L’Osservatorio Antimafia del Molise ha presentato ieri a Campomarino il Report 2023 sulle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico e sociale della regione, rivelando un quadro preoccupante. Il Molise si colloca infatti al penultimo livello di rischio per infiltrazioni mafiose, in una scala che termina con il livello massimo, cioè quello alto. Questo risultato emerge da un’approfondita ricerca, guidata dal criminologo Vincenzo Musacchio e dal magistrato Daniele Colucci, in collaborazione con ricercatori dell’Università Statale di Milano, della Luiss di Roma e di Transcrime.
Ieri, 27 ottobre, la presentazione a Palazzo Norante (Campomarino) su impulso dell’associazione Cum Panis.
Secondo il documento, numerose imprese molisane sono state costrette a chiudere, finite nella rete dell’usura e soffocate da debiti che hanno facilitato l’ingresso della criminalità organizzata. In un contesto economico fragile, le organizzazioni mafiose riescono infatti a inserirsi con facilità, fornendo liquidità immediata e approfittando della crisi per infiltrarsi in settori legali, così come nel sistema finanziario regionale.
Il Report, frutto di oltre un anno di lavoro, si basa su un’analisi combinata delle relazioni semestrali della DIA, delle relazioni annuali della DNA e dei dati della Camera di Commercio, oltre che su fonti di polizia e stampa. L’indagine ha anche monitorato i flussi criminosi provenienti dalle quattro regioni italiane con storici insediamenti mafiosi: Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. “Chiedo ai molisani di non sottovalutare la presenza delle mafie nella nostra regione”, ha dichiarato Musacchio. “Ignorare questo pericolo potrebbe portare gravi conseguenze per noi e per le future generazioni”.
Usura, riciclaggio e welfare mafioso
Tra i dati raccolti spiccano i cosiddetti “reati spia”, come l’usura, che ha spinto numerosi imprenditori locali a rivolgersi a organizzazioni mafiose per ottenere liquidità in tempi rapidi. Questo sistema permette alla criminalità di acquisire aziende in difficoltà, mantenendo formalmente l’imprenditore al comando, ma controllando di fatto le operazioni finanziarie e strategiche.
Le motivazioni dietro l’infiltrazione della mafia nei mercati legali molisani sono diverse: il riciclaggio e l’usura per occultare attività criminali, la volontà di generare profitti economico-finanziari, l’acquisizione di consenso sociale attraverso un “welfare mafioso”, il controllo territoriale e, infine, una questione di identità culturale e status legato alla mafiosità.
Due macro-fattori di rischio: territorio ed economia
L’analisi dell’Osservatorio Antimafia ha considerato due macro-fattori di rischio principali: Territorio e Economia. Il primo fattore riguarda la vulnerabilità delle aree locali all’infiltrazione mafiosa, basata su indicatori come la presenza di organizzazioni criminali, la ricchezza sommersa e la densità di banche e finanziarie. Il secondo fattore esplora le vulnerabilità specifiche dei settori economici, valutando aspetti come le dimensioni delle imprese, la competitività e l’incidenza di precedenti infiltrazioni criminali.
Dal confronto di questi due macro-fattori emerge un rischio medio-alto per il Molise, un segnale d’allarme che dovrebbe portare a un aumento della consapevolezza e della prevenzione nella regione. Il Report completo sarà presto consultabile online sul sito ufficiale dell’Osservatorio Antimafia del Molise.
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