BRINDISI – Elevate 12 sanzioni amministrative per un totale di 12mila euro e sottoposti a sequestro amministrativo per la successiva distruzione 350 vasetti di polpa di riccio (35 kg) e 200 kg. circa di prodotto alimentare non conforme, nell’ambito di un’attività svolta in sinergia da personale della Sezione polizia giudiziaria della Capitaneria di Porto di Brindisi guidata dal capitano di Vascello Luigi Amitrano e dal Servizio veterinario Area B Igiene degli Alimenti di Origine Animale, Uoc del Dipartimento di prevenzione diretta Adriano Rotunno.
I controlli hanno interessato diversi settori. Ispezionati mezzi di trasporto in transito dalle Dogane di Brindisi e provenienti da paesi intra-comunitari: sono emerse una serie di non conformità che hanno portato all’irrogazione di sanzioni amministrative per assenza di tracciabilità e alla conseguente distruzione in loco di una parte di polpa di riccio.
Ulteriori controlli, inoltre, sono stati eseguiti su una partita di polpa di riccio congelata, che è stata posta a vincolo sanitario per ulteriori controlli e sono state richieste a tutte le Asl competenti regionali dove i prodotti erano destinati la verifica se i destinatari delle partite avessero adempiuto alle segnalazioni delle partite mediante sistema informatizzato del ministero della salute. Dai controlli effettuati dai Siavb delle altre Asl della Regione sono emerse ulteriori violazioni, sanzionate immediatamente. ”
L’attività congiunta, ha anche interessato numerose attività commerciali presenti sul territorio provinciale, facendo emergere ulteriori violazioni riguardanti le procedure di autocontrollo e violazioni relative a detenzione di prodotto alimentare preimbellato con scadenza oltre il tempo minimo di conservazione.
“Questa attività dimostra che la stretta collaborazione tra Autorità competenti quale il Servizio Veterinario Area B nell’ambito della sicurezza alimentare e la Capitaneria di porto per quanto attiene alla filiera della pesca, può portare ad un aumento del livello di sicurezza alimentare e degli standard qualitativi e igienico-sanitari di tutti gli operatori della filiera agroalimentare, e contestualmente tutelare gli operatori della filiera locale che lavorano secondo i più alti standard legislativi e dichiarando in maniera trasparente l’origine dei prodotti commercializzati”. Si legge in una nota ”
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