Avrebbero provato, con un singolare e ingegnoso espediente, a introdurre droga e cellulari nel carcere di Castrogno a Teramo, ma sono stati fermati e arrestati dal personale di polizia penitenziaria, prontamente intervenuto.
A farlo sapere è Giuseppe Pallini, segretario del sindacato autonomo polizia penitenziaria.
«I due, un uomo e una donna residenti a Roma, sono stati sorpresi, venerdì notte, nella zona demaniale del carcere mentre tentavano di fare entrare all’interno dell’istituto, tramite un’asta telescopica e corda, due telefoni cellulari e cento grammi di hascisc, inseriti dentro una bottiglia di plastica», informa Pallini. «il personale di polizia, mimetizzato nella vegetazione per servizi di prevenzione al contrasto di introduzione di cellulari e droga nella zona più vulnerabile dell’istituto, hanno fermato i due e li hanno tratti in arresto. Proprio questa mattina si è tenuta l’udienza di convalida presso il carcere di Castrogno».
«Il Sappe», conclude Pallini, «si congratula con le donne e uomini della polizia penitenziaria teramana per la brillante operazione e chiede per loro un riconoscimento premiale ai vertici dell’amministrazione. Da tempo denunciamo che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica, il regime aperto, dall’aver tolto le sentinelle della polizia penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, che si dovrebbero invece ripristinare proprio a Castrogno, dalla mancanza in organico di poliziotti penitenziari al mancato finanziamento per i sistemi antintrusione e anti-scavalcamento, che spesso non funzionano».
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Complimenti e congratulazioni al personale di polizia penitenziaria del reparto di Teramo arrivano anche da parte di Donato Capece, segretario generale del Sappe, «questo è lo scenario quotidiano in cui opera il Corpo di polizia penitenzia. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Le carceri sono in mano ai delinquenti. Nelle carceri della nazione serve forte ed evidente la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!».
Il leader del Sappe torna a fare appello ai vertici abruzzesi e nazionali dell’amministrazione penitenziaria per un incontro urgente: «Per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta, ma anche per programmare urgenti riforme strutturali non più rinviabili come l’espulsione dei detenuti stranieri, la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari, la previsione che i tossicodipendenti scontino la pena in comunità e, soprattutto, il potenziamo dell’organico del Corpo di polizia penitenziaria alla luce dei prossimi annunciati pensionamenti».
E il leader del Sappe si appella direttamente al presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Io chiedo al presidente del consiglio dei ministri Giorgia Meloni e al guardasigilli Carlo Nordio di assumere con urgenza tutele concrete per gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria di fronte ai problemi sempre più complessi del sistema penitenziario della nazione; servono tutele, garanzie funzionali e nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio, come le bodycam ed il taser per potersi difendere dai detenuti violenti nonchè nuove tutele legali».
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