra contro Gaza, ma molti presenti sono anche libanesi. La comunità libanese in Francia è molto numerosa e il Libano ha legami storici con questo Paese. Secondo manifestanti intervistati da fonti locali, la Francia non stia facendo abbastanza per proteggere i civili e le persone che stanno soffrendo.
A Berlino, domenica è prevista una marcia dalla Porta di Brandeburgo a Bebelplatz. I media locali hanno riferito che le forze di sicurezza hanno avvertito di un potenziale sovraccarico dovuto all’entità delle proteste. Le autorità tedesche hanno sottolineato l’aumento degli episodi di antisemitismo e di violenza negli ultimi giorni.
Proteste sono in corso anche in altre parti del mondo. Nelle Filippine, sabato, decine di attivisti di sinistra hanno protestato vicino all’ambasciata statunitense a Manila, dove la polizia ha impedito loro di avvicinarsi al complesso balneare.
In Portogallo solo un’università blocca le attività con Israele
A differenza della maggior parte degli istituti di istruzione superiore in Portogallo, il Centro di studi sociali dell’Università di Coimbra (CES) ha annunciato la sospensione di tutte le sue collaborazioni con le istituzioni israeliane, citando “la flagrante violazione del diritto internazionale e dei diritti umani del popolo palestinese perpetrata dallo Stato di Israele nella Striscia di Gaza e la crescente violenza inflitta alla popolazione palestinese che vive in Cisgiordania”, si legge in un comunicato pubblicato dall’istituzione alla fine del mese scorso.
“In un momento in cui tutte le università di Gaza sono state distrutte o gravemente danneggiate, e tenendo conto dei principi e della missione di questo centro di ricerca, proponiamo di contribuire allo sforzo globale per la pace e la giustizia nella regione. La comunità accademica ha il dovere particolare di promuovere la giustizia e l’uguaglianza”, aggiunge la dichiarazione.
Nella direzione opposta, le università portoghesi hanno escluso di tagliare i legami con istituzioni simili in Israele. Secondo il quotidiano Expresso, “pur garantendo che la pace e il diritto internazionale saranno sempre difesi”, il presidente del Consiglio dei rettori delle università portoghesi ha affermato che sarà adottata una posizione diversa da quella richiesta da vari movimenti studenteschi in Portogallo, che chiedono di interrompere le relazioni tra le università dei due Paesi.
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