Aria, acqua, rifiuti, mobilità e ambiente: le città siciliane quasi tutte al di sotto della media nazionale. Pesa la questione rifiuti a Palermo e Catania.
È un report decisamente in chiaroscuro per la Sicilia quello stilato come ogni anno da Il Sole 24 Ore e riguardante i dati relativi all’ecosistema urbano di tutte le province italiane. Il rapporto, che ha previsto l’utilizzo di statistiche fornite da Legambiente e Ambiente Italia, si basa su 20 parametri che fotografano le performance di 106 città capoluogo.
Sono state 5 le macroaree analizzate: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente. Nell’Isola si salvano solo Enna (+38 posizioni), Messina (+28 posizioni) e Ragusa (+18 posizioni). Male tutte le altre città: un trend che si riflette in generale nel Sud Italia. Palermo e Catania addirittura tra le ultime a livello nazionale.
Report Ecosistema Urbano 2024, male la Sicilia
Per ciascuno dei 20 indicatori, ogni città ottiene un punteggio normalizzato variabile da 0 a 100. Il punteggio finale è quindi assegnato definendo un peso per ciascun indicatore che oscilla tra 1 e 12 punti, per un totale di 100. La mobilità rappresenta il 24% dell’indice, seguita da aria (19%), rifiuti (18%) e acqua (18%), ambiente urbano (16%) e solare pubblico (5%).
Premiati gli indicatori che misurano le politiche degli enti locali (47%), rispetto agli indicatori di stato (25%) o di pressione (28%). Assegnato un punteggio addizionale alle città che si contraddistinguono in termini di politiche innovative e risultati raggiunti.
Le fonti attraverso le quali è stato possibile elaborare le statistiche provengono dall’incrocio di dati comunali 2023 raccolti da Legambiente a eccezione di verde urbano (che fa riferimento al rapporto Istat, 2022). Per auto e mobilità rapporto Aci 2023, per gli incidenti dati Istat 2022. Infine, per un uso efficiente del suolo, i dati sono stati elaborati da Ispra e quelli relativi alla qualità dell’aria dal rapporto Mal’Aria su dati Arpa regionali del 2023.
In Italia è Reggio Emilia, con 80,66 punti, a classificarsi al primo posto tra le città migliori per l’ambito dell’ecosistema urbano. A seguire Trento (78,70) e Parma (76,64). Cosenza (13esima) la prima del Sud Italia; è necessario scendere di addirittura trenta posizioni per trovare la seconda: Enna.
Quella ennese è anche la prima provincia siciliana in classifica (43esima) con un punteggio di 58,84%: rispetto allo scorso anno, guadagna ben 38 posizioni. È la terza provincia italiana in cui è meno presente la concentrazione media annua in ug/mc di biossido d’azoto: 4 a fronte di una media nazionale che sfiora il 19. La provincia è inoltre seconda in ambito nazionale per Pm 2,5 all’anno (8) e quarta per Pm 10, la concentrazione in ug/mc per valori medi annui.
I dati delle province siciliane
Per arrivare alla seconda classificata tra le nove province siciliane nel report sull’ecosistema urbano bisogna scorrere la classifica fino al 68esimo posto, dove troviamo Messina. La città dello Stretto compie un deciso balzo in avanti rispetto al precedente rapporto, sul quale guadagna 28 posizioni e si distingue per le voci alberi (settima in italiana), rifiuti prodotti (17esima), Pm 2,5 (18esima). Ancora indietro appare nei capitoli del verde totale (103esima), delle piste ciclabili (95esima) e della dispersione della rete idrica (84esima) con oltre il 50% di sprechi e tra le ragioni che incidono sul problema siccità a ottobre inoltrato.
Al terzo gradino del podio regionale, 69esima a livello nazionale a fronte di un 87esimo posto nel 2023, si trova la provincia di Ragusa. Quella iblea si distingue per un settimo posto per Biossido di azoto in concentrazione media annua in ug/mc (9) e per un altro settimo posto, stavolta riguardante il numero di vittime della strada misurato su morti e feriti ogni mille abitanti (2,8). Bene anche il capitolo isole pedonali (25esima) per superfici stradali pedonalizzate misurate in metri quadri in relazione al numero di abitanti (51,1) e per solare pubblico (27esima), ovvero la potenza installata in kW su edifici pubblici ogni mille abitanti (7,8).
A seguire c’è un’altra siciliana a occupare il gradino successivo (70esima, +33 sul 2023) ed è la provincia di Caltanissetta. I nisseni sono al settimo posto per consumi idrici giornalieri pro capite di acqua potabile per uso domestico (litri per abitante) (l/ab giorno): 109,6. Un dato che però, incrociato con il livello di dispersione della rete (103esimi), fa comprendere quando i nisseni sappiano essere parsimoniosi per l’utilizzo del prezioso fluido. Bene l’ambito del biossido d’azoto (13esimi, 15 punti), molto male per gli indicatori relativi al verde pubblico, energia rinnovabile e mobilità urbana: tutti campi nei quali Caltanissetta risulta tra le ultime province d’Italia.
Trapani (50,83 punti) si posiziona al 73esimo posto guadagnando tredici posizioni. Molto bene i valori relativi alla qualità dell’aria con un settimo posto per quantità di ozono nell’aria e un 21esimo e 22esimo per presenza di Pm10 e biossido di azoto. Male i capitoli di mobilità sostenibile e verde urbano. La provincia più a ovest della Sicilia scavalca un’altra città siciliana: Agrigento.
All’ombra dei Templi (46,90) si perdono quattordici posizioni sul 2023. La provincia si distingue positivamente per consumi idrici, mostrando però lo stesso paradosso di Caltanissetta: acqua ce n’è poca e si cerca di fare necessità virtù. Una prassi che vale il secondo posto su base nazionale. Tutto sommato bene anche i capitoli riguardanti la differenziata (38esima e 45esima). Male, oltre alle condotte idriche colabrodo (89esima), la presenza di una mobilità urbana all’altezza (98esima e 97esima) e di un’attenzione rivolta all’ambiente (103esima, 100esima e 95esima). In controtendenza il dato sul verde totale misurato in Mq/abitanti che ne fanno la decima città d’Italia.
Ecosistema urbano, in Sicilia “maglia nera” per Catania
Arriviamo adesso alle note davvero dolenti per l’Isola con le ultime tre province classificate e tra le ultime anche a livello nazionale: Siracusa (92esima), Palermo (103esima) e Catania (106esima), peggior città d’Italia per ecosistema urbano. Quella aretusea si dimostra la prima provincia isolana in investimenti condotti in direzione di un solare pubblico misurato per potenza installata in kW su edifici pubblici ogni mille abitanti: 12,4 e undicesimo posto in Italia. Ma i dati positivi terminano pressoché qui.
Scarsa presenza di verde e di alberi (101esima e 98esima), male il trasporto pubblico con pochi mezzi in rapporto al numero di abitanti e ancor meno cittadini che li utilizzano (96esima e 94esima). Elevatissimo il dato relativo alla dispersione idrica: sulla rete si spreca il 65,9% dell’acqua che viene immessa.
I veri problemi delle grandi città siciliane
Il problema del “traffico” come una delle annose questioni che investono Palermo, come ricordava Roberto Benigni nel suo “Johnny Stecchino”, è un evergreen che viene in parte smentito dai dati elaborati da Il Sole 24 Ore nel report sull’ecosistema urbano. Il capoluogo è in linea con numeri nazionali per tasso di motorizzazione (22esima) e vittime della strada (23esima), ma anche per passeggeri che utilizzano il trasporto pubblico (39esima). Si trova al 25esimo posto per un uso efficiente del suolo (6) e al sedicesimo per la presenza di isole pedonali (62,3).
Il vero problema della città riguarda la gestione del comparto rifiuti (105esima), come i fatti di cronaca sono soliti raccontare ormai da tempo. Elevatissima la presenza di biossido d’azoto nell’aria (93esima) e ancora i dati riguardanti dispersione idrica (64esima) e produzione annua pro capite di rifiuti urbani (chilogrammi per abitante) (kg/ab), 82esima con 574,6. Restano optional la presenza di verde (94esima) e quella di solare pubblico (101esima).
Infine, Catania. La città etnea, con 15,79 punti, è ultima in Italia nell’incrocio di tutti gli indicatori del report annuale sull’ecosistema urbano. Come per Palermo, elevata la presenza di biossido di azoto nell’aria (92esima) e di Pm10 (78esima). Pessima la gestione idrica: quella poca acqua che c’è, viene sprecata non solo per una rete colabrodo (94esima), ma anche per via del secondo consumo idrico in Italia (105esima) con quasi 290 litri pro capite consumati ogni giorno. Anche qui come per Palermo, la città è un disastro nel settore dei rifiuti: 92esima per produzione e addirittura 102esima per raccolta differenziata. Una posizione particolarmente negativa anche per gli indicatori relativi alla mobilità sostenibile (100esima per motorizzazione, 86esima per vittime della strada) e al verde urbano (83esima e 82esima per verde pubblico e presenza di alberi), fanno di quella etnea l’ultima provincia d’Italia.
Immagine di repertorio (da Imagoeconomica, Giuseppe Carotenuto)
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